Durban II, Fassino è d’accordo con Frattini ma non se n’è accorto

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Durban II, Fassino è d’accordo con Frattini ma non se n’è accorto

06 Marzo 2009

Commentando il boicottaggio italiano alla Conferenza sul Razzismo dell’Onu – la ormai macabra "Durban II" – Fassino l’ha definita una "decisione estrema" che doveva essere oggetto di un chiaro dibattito parlamentare. Ha anche chiesto al governo di riferire "immediatamente" alle Camere "su quali sono le valutazioni che conducono il governo italiano alla decisione di non parteciparvi".

Passi per il parlamento ma le valutazioni sono chiarissime e anche Fassino lo sa. Il governo italiano ha giudicato che, almeno fino ad ora, la preparazione dei lavori alla conferenza di Ginevra è stata una kermesse anti-israeliana. Tant’è vero che Fassino si è affrettato a fotocopiare: “Non vi è alcun dubbio che nell’attuale versione della bozza di risoluzione finale di Durban II siano contenute affermazioni non accettabili riguardo al sionismo, a Israele e alla vicenda mediorientale. Ed è evidente che quella risoluzione va profondamente modificata…”.

Sembra proprio che il leader del Pd sia stato spiazzato dalla consonanza di posizioni tra l’Italia berlusconiana e gli Usa obamian-clintoniani: “no a Durban / sì al dialogo con l’Iran su questioni strategiche”. Così Fassino per distinguersi è costretto rifugiarsi nel solito corner europeista. L’Italia sbaglia, sostiene Piero, perché il "no" a Durban doveva essere frutto di una decisione a Bruxelles, il risultato di una "iniziativa congiunta e concordata". Tutti sanno che l’Europa, notoriamente, parla con una sola voce in politica estera, no?

Una cosa è certa. Nella bozza di Ginevra, Iran e Siria hanno fatto il solito negazionismo. Quando l’Unione Europea ha chiesto di inserire nella bozza un paragrafo sulla memoria dell’Olocausto, la delegazione iraniana ha risposto: "pensiamo che la bozza sia inappropriata per incorporare un nuovo paragrafo come questo, quindi chiediamo che il nuovo paragrafo venga messo tra virgolette". Come si fa a partecipare a una conferenza sul razzismo dove l’Olocausto è argomento di discussione e non un fatto storico assodato? E infatti il Canada, gli Usa, Israele, e adesso anche l’Italia hanno deciso di non partecipare.

In compenso, la delegazione palestinese ha proposto di inserire un altro paragrafo chiedendo l’interruzione delle violazioni internazionali dei diritti umani e delle leggi umanitarie a Gaza e in West Bank e il rispetto del principio di autodeterminazione dei popoli. Il paragrafo dedicato alla Palestina dovrebbe finire nella sezione intitolata “Identificare tutte le misure e le iniziative concrete a tutti i livelli per combattere ed eliminare ogni forma di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia”. Ed è molto più probabile che passi un paragrafo sulla "nakba" che non quello sull’Olocausto.