Dopo l’intervista a Repubblica da De Magistris si attendono gesti concreti
18 Settembre 2012
di S. F.
"Un cantiere al posto delle vele". Eccolo, confezionato per l’occasione, l’ultimo slogan di Luigi De Magistris. Il sindaco arancione lo dice, a chiare lettere, nell’intervista rilasciata ieri sulle pagine napoletane di "Repubblica", tornando a far parlare di se dopo la pausa estiva.
Il desiderio, confessato a Conchita Sannino, sarebbe quello di "riqualificare" il quartiere di Scampia, abbattendo le tristemente celebri " vele" per far spazio a qualcos’altro. Cosa di preciso, però, ancora non è dato sapersi. "Su Scampia daremo un cronoprogramma certo, in tempi e tappe, entro una settimana", le parole dell’ex magistrato. "Abbiamo fatto due conti: ci vogliono 5 milioni per demolire le Vele, ma contemporaneamente pensiamo a un cantiere concreto che ci restituisca l’idea di nuove dinamiche e nuove attività in zona”.
Dopo il lungomare liberato e il gran pasticcio del Forum delle culture, lecito pensare all’ennesimo evento da copertina tutto fumo e niente arrosto, ma staremo a vedere. Il De Magistris pensiero, comunque, si estende oltre. Incalzato dalle domande, non certo al miele, si parte da Scampia e si arriva dritti diritti allo strappo consumato tra "Gigino" e il suo elettorato. Il perché, va ricercato ovviamente nei grandi eventi costati troppo e capaci di produrre ben poco, e nella "democrazia partecipata", annunciata e mai praticata.
Del resto, quando gli si chiede del rapporto privilegiato con alcuni imprenditori (vedi Romeo), il primo cittadino partenopeo confessa, scherzando, quella che probabilmente può essere considerata un’amara verità. "Io non ho un rapporto privilegiato proprio con nessuno", dice. "Anzi, si può dire che non ascolto neanche mia moglie a volte, faccio solo di testa mia".
Già, perché tornando alla riqualificazione di Scampia, De Magistris boccia senza mezzi termini la proposta avanzata da Caldoro di costruire un grande Policlinico ("L’idea è anche affascinante, taglia corto, "ma quanto ci vorrebbe: 2530 anni, almeno”) e quando gli si fa notare che magari sarebbe opportuno innanzitutto pulire le strade e le aiuole mettere più vigili urbani, lui risponde che "Già solo aprire un cantiere al posto di quel paesaggio spettrale e disaggregante, sarebbe una clamorosa inversione”. Insomma, il copione utilizzato non cambia: Si fa come dico io, e basta.
Nel lungo colloquio con il giornale di Scalfari, spunta anche la questione relativa al nuovo stadio, ed inevitabilmente il discorso cade sui rapporti tra il primo cittadino e l’imprenditrice Faraone Mennella, che aveva sponsorizzato, oltre un anno fa, la sua campagna elettorale ." Lo stadio a Ponticelli è un favore di De Magistris alla Faraone Mennella", aveva dichiarato qualche mese fa, il patron del Napoli Luigi De Laurentis. "La Faraone Mennella si è solo proposta", la replica del Sindaco. Intanto, il progetto è fermo, e se ne riparlerà chissà quando.
Tenta di fare il diplomatico l’inquilino di Palazzo San Giacomo, ma alla fine tira fuori il suo spirito da "capopopolo", riservando al Ministro Fornero un trattamento non proprio di riguardo. "Sono stato ricevuto da questa signora tutta ingioiellata che sorseggiava il tè, coi pasticcini", racconta. "A un certo punto, in un accento piemontese che neanche capivo tanto bene, mi sono sentito dire che in fondo cos’era questo timore di tensioni sociali. Vi devo dire la verità: il mio istinto era di alzarmi e andarmene."
Eh già. Da una parte il Sindaco rivoluzionario e amico della gente, e dall’altra la rigida istituzione lontana dal popolo. Quello stesso popolo, che da quasi due anni, attende gesti concreti (magari un lavoro), e si accontenta invece del lungomare liberato.