Dopo le rivoluzioni arabe tocca alla Spagna: arrivano gli “indignados”

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Dopo le rivoluzioni arabe tocca alla Spagna: arrivano gli “indignados”

20 Maggio 2011

Sono stati ribattezzati la “generazione perduta”. Molti di loro non riescono a trovare un lavoro e sono costretti a starsene a casa, come risultato della crisi economica. Ma ora i giovani spagnoli sembrano aver trovato la loro voce e sono scesi in piazza per sfogare la loro rabbia contro i politici del loro Paese.

Le proteste sono continuate giovedì nella piazza madrilena di Puerta del Sol. Migliaia di ragazzi si sono radunati nella piazza mercoledì scorso, sfidando il divieto di dimostrazioni. La BBC ha riferito che almeno 2000 persone hanno trascorso la notte in piazza.

I giovani protestano contro l’elevato tasso di disoccupazione, la cattiva gestione della crisi economica da parte del governo spagnolo e la classe politica del Paese. Hanno intenzione di boicottare i partiti maggiori, quello socialista che sta alla maggioranza (PSOE) e quello dell’opposizione di centrodestra, il Partito Popolare, alle elezioni di questo fine settimana. Domenica, infatti, si voterà per il rinnovo di oltre 8000 comuni e di 13 regioni.

I contestatori affermano che rimarranno in piazza fino a che non avranno luogo le elezioni. Mercoledì sono stati segnalati circa 500 poliziotti presenti nella piazza, ma che non sono intervenuti.

I media spagnoli hanno ribattezzato i contestatori “Movimento del 15-M”, poiché le proteste sono incominciate il 15 maggio. Le dimostrazioni si sono tenute a Puerta del Sol domenica e lunedì scorsi. Martedì la polizia aveva allontanato i dimostranti, i quali però sono ritornati più tardi, e tra loro molti hanno trascorso lì la notte. Contemporaneamente, gruppi di giovani hanno occupato le piazze in decine di altre città spagnole.

Mercoledì il comitato elettorale di Madrid ha proibito la manifestazione, giustificandosi con il fatto che essa avrebbe potuto influenzare le elezioni di domenica, ma i contestatori hanno sfidato il divieto e si sono riuniti in piazza. Il comitato elettorale centrale spagnolo sta ora pensando di emettere una delibera valida per l’intero Paese, dato che ufficiali regionali di molte città stanno prendendo decisioni differenti riguardo i dimostranti. Il partito di sinistra Izquierda Unida, che sostiene il movimento, ha accusato i popolari e i socialisti di essere dietro al divieto di manifestare per le strade di Madrid. I contestatori stanno diventando un fattore determinante e imprevisto nella corsa elettorale, avendo spinto i vari partiti a scegliere di dare sostegno o, al contrario, opposizione alla protesta.

I manifestanti si sono organizzati sui social network, quali Twitter e Facebook, inducendo così gli osservatori a fare paragoni con le proteste egiziane di Piazza Tahrir in Egitto, che hanno contribuito a rovesciare il regime di Hosni Mubarak.

La disoccupazione dei ragazzi sotto i 25 anni, in Spagna, è arrivata a uno sbalorditivo 45%. “Non ho un indirizzo politico ed è questo ciò che voglio cambiare”, ha dichiarato all’agenzia Reuters una delle dimostranti, che ha detto di chiamarsi Mamen. “Voglio prendere parte alle decisioni politiche”, ha dichiarato, affermando di non sentirsi rappresentata da nessuno dei due principali partiti.

La crescita economica della Spagna è in ritardo rispetto ai Paesi dell’Unione europea e la disoccupazione è sopra il 21%, la più alta nella Ue. Le misure di austerità, tese a rimettere in sesto le finanze del Paese, hanno in realtà peggiorato la situazione economica.

La popolarità del primo ministro Jose Luis Rodriguez Zapatero ne ha di conseguenza risentito. In precedenza, le proteste nel Paese era state limitate, a causa in parte dei legami dei sindacati spagnoli con i socialisti di Zapatero.

(Tratto da Der Spiegel Online International)

Traduzione di Stefano Fiori