Due pesi e due misure. Le Monde è garantista ma solo con i francesi

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Due pesi e due misure. Le Monde è garantista ma solo con i francesi

18 Maggio 2011

Quando nel 2007 Dominque Strauss-Kahn venne nominato al vertice del Fondo Monetario Internazionale, la Francia gonfiò il petto d’orgoglio e la stampa rispolverò il mito della grandeur per l’onore conferito ad un figlio della Republique. Solo in privato e sottovoce, molti politici si tra gli alleati che tra gli avversari si chiesero allora come avrebbe fatto DSK a tenersi fuori dai guai sessuali per i quali già andava famoso. Nessun giornale si azzardò a far cenno alla questione, tanto che il corrispondente di Liberation da Bruxelles, Jean Quatremer, che aveva seguito le prodezze dell’ex ministro delle Finanze, fu costretto a scriverne sul suo blog dove osservò: “L’unico vero problema per Strauss-Kahn è la sua relazione con le donne: troppo pesante, ai limiti dell’aggressione”. Lo staff di DSK minacciò querela ma poi lasciò cadere la cosa.

Oggi che il presidente del Fondo Monetario si trova in carcere a New York con l’accusa di stupro e il rischio di una condanna a 70 anni, l’abitudine dei giornali francesi a chiudere entrambi gli occhi davanti ai peccati dei potenti in casa propria è sotto pressione. I giornali anglosassoni in questi giorni ci vanno a nozze ricordando il sussiego e lo scherno con cui in Francia venne trattato l’affaire Clinton-Lewinsky. Sul Daily Mail, Stephen Glover, titola così il suo commento: “Un satiro sessuale, una cospirazione del silenzio e perché non dovremo mai avere leggi sulla privacy come quelle francesi”. Mentre il Guardian scrive: “Il taboo mediatico che protegge l’elite politica francese ha confinato sino ad oggi le prodezze di Strauss-Kahn nel reame del gossip”. Il New York Times parla di un “codice del silenzio” che domina la stampa francese quando di tratti di ricchi, famosi o potenti e della convinzione, tutta francese, che le abitudini sessuali dei protagonisti della vita pubblica siano al di fuori del diritto di cronaca.

In effetti i casi di questo genere in Francia sono una schiera, dalla figlia illegittima di Francois Mitterrand, alla relazione dell’allora ministro degli Esteri, Roland Dumas con la figlia del ministro della difesa della Siria, fino ad arrivare alla copertura della relazione extraconiugale di Francois Hollande, marito di Segolene Royale e capo del Ps francese o al sesso a pagamento con ragazzini tailandesi del figlio di Mitterrand, Frédéric, voluto da Sarokzy al posto di ministro della Cultura, vicenda che solo Marine Le Pen ha portato allo scoperto. In tutti questi casi e in molti altri ancora la stampa francese si è quasi fatta un punto d’onore nel tenere un atteggiamento protettivo e condiscendente in nome del diritto alla privacy.

La vicenda di Dominique Strauss-Kahn, dove non si parla più solo delle sue capacità di grande seduttore o di famelico consumatore sessuale, ma entra in gioco la violenza e lo stupro, rende questa linea di condotta molto più impervia del solito. Soprattutto perché l’arresto si è svolto negli Stati Uniti, dove in questi casi ai giudici non pare vero di poter dimostrare che la giustizia è uguale per tutti. Così la faccia devastata e scossa del potentissimo presidente del Fmi è sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo.

Ciò nonostante Le Monde di ieri tentava ancora una estrema difesa d’ufficio con un pensoso editoriale dove si mettevano in contrasto i tempi doverosamente lunghi della giustizia con quelli fulminanti della moderna comunicazione, la cui conseguenza è che il processo si celebra sui media molto prima che nei tribunali e la condanna è comminata dalla pubblica opinione una volta e per sempre anche in caso di assoluzione.

Tutto molto giusto, ma con un perverso vizio d’origine che indebolisce questa difesa. Le Monde è un giornale che ha affondato le mani nelle vicende personali e giudiziarie di Silvio Berlusconi, nei cui confronti la privacy e persino la presunzione di innocenza che oggi vengono invocate per DSK, valevano meno di zero. Nel novembre scorso, il venerando quotidiano francese scrisse un editoriale con la bava alla bocca: “Il ripetersi degli scandali giudiziari e sessuali, pone una questione legata alla dignita’ del presidente del Consiglio e danneggia l’immagine dell’Italia che Berlusconi ha ridotto alla sua caricatura. Con il suo tanfo da basso impero la fine del berlusconismo non fa onore alla Penisola”. Il "codice del silenzio" di cui parla il Nyt a proposito della stampa francese vale insomma solo per i potenti di casa propria ma lascia liberi di maramaldeggiare sui casi altrui. Oggi ancora non sappiamo se le accuse contro Dominque Strauss-Kahn saranno confermate, ma se lo fossero, le piccanti gentilhommerie del Cav. al confronto meriterebbero al legion d’onore, oltre a qualche parola di rammarico da parte di Le Monde.

(Tratto da Il Giornale)