
Due terzi dei Palestinesi approva Intifada dei coltelli

18 Dicembre 2015
Due terzi dei palestinesi di Gaza e della West Bank, il 67 per cento della popolazione, sostiene la intifada dei coltelli, che negli ultimi tre mesi ha provocato la morte di 22 israeliani e di un cittadino americano (326 attacchi nel solo mese di novembre), facendo 352 feriti.
La maggioranza dei palestinesi, dunque, approva l’uso della violenza contro Israele. Il dato, su cui conviene riflettere, si trova nell’ultimo sondaggio svolto dal Palestinian Center for Policy and Survey Research, istituto di ricerca palestinese quotato a livello internazionale.
La ricerca dice anche altro. La crescente maggioranza dei palestinesi pensa che l’intifada dei coltelli sia destinata a evolversi in scontro armato. La maggior parte si oppone alla soluzione “due popoli due stati”. Se oggi si votasse in West Bank, Abbas perderebbe contro Hamas.
Domenica scorsa, il presidente americano Obama aveva detto che “i leader palestinesi devono condannare gli attacchi (contro gli israeliani, ndr.) e fermare l’incitamento” all’odio, ma solo due giorni fa il presidente Abbas ha affermato che gli attacchi sono “giustificati da una sollevazione popolare” parlando di “disparità generazionali”.
Abbas non ha condannato con la necessaria severità gli attacchi, continuando a gettare benzina sul fuoco accusando Israele di uccidere “civili palestinesi indifesi compresi bambini”. Lo scorso ottobre, nel montare della nuova Intifada, Abbas ha puntato il dito contro Israele che vuole “alterare o eliminare la presenza e la identità dei cristiani e dei musulmani” da Gerusalemme. Non contento, Abbas ha giustificato la violenza dei “martiri”.
Niente di nuovo per il suo rivale di Hamas, Khaled Mashaal, che ha chiesto ufficialmente ai palestinesi di armarsi e partire per il Jihad. "Chi accoltella," ha detto Mashaal, "è la più nobile delle persone".