
Draghi, l’Algeria e il grande gioco nel Mediterraneo

18 Luglio 2022
Per molto tempo l’Algeria è stata il più isolato e misterioso Paese del Nord Africa. Un campione della lotta anticoloniale che quest’anno festeggia il sessantennale dall’indipendenza. Sempre schierata con i “Non-allineati” e quindi fedele a una politica diplomatica equilibrata tra Washington, Mosca e Pechino. Orgogliosa del suo ruolo, se pensiamo ai recenti attriti con il vicino Marocco sotto lo sguardo attento di Madrid. Governata per lungo tempo dal deposto Bouteflika dopo una lunga guerra civile, la Algeria si è riaffacciata sul Mediterraneo con il presidente Tebboune, incontrato oggi da Mario Draghi.
Quest’anno ad Algeri non c’è andato solo il presidente del consiglio italiano. L’Atlantic Council ricorda che dalla capitale algerina sono già transitati il presidente venezuelano Maduro, i ministri degli esteri italiano, francese e russo. Per la prima volta da quasi un decennio, il segretario di Stato americano e nei mesi scorsi il principe saudita Mohammed bin Salman. Anche Tebboune ha girato molto, visitando Egitto, Italia, Kuwait, Qatar e Turchia. Lo aspettano a Mosca. La visita della delegazione italiana guidata da Draghi va quindi inserita in questo nuovo protagonismo diplomatico di Algeri.
Vola la produzione di gas algerino
La posizione della Algeria si è rafforzata dopo il blocco russo delle forniture energetiche, trasformando il Paese nordafricano in una valida alternativa al gas e al petrolio russo. Così la compagnia petrolifera algerina Sonatrach ha ampliato la produzione, rivisto la sua politica dei prezzi, firmato nuovi accordi. La produzione di Sonatrach è al momento ai massimi livelli. Questo rafforza Tebboune. Il governo può garantire sussidi alla popolazione e non aumentare le tasse. L’Algeria insomma si trova al centro del grande gioco nel Mediterraneo.
Draghi ha definito Algeri “un partner molto importante per l’Italia” su energia, lotta alla criminalità e nella cooperazione per la sicurezza nel Mediterraneo e verso l’Africa centrale. “In questi mesi l’Algeria è diventato il primo fornitore di gas del nostro Paese. Nei prossimi giorni ci saranno nuovi rilasci di gas, si tratta di un’accelerazione rispetto quanto previsto”, ha detto il presidente del consiglio. Algeri è importante per “la stabilità e per la prosperità del Mediterraneo, messe a dura prova dall’invasione russa dell’Ucraina”. Viene da chiedersi cosa abbia pensato Tebboune ascoltando le parole di Draghi, considerando che il 2 marzo scorso, durante il voto alle Nazioni Unite, l’Algeria non ha condannato l’aggressione russa contro l’Ucraina.
Tra Libia e Mali
In ogni caso, Sonatrach fornirà a breve 4 miliardi di metri cubi di gas all’Italia, dopo gli accordi stretti con Eni nei mesi scorsi. La collaborazione in campo energetico per l’Italia rappresenta un fortissimo volano strategico. L’Italia può fare da ponte tra Mediterraneo e i Paesi del Nord Europa nell’approvvigionamento di gas e rafforzare di conseguenza le politiche euro-mediterranee. Non a caso al vertice si è anche parlato di Libia.
“Abbiamo deciso di aiutare i libici affinché sviluppino le loro istituzioni e avviare elezioni per la creazione di istituzioni che saranno scelte dai libici stessi, lontano dalle interferenze straniere”, ha detto Tebboune. “Abbiamo scambiato anche le nostre opinioni per quanto succede nel Mali e nella regione del Sahel”. Secondo il presidente algerino c’è “la necessità di sviluppare le nostre azioni per garantire la sicurezza e la pace secondo le iniziative che sono state prese in Algeria per rafforzare l’azione della Minusma (la missione di stabilizzazione onusiana in Mali, ndr) e arrivare alla risoluzione dei problemi che interessano questa area”.
Insomma, il vertice ad Algeri segna il rilancio della cooperazione tra Italia e Algeria, con la firma di numerosi accordi, di un memorandum di intesa e la dichiarazione congiunta tra i due Paesi. Un modello per ridare slancio alla politica estera italiana nel Mediterraneo.