
“E’ fallita la Ue, non l’Italia”

29 Novembre 2011
Le promesse e le premesse non mantenute dall’Europa, la difesa del bipolarismo, un centro moderato non radicale, un ramoscello d’ulivo nei confront: di Raffaele Fitto: sono questi i punti cardine del pensiero di Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario del Pdl al Senato, che ieri mattina a Bari ha incontrato la stampa e, in serata, ha partecipato ad un convegno promosso da Alfredo Mantovano («nessun asse – ha precisato – ma partecipo in qualità di ospite, così come Mantovano partecipa agli incontri di Magna Carta»).
Un governo, quello di Monti, «accettato» dal Pdl sull’altare della difesa dell’economiae della sovranità del Paese. «Ma l’Europa, – dice Quagliariello -alla prova da sforzo è fallita» Il motivo? «Il mancato tentativo di costruire una sovranità europea». In questo scenario, «è cambiata la natura dell’asse franco-tedesco che oggi non garantisce che se stesso». Conclusione: si è diffusa nei mesi scorsi l’analisi provinciale per cui «il caprio espiatorio era l’Italia» e che fosse sufficiente cambiare il manovratore (cioè Berlusconi) per raddrizzare la barra. Può nascere un’Europa con un euro forte e uno debole? «Non posso escludere nulla, ma l’euro forte sarebbe l’area del marco».
Il Pdl appoggia il laboratorio-Monti, ma Berlusconi ha lanciato la campagna elettorale. Non è una contraddizione – spiega il senatore del Pdl – perché «questo è un governo di missione e Berlusconi si riferisce al fatto che mancano 300 giorni lavorativi alla scadenza della legislatura». E i toni, nuovamente al di sopra delle righe, sui comunisti? «Dinanzi allo scenario della crisi – precisa – la differenza tra la mentalità liberale e quella di sinistra verrà alla luce».
Quindi, sostegno al governo Monti, «che ci sarà fino a quando questo governo sarà utile alla sua missione che è di salvare il Paese». Quagliariello valorizza l’unità del partito e lancia l’allarme: «Smontare il bipolarismo significa smontare il Pdl«.
Sul futuro di Berlusconi ha precisato che l’ex premier ha un obiettivo di fondo: «Che il Pdl e la costruzione del partito dei moderati possa sopravvivere alla sua esperienza politica e che il bipolarismo sia una conquista stabile per l’Italia». E se su questa piattaforma alle «prossime elezioni si tornerà a vincere credo che un po’ di meriti gli verranno dati». Poi ha lanciato il monito alla Lega «a non rompere l’alleanza».
Infine Quagliariello non si è sottratto alle questioni interne del Pdl pugliese. A partire dal rapporto con l’ex ministro Fìtto: «Negli ultimi tempi io e Fitto abbiamo espresso analisi coincidenti su molti argomenti. Indubbiamente questo ha il suo peso. Il confronto deve continuare. Si è fatto un tesseramento libero e ora ci sarà la stagione congressuale». Nessun asse privilegiato con Mantovano, ma l’auspicio di congressi con un’unità reale e non fittizia, «Solo se ciò non dovesse avvenire – ha precisato – sarebbe possibile pensare ad eventuali assi, ma ora è bene pensare all’unità del partito».
Infine una punzecchiata al centrosinistra, a Vendola e Emiliano che «fin da quando sono stati eletti hanno pensato ad altri incarichi perdendo dì vista la propria squadra e il modo di comportarsi di questa. Ma quest i nodi stanno per arrivare al pettine».
Infine arriva la dichiarazione (poi smentita) di Emiliano contro Vendola. Non vorrebbe commentare, poi si lascia sfuggire: «E’ una buona notizia che la sinistra faccia a meno di Vendola».
(Tratto da La Gazzetta del Mezzogiorno)