Dubbi sulla squadra di  Gordon Brown contro il terrorismo

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Dubbi sulla squadra di Gordon Brown contro il terrorismo

03 Luglio 2007

Gli attentati falliti di Londra e Glasgow hanno subito messo
alla prova la leadership di Gordon Brown. Il nuovo premier britannico ha
ribadito che il paese non si lascerà intimidire dal terrorismo, ma sono in
molti a mettere in dubbio la coerenza e la fermezza di fronte alla minaccia
islamista di alcuni nuovi ministri nominati in dipartimenti chiave contro il
terrorismo.

Brown vuole distinguersi da Blair per dare nuovo slancio
alla leadership laburista ed ha sottolineato che il suo è un “gabinetto di
cambiamento”.  Ciononostante, alcuni
ministri sono già molto noti al pubblico per aver prestato a lungo servizio nell’era
Blair. Jack Straw, già ministro dell’Interno e degli Affari Esteri, è diventato
Lord Chancellor, un posto che racchiude le responsabilità del giudice più alto
del paese con quelle di un ministro della Giustizia. Alastair Darling è stato
promosso alla testa del dipartimento del Tesoro dopo aver ricoperto negli
ultimi nove anni incarichi ministeriali alla sicurezza sociale, alle pensioni e
ai trasporto. Un altro laburista con grande esperienza ministeriale alle spalle
è Alan Johnson, designato alla Sanità dopo essere stato ministro dell’Istruzione
pubblica, ministro dell’Industria e del commercio e ministro delle Pensioni.

Dunque, non si può dire che la squadra di Brown manchi di
esperienza governativa. Ma Brown, proprio per un incarico così delicato in
tempi di elevata minaccia terroristica, ha scelto una figura non di primo piano:
Il nuovo ministro dell’Interno è Jacqui Smith che si trova per la prima volta a
ricoprire un ruolo di tale responsabilità. Nella sua carriera è stata “junior
minister” con delega alle pari opportunità e all’Istruzione scolastica.

I detrattori di Brown sostengono che la nomina di una donna
a un ruolo tanto di spicco sia semplicemente una mossa propagandistica per
contrastare le critiche che il neo premier ha subito per aver ridotto i
ministri donna da otto a cinque. Ad ogni modo, la scelta della Smith è controversa.
Brown ha intenzione di presentare una nuova legge anti-terrorismo che tuttavia
potrebbe incontrare l’opposizione dell’ala sinistra del partito. In questo caso,
sarebbe necessario un ministro di alta statura per difendere la nuova legge in
parlamento e al pubblico. Fino al 28 giugno il ministro dell’Interno è stato
John Reid, forte sostenitore della  linea
dura di fronte alla minaccia terroristica. Grazie alla sua fermezza Reid godeva
del favore popolare, ma i cattivi rapporti con Brown l’hanno convinto ad
abbandonare l’incarico con la fine della premiership di Blair. Il Daily
Telegraph ha bollato come “gioco d’azzardo” la scelta di Brown di nominare una
persona di poca esperienza all’Interno, come responsabile della lotta contro il
terrorismo.

Ma non è solamente all’Interno che la linea della fermezza di
fronte al terrorismo potrebbe essere compromessa. Anche alla Difesa e agli
Affari Esteri, Brown ha fatto scelte apparentemente contraddittorie. Come
ministro della Difesa il nuovo premier ha mantenuto Des Browne; una mossa che
potrebbe essere segno di continuità con quella che è stata la politica di
sicurezza nazionale di Blair. Tuttavia, per gli Esteri Brown ha deciso di puntare
in una direzione diversa, nominando ministro il 41enne David Miliband. Miliband
è generalmente considerato un politico di grande talento e per qualche tempo è
stato perfino considerato come un rivale di Brown alla corsa per la
premiership. Ciononostante, dietro le quinte ha manifestato il suo disaccordo
con la politica estera degli ultimi anni, specie sull’intervento in Iraq e sul
sostegno britannico a Israele nella guerra dell’estate 2006.

Ancora più sorprendente è l’insediamento di Sir Mark Malloch
Brown come sottosegretario agli Affari Esteri. In precedenza, Malloch Brown è
stato vice di Kofi Annan alla segreteria delle Nazioni Unite e in questa veste
ha spesso polemizzato con gli Stati Uniti. Durante il conflitto in Libano ha
usato toni molto duri verso l’amministrazione Bush, al punto che l’ambasciatore
americano all’Onu, John Bolton, ha chiesto Malloch Brown di scusarsi per aver
insultato il popolo statunitense; richiesta puntualmente rifiutata da Malloch
Brown.

Anche se è ancora troppo presto per stabilire come cambierà
la politica anti-terroristica del Regno Unito di Gordon Brown, le modalità con
cui ha dato vita al suo gabinetto non hanno dato l’impressione di una linea politica
chiara e coerente.