E’ arrivato il “battesimo” per il Cal, il Comitato per le Autonomie Locali

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E’ arrivato il “battesimo” per il Cal, il Comitato per le Autonomie Locali

03 Agosto 2012

E’ appena nato. Ma è già importantissimo. Perché sarà presto chiamato a prendere posizione su un tema che sta animando – per non dire infiammando – la politica nazionale: la riorganizzazione delle province. Si tratta del Cal, il Consiglio regionale per le Autonomie locali, insediatosi proprio ieri a L’Aquila. Questo nuovo organismo, venti componenti in tutto tra sindaci e presidenti delle Province, ha eletto all’unanimità alla sua guida Antonio Del Corvo, esponente del Pdl e presidente della Provincia dell’Aquila, mentre alla vicepresidenza ci sarà il sindaco di Francavilla, Antonio Luciani (Pd).

Un breve (e inaspettato) siparietto ha caratterizzato quest’ultima elezione. Se sul nome del presidente Del Corvo c’è stata subito unanimità, non altrettanto è avvenuto per il suo vice. I retroscena raccontano infatti di una vera e propria bagarre scoppiata all’interno del Cenrosinistra, in particolare nel Partito democratico per l’autocandidatura alla vice presidenza del sindaco di Penne, Rocco D’Alfonso. Alla fine, come già detto, a spuntarla è stato Luciani: 13 voti su 20, mentre D’Alfonso si è fermato a 6 (una la scheda bianca). Questo incidente interno ha però aperto un fuoco amico all’interno del partito. Il capogruppo alla Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, che avevo sostenuto la candidatura di D’Alfonso – candidatura che aveva tra l’altro incassato anche il voto bipartisan del presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa – ha diramato una nota durissima contro il vertice regionale del suo partito: “Il segretario Silvio Paolucci non ha minimamente preso in considerazione Pescara, che è rimasta totalmente fuori dalle elezioni”.

Decisione che, sempre a detta di Di Marco, “apre una spaccatura forte e insanabile con l’intero territorio pescarese”. Problemi interni, che il Pd penserà a risolvere in altra sede, perché di certo il compito che attende il Cal non è di poco conto. La sua elezione, infatti, è destinata ad assumere un significato particolare in vista del riordino del territorio imposto dalla spending review. Se, infatti, il decreto taglia-Province del governo Monti detta le condizioni minime per il mantenimento in vita degli enti intermedi, al Cal è affidato lo studio del riassetto istituzionale, anche se a dire l’ultima parola deve comunque essere il Consiglio regionale. Tanto è vero che con l’insediamento del Consiglio delle Autonomie Locali cessano i poteri della Conferenza permanente Regioni-Enti Locali, che conclude dunque la propria attività.

In attesa della prima riunione del nuovo organismo, in programma a fine agosto, i protagonisti della vicenda affilano le armi. A cominciare dal presidente della Provincia Valter Catarra, che ha già ha rivolto un appello all’organismo: "Una legge folle vuole cancellare la provincia più antica d’Abruzzo tirando una riga su un foglio: ma noi che in questo territorio ci viviamo abbiamo il dovere di agire per salvaguardare l’interesse della comunità sapendo che così facendo difendiamo il sistema Abruzzo – dice Catarra -. Non è una scelta che può essere fatta sulla base di rapporti di forza o di umori contingenti: bisogna produrre una seria analisi sugli impatti sociali ed economici. Un errore fatto oggi costerebbe caro non ad un pezzo di territorio ma a tutto l’Abruzzo, una regione che potrà attraversare il guado della crisi solo se troverà una collocazione strategica nel panorama nazionale e questo è un obiettivo che si raggiunge solo se si rema tutti nella stessa direzione". “Abbiamo già programmato le sedute del Cal – assicura il neo presidente Del Corvo – perchè vogliamo addivenire in tempi brevi a una proposta che sia la più condivisa ed efficace per il territorio. Abbiamo il compito, inoltre, di fornire una risposta politica al tema della spending review e dimostrare, dunque, che il territorio è unito. Tuttavia, dal testo licenziato dal Senato – aggiunge – non si parla più di soppressione e accorpamento delle Province, ma di riordino, utilizzando criteri stabiliti dal Governo. Questo significa che per l’Abruzzo può esserci anche la terza provincia. In questo caso – conclude Del Corvo – il Cal può svolgere un ruolo strategico anche in termini di riorganizzazione delle materie delegate dal Governo sul territorio”.

Per il sindaco di Pescara Albore Mascia, infine, due sono gli obiettivi da contemperare: “da un lato la necessità e l’obbligo di favorire la riduzione dei costi della politica, chiesta a gran voce dai cittadini; dall’altro lato, però, anche la capacità di tutelare i territori interessati da tale manovra, senza mortificazioni delle rispettiva identità e specificità, ma tenendo conto dei criteri dettati dal Governo nell’individuazione delle future Città-Capoluogo di Provincia. Pescara – conclude il sindaco – continuerà a difendere l’ipotesi della costituzione della grande provincia Appennino-Adriatica, che veda unite Chieti-Pescara-Teramo, un territorio dalle vaste potenzialità, che impedisca la fuga di molti comuni teramani verso le Marche e, al tempo stesso, riconosca a Pescara quella centralità che non è solo geografica o logistica, ma è naturale e legata alla storia, all’economia e al ruolo istituzionale della città stessa".