Dopo tanto Cav., il Financial Times infilza Fini

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Dopo tanto Cav., il Financial Times infilza Fini

11 Novembre 2010

La stampa estera, in particolare quella anglosassone, è stata spesso impietosa con il Cav. Nella primavera scorsa, per esempio, il Financial Times lo definì un "sinistro clown". Questa attitudine dei giornalisti stranieri è stata sfruttata e amplificata dall’opposizione in Italia, pronta a magnificare la libertà di stampa altrui e a mortificare la propria. Solo che adesso il Financial Times ha cambiato bersaglio prendendo di mira Gianfranco Fini.

Nel suo blog, Guy Dinmore racconta il Congresso di Fli che si è svolto a Perugia, concentrandosi sulla figura e la strategia politica del nostro presidente della Camera. Dinmore spiega che Fini ha prima lanciato un ultimatum al Cav., chiedendone le dimissioni, per poi gettargli una ciambella di salvataggio, proponendo un rimpasto di governo. "Gli uomini di Fini dicono che il nuovo partito di centro-destra non è pronto per affrontare i sondaggi". Un misto di timori e incoerenza, dunque, che non sfugge al giornalista inglese.

Dinmore associa il comportamento oscillante del Presidente della Camera al suo passato. Per due volte, lo definisce un "ex fascista" e nella conclusione del pezzo ironizza sottilmente sulla retorica "nazione, famiglia e legalità" che Fini ha utilizzato come l’antidoto ad un Paese in "declino morale". Il tutto mentre la folla dei partecipanti al Congresso scandiva il nome "Fini!, Fini!", "che è apparsa fin troppo una rievocazione dell’epoca fascista di Mussolini, a cui il presidente della Camera ha rinunciato".

Leggereste mai una descrizione del genere su Repubblica o sul Fatto Quotidiano? In Italia c’è una enorme fascinazione per quello che dice la stampa contro il Cav., in particolare quella estera: ogni affermazione diventa subito una verità immodificabile. Il Financial Times invece dimostra che si possono riconoscere le contraddizioni della politica, raccontandole senza partigianerie o pregiudizi. Eventualmente, anche tornando sui propri passi. Così per una volta siamo noi a segnalare cosa dicono all’estero dei nostri leader, quando non si parla di Berlusconi. Un ritratto da incorniciare.