Draghi conquista la platea di Cl e assicura: “Crisi alle spalle”

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Draghi conquista la platea di Cl e assicura: “Crisi alle spalle”

27 Agosto 2009

Speranze, incertezze, rischi ma anche segnali di luce alla fine del tunnel ormai non più liquidabili alla stregua di chimere o di avventate illusioni. Il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi sale su un palco per lui inconsueto, quello del Meeting di Rimini e allontana almeno in parte per un giorno le rigide ritualità che il suo ruolo gli impone, parlando a braccio alla sala strapiena che lo accoglie con simpatia e curiosità.

Il massimo inquilino di Palazzo Koch ringrazia per l’invito e racconta di aver fatto ”un piccolo giro” nella Fiera e di aver potuto ”vedere di persona, per la prima volta, cosa fa Comunione e liberazione al di là di quello che scrivono i giornali”.

Draghi dimostra di sentirsi pienamente a suo agio di fronte alla platea dei ragazzi del Meeting, tanto più che ultimamente il governatore – che ha sempre rimarcato la propria laicità pur essendosi formato al Massimo, la severa scuola retta dai gesuiti, erede di quel Collegio Romano espropriato dal Regno d’Italia nel 1870 – non ha lesinato attenzioni verso il mondo cattolico e si è prodotto in una articolata e dettagliata analisi sull’enciclica di Benedetto XVI Caritas in veritate, sostenendo sull’Osservatore Romano l’impossibilità di avere un vero “sviluppo senza etica”. Una sortita che ha inevitabilmente acceso il gossip politico in merito a sue possibili ambizioni politiche.

Ma al di là degli scenari e delle fantasie dei retroscenisti che si sono concentrate anche sulla sua visita alla kermesse di Cielle, Draghi al Meeting si limita a fare quello per cui è stato chiamato, ovvero scattare una fotografia del momento economico che stiamo vivendo. L’istantanea che se ne ricava è, come detto, costellata di luci e ombre. Ma questa volta sul piatto della bilancia le convinzioni ottimistiche sembrano pesare di più rispetto all’onere dei timori.

“La crisi economica e finanziaria che ha colpito l’economia mondiale negli scorsi due anni sta gradualmente rientrando" dice Draghi ma "se la sensazione prevalente a livello internazionale è che il peggio sia passato, sulla tenuta dei segnali congiunturali pesano tuttavia ancora forti incertezze". Questo nonostante “l’Eurocoin, l’indicatore elaborato dalla Banca d’Italia che riassume la crescita di fondo nell’area dell’euro, mostra ormai da cinque mesi una progressiva attenuazione della recessione”.

L’incertezza è legata a un preciso timore: che in alcune economie “le ripercussioni sul mercato del lavoro siano maggiori e più persistenti dell’atteso; che la domanda per consumi e investimenti possa nuovamente indebolirsi non appena si inizi a ritirare il sostegno dei bilanci pubblici". In ogni caso, rileva ancora Draghi, "anche sulla nostra economia l’impatto più duro della crisi si sta attenuando". Il governatore ricorda che "in primavera il prodotto ha rallentato molto la sua discesa. In estate, la produzione industriale dovrebbe aver cessato di cadere; il clima di fiducia delle imprese e dei consumatori ha dato segni di risveglio, la domanda di autoveicoli si è ravvivata".

Tutto questo, sommato insieme, significa che nel prossimo anno il graduale recupero della domanda mondiale previsto dalle maggiori organizzazioni internazionali potrebbe consentire all’economia italiana di tornare a crescere, sia pure di poco. Secondo stime largamente condivise nella media del 2009 la caduta del Pil rispetto all’anno precedente risulterà in Italia intorno al 5 per cento".

Nelle acque agitate della recessione potrebbero rimanere intrappolate alcune imprese in particolare, quelle “più esposte verso gli intermediari finanziari, che avevano avviato prima della crisi una promettente ristrutturazione, colte a metà del guado dal crollo della domanda, potrebbero veder frustrato il loro sforzo di adeguamento organizzativo, tecnologico, di mercato; rischiano la stessa sopravvivenza", avverte Draghi. Il governatore vede, però, proprio nel mercato creditizio l chiave per la ripresa.” “Le nostre banche devono ora affinare" la loro “capacità di selezionare il merito creditizio. Quanto più rapidamente la crisi possa essere superata continua a dipendere, da noi come nel resto del mondo, dal ripristino della piena funzionalità del mercato creditizio”.

Draghi tocca anche uno dei temi che ha infuocato il dibattito politico nelle prime due settimane di agosto: quello delle gabbie salariali. Una soluzione che il governatore non reputa utile al rilancio del Meridione. Meglio, invece, perseguire quel progetto di contrattazione di secondo livello per la quale si sta battendo il ministro Sacconi.

"Non si tratta di imporre vincoli aggiuntivi al processo di determinazione dei salari con il ripristino delle cosiddette gabbie salariali ma, al contrario, di conseguire gradi più elevati di decentramento e di flessibilità nella contrattazione". Secondo le stime di Bankitalia, "nel settore privato i livelli dei salari reali non sarebbero peraltro molto discosti", fra Nord e Sud.

 

Draghi ribadisce poi la necessità di intervenire sulle pensioni innalzando l’età al fine di ridurre la spesa pubblica corrente. "Non si dà ricostruzione dell’ economia italiana senza il mantenimento della stabilità finanziaria, senza l’equilibrio dei conti pubblici. E’ ancora presto per chiudere i paracadute che stanno attutendo gli effetti della crisi, ma senza la previsione di un rinnovato impegno in tal senso le stesse prospettive di crescita risulterebbero vacue, in primo luogo per le avverse aspettative che si formerebbero sui mercati”.

Insomma di fronte al nuovo ordine mondiale non è possibile muoversi soltanto attraverso una navigazione di piccolo cabotaggio, pena la marginalizzazione del nostro Paese. "Con la crisi i problemi di struttura della nostra economia si sono fatti più urgenti. Un mero ritorno ai deboli ritmi di crescita degli anni precedenti ci condannerebbe a un arretramento ancora più netto nel novero dei paesi avanzati. E’ necessario muoversi nella prospettiva di una ricostruzione della struttura economica del Paese".