Draghi, si compone la nuova maggioranza. Nel centrodestra incognita Lega
04 Febbraio 2021
Il cambio di passo rispetto all’Esecutivo di Giuseppe Conte è evidente. Nel primo giorno di consultazioni il presidente incaricato Mario Draghi ha mostrato come obiettivo alle delegazioni incontrate l’esigenza di far uscire il Paese dalla fase depressiva, economica e sociale, nella quale è piombato negli ultimi mesi anche a causa – ma non solo – della emergenza pandemica. Oggi Draghi giocava in casa (le forze politiche incontrate, da Più Europa a Cambiamo avevano già espresso il loro endorsement), ma comunque ha cercato da subito di scardinare l’apparente bivio tra governo tecnico e governo politico, fissando la competenza dei ministri scelti come termine di paragone al di là delle etichette.
La giornata politica è stata del resto caratterizzata da una serie di apprezzamenti incassati dall’ex presidente della Bce che prudenzialmente farà due giri di consultazioni, ma che comunque – anche grazie all’appello del presidente Mattarella – appare ormai godere della maggioranza alla Camera al Senato. Con Draghi c’è il Pd, con Zingaretti che ha in parte corretto il capogruppo Dem al Senato Marcucci dicendosi pronto a non porre veti sulla coalizione che sosterrà il Governo di Unità nazionale. Con Draghi c’è Cambiamo e tutta Forza Italia. Con Draghi c’è anche probabilmente il Movimento 5 Stelle, a un passo dall’ennesima piroetta politica con il no iniziale di Crimi ormai in dissolvenza. Con Draghi si allinea pure Giuseppe Conte, ‘i sabotatori cerchiamoli altrove. Io ho sempre lavorato per il bene del paese e per la formazione di un nuovo governo’ – ha detto l’avvocato del popolo. Restano il no di Fratelli d’Italia e la strategia ancora da chiarire della Lega. La Meloni resterà certamente sulle sue posizioni, ma a quanto pare sarà un no ‘gentile’ e non di rottura rispetto alla coalizione di centrodestra, mentre la Lega dovrà decidere che posizione adottare: si va dal sì al Governo, all’allineamento con le posizioni di Fratelli d’Italia, passando per una astensione di compromesso.
Ovvio a questo punto che dalla scelta di Salvini dipenderà il futuro del centrodestra. Un centrodestra che potrebbe reggere la linea di frattura della sola Meloni, soprattutto se addolcita da qualche sostegno di merito al Governo, ma che difficilmente potrebbe resistere alle forze centrifughe legate a un eventuale distinguo della Lega. Variabile non indifferente sarà ovviamente anche la durata del Governo e l’eventuale ‘promozione’ dello stesso Draghi a presidente della Repubblica.