Dublino chiama, l’Italia risponde ma per iscritto

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Dublino chiama, l’Italia risponde ma per iscritto

01 Marzo 2009

Con il suo primo libro, “Mezzo Pieno”, pubblicato in Italia da Albus edizioni e che le è valso anche il premio del concorso internazione “Narrando”, pare si sia conquistata una nicchia affezionata di lettori. Adesso, punta all’Irlanda, dove tra l’altro il libro è stato presentato lo scorso 9 febbraio. Raffaella Santulli è nata a Napoli trentadue anni fa, ha una laurea in giurisprudenza (con tanto di abilitazione forense) e vive tra l’Italia e, appunto, l’Irlanda. Il suo romanzo è da poco sbarcato a Dublino, dove è stato tenuto a battesimo dal Presidente dell’Istituto italiano di cultura Bruno Busetti. 

Racconta la storia di una giovane coppia che – causa lavoro – fa i bagagli e dal Sud risale tutta la penisola. Meta? Torino. La vita del paesello di provincia non è certo la stessa della capitale della Fiat e l’incubo straniamento incombe fino a diventare, piano piano, un’amara realtà. Se poi abitudini e forma mentis non sono proprio temprate alla bisogna per un lungo e faticoso viaggio come quello dei protagonisti, le scelte si fanno assai più difficili, “perché ci hanno detto che la vita è questa, perché la vita ce l’hanno insegnata sui banchi di scuola, perché ci  hanno detto questo sì, questo no, questo è bene, questo è male, non mangiare la mela che morirai e lavorerai sudando e partorirai con dolore. Ci hanno detto che i nostri pensieri sono sporchi, che dobbiamo lavare le nostre mani e le nostre anime, ci hanno detto che dobbiamo svegliarci  alle sette ogni mattina e timbrare il cartellino e andare a scuola e fare i compiti, che se invece ti compri un gelato e ti stendi sul prato al sole non hai fatto il tuo dovere”.

Ma la Santulli non è stata la sola protagonista dell’incontro dublinese. Accanto a lei, un altro esordiente, Mauro Fiorio Plà, ha presentato il suo “Low Cost. Torino-Dublino solo andata” pubblicato in Italia per i tipi delle edizioni Rebus. Tema principale, il viaggio, anche se stavolta il percorso del protagonista è diametralmente opposto. Accompagnato da pochi spiccioli e da una laurea, il tragitto del protagonista si snoda dal capoluogo piemontese fino alle latitudini della capitale irlandese e si rivelerà una specie di vademecum formativo, con tanto di accenni picareschi dal tono però post-moderno. Una storia del passato prossimo (sono i mesi in cui l’Italia diviene campione del mondo e in Irlanda si invera il miracolo della “Tigre Celtica”), sul cui buon esito – come del resto nel caso del libro della Santulli – qualcuno a Dublino ha già scommesso.