E il comune fa sparire i giornali che non sono di sinistra

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E il comune fa sparire i giornali che non sono di sinistra

03 Settembre 2007

Giornali al macero. Tutti meno
quelli di sinistra. Una sinistra però che non disturbi troppo: il Manifesto, ad esempio, è eterodosso
oltre la misura del sopportabile. Meglio sopprimerlo. Bastano e avanzano Unità e Repubblica, depositarie della “linea diessina” in tutte le sue
sfumatore, dal rosa al rosso radical. Il Comune di Terni ha deciso la
“riorganizzazione” della locale emeroteca. E la spiega allegramente con la
mancanza di spazi e con un “piano integrato” regionale. E’ vero naturalmente
che i quotidiani sono ingombranti, ma con le tecnologie moderne si
microfilmano: basta una stanzetta per conservarne parecchie collezioni. Invece
niente. Caput. Per il Popolo, l’Avanti!, l’Avvenire, Il Giornale è
stata decretata la sparizione.

Una sorta di “soluzione finale”
verrà adottata anche per tutti i quotidiani stranieri: dal capitalistico Wall Street Journal all’Independent. Non viene risparmiato
nemmeno il paper della sera più amato dalla sinistra: l’autorevole Le Monde dei cugini d’oltralpe.
Informazione internazionale azzerata, dunque: hai visto mai circolasse per le
plaghe dell’Umbria un’aria men che provinciale? Quanto ai grandi quotidiani
nazionali (Corriere della Sera, Sole 24 Ore, Stampa) al Comune assicurano che, distrutte le copie su carta, si
troveranno comunque i microfilm. Verranno acquisiti tutti quelli che si trovano
sul mercato. Per il momento però ce ne sono pochi e riguardano brevi periodi.

I “tagli” all’emeroteca ternana
non colpiscono invece Repubblica e L’Unità,
presenti in forze. E perchè i due giornali di sinistra la fanno da padroni
mentre gli altri vengono brutalmente colpiti? Non ci crederete ma al Comune di
Terni rispondono così: “Sono i più richiesti”. Addio al pluralismo, senza
neanche vergognarsene un po’. La “riorganizzazione” non “taglia”
invece la stampa locale o con inserti locali. Salvi dunque Il Messaggero, La Nazione,
Il Corriere dell’Umbria e Il Giornale dell’Umbria, tutti
quotidiani onorati che però – salvo rare eccezioni – non hanno mai troppo
disturbato “il manovratore politico”.

Sin qui la cronaca. E adesso
immaginiamo che un giovane ternano voglia fare una tesi – pensate la
stravaganza – sulla storia della siderurgia, visto che la sua città ne è stata
e ne è una capitale. Bene, non troverà giornali europei e sì che la questione
acciaio ha avuto una discreta rilevanza continentale. Troverà con grande
difficoltà e solo per alcuni periodi quotidiani non proprio irrilevanti per
ricostruire l’argomento come il Sole 24
Ore
e il Corrierone. Non potrà consultare Popolo e Avanti! per
sapere – ad esempio – cosa ne pensavano di certe ristrutturazioni Dc e Psi. In
compenso saprà tutto delle posizioni sindacali e del Pci, nonché degli
amministratori locali. La tesi di laurea è garantita: orientata a sinistra sin
dalle fonti. Naturalmente il giovane autore potrà documentarsi anche fuori
dalla sua città: a Perugia, a Roma. A Terni però regna la gauche e sarà bene che se ne renda conto: qui s’informa ampiamente
ma solo in una direzione. Il pluralismo può attendere.

Si può anche scegliere la
discutibile strada di fare in Umbria un’unica emeroteca regionale, ma perchè la
“specializzazione” ternana deve essere legata al binomio Unità – Repubblica e non
– tanto per fare un esempio – al tema dell’acciaio e della politica
industriale? E perchè una sede universitaria che vuole svilupparsi rende più
difficile la reperibilità delle fonti di ricerca?