Draghi: no comment su referendum, ma “mercati reagiscono meglio che in passato”

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Draghi: no comment su referendum, ma “mercati reagiscono meglio che in passato”

29 Novembre 2016

Il Presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, è stato audito ieri in Commissioni Affari economici e monetari (ECON) al Parlamento Europeo a Bruxelles per la seconda volta in una settimana e ha affrontato i grandi temi relativi alla politica economica e monetaria.  “Per ridare fiducia ai cittadini sulle prospettive del progetto europeo occorre produrre risultati tangibili” dichiara l’economista italiano e aggiunge che tale obiettivo è perseguibile attraverso solide fondamenta economiche che per l’eurozona si declinano in tre azioni da perseguire: “rafforzare la ripresa, preservare la stabilità finanziari e affrontare le vulnerabilità dell’unione economica e monetaria”.

Rispondendo a una delle domande degli eurodepuati sulla stabilità finanziaria dell’eurozona per eventi quali il referendum in Italia e l’elezione di Trump e a molte sul debito italiano, Mario Draghi rassicura implicitamente sull’impatto che l’esito del voto del referendum in Italia potrebbe avere sui mercati ed esplicitamente sul debito. L’esperienza ha dimostrato come i mercati finanziari siano capaci di assorbire eventuali “shock” pur se il debito pubblico italiano è elevato, è ritenuto «sostenibile» dalla BCE. “L’incertezza geopolitica è diventata la più importante fonte di incertezza per i mesi a venire” aggiunge Draghi “abbiamo però notato uno schema che va ripetendosi. I mercati registrano nel brevissimo periodo una reazione significativa, che poi va a scemare. In questo senso, i mercati si sono dimostrati più forti di quanto non prevedessimo in passato”.

Al di là delle domande sull’Italia, il banchiere centrale ha colto l’occasione dell’audizione per affrontare due temi: la situazione macroeconomica nella zona euro e le conseguenze della Brexit. Sul primo punto, Draghi ha sottolineato la necessità di modernizzare il tessuto produttivo europeo. “Il rischio di una ripresa abortita è il rischio maggiore” avverte il numero uno della BCE e aggiunge che “nella riunione di dicembre valuteremo le varie opzioni che ci permettono di preservare un grado molto sostanziale di accomodamento monetario necessario per assicurare che l’inflazione sia sotto ma vicino al 2% nel medio termine”.

A proposito della politica monetaria, Draghi spiega che «è imperativo preservare l’integrità del mercato unico così come l’omogeneità e l’applicazione delle sue regole». A proposito della Brexit, Draghi prende posizione a favore di una Brexit non morbida ed esorta i paesi membri a completare il mercato unico, indipendentemente dalla scelte inglesi.