Doppio cognome ai figli: meglio approfondire
17 Luglio 2014
di redazione
Torna in Commissione alla Camera la proposta di legge che punta a mettere fine all’obbligo di cognome paterno per i figli introducendo il principio del doppio cognome. La commissione Giustizia aveva approvato all’unanimità ma una richiesta di FdI ha chiesto che si tornasse a discutere la proposta nella convinzione che sia necessario approfondire ulteriormente il provvedimento.
"Quanto accaduto oggi in Aula sulla proposta del doppio cognome ai figli – ha commentato la relatrice del testo, Michela Marzano, del Pd, è estremamente triste". Secondo Marzano "lo stop è infatti arrivato per i veti culturali opposti da alcuni deputati, maschi, del nostro Parlamento e il Pd non ha saputo, a mio parere, tenere la barra dritta". La deputata dem ha detto di sentirsi "tradita" dal Pd.
La proposta per cui, su richiesta di entrambi i genitori, si possa attribuire il cognome della madre in aggiunta o in alternativa a quello del padre, a noi sembra una vittoria del "politicamente corretto". L’Italia si modernizza e ripudia questa odiosa discriminazione sessista, va bene, ma la premessa della proposta è che l’attribuzione del cognome ai nuovi nati sia un diritto dei genitori e che pertanto l’attuale disciplina sia discriminatoria nei confronti delle donne.
In realtà, l’attribuzione dei cognomi non ha nulla ha che fare con la sfera giuridica dei genitori ma risponde unicamente all’interesse dell’ordinamento alla riconoscibilità dei cittadini e all’interesse dell’individuo alla propria identità. Ed è proprio per questo che tradizionalmente le regole per l’attribuzione del cognome hanno assunto carattere automatico non riconoscendo alcuno spazio alla volontà dei genitori.