Dopo Ricucci bufera su Fazio e Caltagirone

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Dopo Ricucci bufera su Fazio e Caltagirone

20 Giugno 2007

Non ha portato fortuna all’editore del “Messaggero”
Francesco Gaetano Caltagirone e all’ex governatore della Banca d’Italia Antonio
Fazio, la pubblicazione a rate dei verbali di Ricucci risalenti all’epoca del
suo arresto.

Come per incanto ridestata da un antico sonno, la
magistratura romana, che pure i verbali li conosceva benissimo per esserseli
fatti trasmettere svariati mesi fa da quella milanese, ieri ha deciso il oto costruttore romano, a capo di un impero editoriale che comprende anche
“Il Mattino” di Napoli, insieme all’ex governatore di via Nazionale nel
registro degli indagati con ipotesi accusatorie gravissime relative alla
tentata scalata di Unipol nei confronti della Bnl: insider trading, aggiotaggio e ostacolo all’attività di
vigilanza.

Insomma
tutto quello su cui invece in un paese normale si chiederebbe a Bankitalia di
vigilare per prevenire.

Le accuse scaturirebbero
dall’attività investigativa svolta dalla Guardia di finanza, che ha inviato il
30 maggio scorso a piazzale Clodio una dettagliata informativa in materia di
Unipol e dintorni. Poi si parla anche di dichiarazioni rese negli interrogatori
da alcuni indagati. Cioè di pentiti del sistema Unipol. L’inchiesta dei pm
Giuseppe Cascini e Rodolfo Sabelli ha coinvolto anche i tre immobiliaristi
Danilo Coppola, Stefano Ricucci e Giuseppe Statuto. Che Ricucci avesse già
parlato con gli inquirenti è cosa nota a tutti visto che i suoi verbali
inondano da giorni le prime pagine del “Corriere “ e della “Repubblica” che
hanno iniziato praticamente lo stesso giorno la campagna stampa su Unipol. Ora
sembra che abbiano vuotato il sacco anche gli altri due. E potrebbero presto
arrivare altri avvisi, stavolta finanzieri e a politici della sinistra di governo.

Oggetto d’indagine è il
cosiddetto “contropatto” costituito nell’estate del 2004 da immobiliaristi e
finanzieri per contrastare chi guidava Bnl. Gli spagnoli del Banco del Bilbao
erano allora interessati alla scalata che sembrava già cosa fatta grazie all’appoggio
di Generali e Diego Della Valle. Al vaglio degli investigatori ci sono
passaggi, ritenuti sospetti, di azioni tra soci del contropatto che avevano
portato alla raccolta e alla vendita a Unipol di oltre il 27 per cento di Bnl
con plusvalenze per decine di milioni di euro. In pratica un aggiotaggio in
grande stile preceduto da un insider trading direttamente spifferato dagli
altissimi piani di Bankitalia.