E’ guerra dei coltelli a Londra. Sale il bilancio delle vittime

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E’ guerra dei coltelli a Londra. Sale il bilancio delle vittime

18 Luglio 2008

Un altro giovane è stato ucciso a Londra, ancora una volta per arma bianca. Sono ventuno i morti dall’inizio dell’anno nella capitale britannica in quella che è stata ribattezzata “knife crime”, la guerra dei coltelli. E il bilancio sale ancora, nonostante le iniziative prese dal governo laburista e dal sindaco della capitale, Boris Johnson, per arginare il problema. 

L’ultimo episodio è avvenuto a Lambeth, zona a sud di Londra, dove un ragazzo di 18 anni è stato ucciso con un colpo di pugnale allo stomaco. La polizia ha già arrestato un sedicenne di Brixton, accusato dell’omicidio, ma l’intervento tempestivo di Scotland Yard non basta a placare le polemiche. 

“The good die young, the bad still stand”. I buoni muoiono giovani i cattivi resistono ancora. Così  recitava uno dei centinaia di messaggi e biglietti lasciati sul marciapiede di Islington, dove Ben Kinsella, 16 anni, è stato accoltellato il 30 giugno scorso. Il ragazzo era il fratello di una giovane star della tv inglese, Brooke Kinsella, attrice diEastEnders” e la sua morte ha provocato una violenta reazione negli abitanti della capitale. Proprio oggi, mentre la città affronta l’ultimo delitto, sono in programma i funerali di Ben.

Dunque a Londra andare in giro armati è diventata un’ordinaria quotidianità. I ragazzi, soprattutto tra i 13 e i 18 anni, escono di casa col coltello in tasca. Perché membri di una baby-gang, oppure con l’illusione di potersi difendere dagli altri, fatto sta che le lame sono diventate accessorio irrinunciabile tra i giovanissimi. E quando il coltello non proviene dai cassetti della cucina, varie sono le possibilità per tutti, minorenni compresi, di procurarsi senza problemi un temperino. Così basta una banale discussione o il tentativo di furto di un cellulare o di un lettore mp3, perché la discussione degeneri in un regolamento di conti in stile far-west. 

Scotland Yard ha ammesso che al momento questa emergenza è più importante della lotta al terrorismo nel Regno Unito e il fenomeno ha travolto anche il sindaco Johnson, da quando è stato eletto Mayor il primo maggio. “I membri delle bande coinvolte nel knife crime, devono capire quanto sia stupida questa guerra, per nulla affascinante”, ammonisce Johnson. Il primo cittadino della capitale inglese ha citato il personaggio di Mercuzio di Shakespeare, per ricondurre le morti all’immagine romantica di Romeo e Giulietta. La Londra contemporanea, insomma, assomiglierebbe alla Venezia cinquecentesca, dove, “The Most Excellent and Lamentable Tragedy of Romeo and Juliet” si svolgeva sulla base della rivalità tra i Montecchi e i Capuleti. La visione shakespeariana del sindaco, da sempre appassionato dei miti classici, è però molto lontana  dalla realtà londinese: la potenzialità drammatica della lotta tra le baby gang si è trasformata in una mattanza indistinta. 

Così le proposte per sconfiggere il fenomeno si moltiplicano: le scuole predispongono metal detector per trovare gli studenti armati; gli ospedali e i supermercati propongono ai lavoratori più a rischio giubbotti anti-accoltellamento e a Redruth, una piccola città della Cornovaglia, si sperimenta il coprifuoco dopo le 9 di sera per i ragazzini sotto i sedici anni. Anche il governo guidato da Brown ha preso in esame la possibilità di introdurre severi provvedimenti per fronteggiare l’emergenza. I labour sono pressati dall’accusa di non essere stati capaci di contenere il dilagare della violenza fra i teenager negli ultimi dieci anni trascorsi alla giuda del paese, sicché varie sono state le idee esaminate. Tra le altre, il ministro dell’Interno Jacqui Smith ha proposto di far visitare il reparto di pronto soccorso ai giovani, per mostrare loro quanto gravi possono essere le ferite inferte da un coltello. Ma a poco o nulla è servita la campagna choc promossa, in cui si mostrano le immagini delle vittime ferite da un’arma da taglio.

Intanto, è in programma per settembre un grande concerto al Finsbury Park per contrastare l’escalation del crimine. L’idea dello show è di Johnson, con l’appoggio delle locali forze dell’ordine, e sarebbero stati invitati i cantanti che meglio dei politici possono parlare direttamente   ai ragazzi, come gli Oasis, Lily Allen, i Madness e Kelly Rowland. 

Peccato che allo stesso tempo il fenomeno si evolva più rapidamente delle stesse statistiche. Ieri il ministero dell’Interno britannico ha comunicato i dati dettagliati sugli omicidi causati da arma bianca in Gran Bretagna e sono poco confortanti. La polizia d’Inghilterra e del Galles ha registrato 22.151 denunce di aggressioni con coltelli nel 2007, mentre nella sola capitale le denunce sono state ben 7.049. La soluzione del “knife crime”, quindi, potrebbe essere ancora lontana.