Dramma migranti: naufragio al largo delle coste libiche, 239 i morti
04 Novembre 2016
Almeno 239 persone risultano disperse dopo il naufragio di due barconi al largo delle coste libiche. Lo riferisce in un tweet Carlotta Sami, portavoce dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr). La notizia, scrive la portavoce, è stata confermata da due sopravvissuti che ora si trovano a Lampedusa.
Un gruppo di migranti, tra cui una ventina di donne e sei bambini, erano partiti su un barcone alle 3 di notte di mercoledì dalla Libia. L’imbarcazione è naufragata poche ore dopo secondo il portavoce dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni dell’Onu Flavio Di Giacomo. Quando i soccorritori sono arrivati sul posto, per la maggior parte dei profughi non c’era più niente da fare. Dodici corpi sono stati recuperati, tra cui quelli di tre bambini, 27 i sopravvissuti. Due di loro sono stati trasferiti con l’elisoccorso a Palermo. Uno dei feriti ha gravi ustioni, un altro ha avuto attacchi epilettici ed è stato intubato prima del trasferimento. “Stanotte – dice il dottor Pietro Bartolo, responsabile del poliambulatorio dell’isola- c’era una donna che mostrava la foto di un bimbo che viaggiava con lei e che è tra i dispersi. Una scena straziante”. I migranti hanno passato quasi due mesi in un dormitorio in Libia prima di essere portati sulla costa e fatti salire a forza sui barconi.
E’ questo il bilancio dell’ultima strage nel Mediterraneo, ieri, quando sono stati salvati ventinove migranti e recuperati dodici cadaveri da un gommone semi-affondato, 25 miglia a nord delle coste libiche. Secondo l’agenzia Onu, il 2016 sarà “l’anno in cui si registrerà il più alto numero di morti tra i rifugiati e i migranti che attraversano il Mediterraneo. Fino al 23 ottobre sono state registrate 3.740 morti in mare, poco meno del numero totale delle vittime registrate nel 2015, pari a 3.771. Ciò che preoccupa, sottolineano Unhcr e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), è che mentre il numero delle traversate è diminuito il numero delle vittime è in aumento.
Nei giorni scorsi Amnesty International ha presentato un rapporto sul trattamento dei migranti negli hotspot italiani, accusando le autorità di torture nei confronti degli immigrati. La Commissione europea ha ribadito dicendo di non essere a conoscenza delle gravissime violazioni dei diritti umani né dei principi fondamentali dell’Ue in Italia nella gestione dei centri di prima accoglienza e registrazione per i migranti, denunciate dall’ong. Il che dovrebbe significare che la Commissione non ha ricevuto rapporti su questi eventi da parte delle agenzie Ue presenti sul territorio.