Due eurodeputati abbandonano l’Idv e accusano Tonino. Ma lui tace

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Due eurodeputati abbandonano l’Idv e accusano Tonino. Ma lui tace

08 Settembre 2010

Dopo l’autoespulsione di due eurodeputati dell’Italia dei Valori, la squadra dell’ex pm Di Pietro, a Strasburgo, gioca in cinque. L’altro ieri l’eurodeputato Pino Arlacchi ha abbandonato il partito a seguito della contestazione avvenuta sabato scorso alla Festa nazionale del Pd, nella quale alcuni manifestanti (poi difesi da Antonio Di Pietro) hanno contestato il Presidente del Senato Renato Schifani. La "deriva estremista" del partito "mi preoccupa da tempo", ha detto l’eurodeputato. "Questa sua (di Di Pietro, ndr) ultima presa di posizione mi ha spinto ad autosospendermi". La prima defezione c’era però stata a metà luglio con Vincenzo Iovine, che attraverso una lettera aperta sul suo sito ha lasciato l’Idv, lamentando "autoritarismo nel partito", "mancanza di regole democratiche" ma anche la degenerazione nell’Idv locale in provincia di Caserta.

Cosa c’entra Caserta? C’azzecca, come direbbe proprio il leader del partito "sotto accusa". "Il partito in provincia di Caserta è nelle mani dell’onorevole Porfidia (ex Idv, ndr) che è un inquisito per fatti di camorra. Finché permane questa situazione, mi terrò alla larga da personaggi del genere", queste le dichiarazioni dell’eurodeputato Iovine che, intervistato ieri da Radio Radicale, ha precisato di soffrire un "grave disagio" e di non sentirsi più di appartenere al partito.

Il deputato Casertano Americo Porfidia, oggi anche sindaco del comune Recale, siede a Montecitorio dal 2008. Viene eletto con l’Idv ma il 7 gennaio 2009 abbandona il partito e aderisce al gruppo Misto. Raggiunto al telefono da L’Occidentale afferma di averlo fatto per "motivi personali". Eppure nel novembre dello stesso anno, come riporta una dettagliatissima cronaca del Corriere del Mezzogiorno risalente al 25 novembre di un anno fa, la Procura Antimafia di Napoli chiude un’indagine che lo coinvolge insieme ai boss della camorra Antimo Perreca e Gaetano Piccolo, attualmente detenuti al 41 bis. L’accusa è tentata estorsione con l’aggravante del favoreggiamento camorristico.

Sempre secondo le cronache risalenti all’epoca dei fatti, l’indagine sarebbe collegata a un avvicendamento societario (estate del 2004) che riguarda la "Villa del Sole" di Caserta, clinica in cui Porfidia allora lavorava e di cui la moglie sembra fosse socia azionaria. Il nome del deputato era comparso nei faldoni delle indagini nell’ambito dell’inchiesta su alcuni appalti pubblici a Napoli: secondo i magistrati il politico avrebbe fatto pressioni su un membro del consiglio d’amministrazione della clinica per non far modificare le cariche, mantenendo così alcuni appalti interni (portierato, parcheggio e pulizie).

Una vicenda per molti versi scomoda, che Porfidia liquida come "personale". Così, dal 2009 Porfidia si allontana dall’Idv. Ma dal luglio scorso il suo nome torna alla ribalta. Esattamente nel momento in cui il suo ex collega (e compaesano) Vincenzo Iovine, ad oggi eurodeputato iscritto al gruppo Alleanza dei Democratici e Liberali per l’Europa, invia una lettera ad Antonio Di Pietro per autosospendersi e denunciare la gestione del partito nella provincia campana. Ecco cosa ha detto ieri a Radio Radicale: "La Provincia di Caserta è tenuta nelle mani dell’Onorevole Porfidia, attualmente iscritto al gruppo misto, ma che di fatto ha il partito a casa sua: la sede del partito è fisicamente ubicata sotto casa sua. […] Attraverso suo fratello, e attraverso il suo portavoce (e ‘attaché’), il coordinatore Passariello, governano indisturbatamente il partito nella provincia di Caserta".

Il detonatore delle polemiche si è ormai innescato. Porfidia, rimanda subito al mittente le accuse, dichiarando di essere ormai da tempo lontano dal partito e di non avere più alcun ruolo o incarico formale. E aggiunge di essere meravigliato dalle esternazioni rilasciate da Iovine che, sostiene Porfidia, gli aveva chiesto sostegno elettorale in occasione delle ultime elezioni europee. "Sono meravigliato delle assurde esternazioni riguardo la mia persona, eppure proprio lui, in occasione delle ultime elezioni europee, mi ha chiamato personalmente per chiedermi un incontro durante il quale mi ha chiesto sostegno elettorale. Sono convinto che Vincenzo Iovine o non ha pronunciato quelle parole o, se lo ha fatto non corrispondono al suo pensiero autentico, altrimenti sarebbe fortemente in contraddizione con se stesso. Mi spiace – conclude Porfidia – che trovandosi in difficoltà nel rapporto con l’Idv rivolga verso altri il proprio disagio politico e personale. Mi riservo, anche se contro il mio modo di fare, di agire al fine di tutelarmi in sede legale".

Insomma, per un partito che fa della legalità il proprio cavallo di battaglia, la faccenda scotta. C’è chi sostiene che dietro l’addio di Iovine ci sarebbe il mancato invito al congresso provinciale di Caserta. Sarà pure, ma resta il silenzio assordante di Antonio Di Pietro, sempre pronto a scagliare la prima pietra. Come mai al riguardo non si pronuncia?