“E’ il primo passo verso l’utero in affitto. Ora referendum per fermare la deriva”

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“E’ il primo passo verso l’utero in affitto. Ora referendum per fermare la deriva”

E’ passata qualche ora dai primi flash d’agenzia che annunciano il via libera, da parte della prima sezione civile della Corte di Cassazione, ad una domanda di adozione di un minore presentata dalla partner, convivente, della madre. E Gaetano Quagliariello, senatore di Idea, tra i protagonisti nella battaglia contro il Ddl Cirinnà, tira le somme. “E’ accaduto esattamente quel che avevamo previsto: la stepchild adoption e la maternità surrogata, che nel caso di coppie maschili ne è la logica premessa, entrano per via giudiziaria. Questa sentenza è un primo passo”. 

Il successivo?

“Arriverà qualche tribunale europeo a sancire che siccome le nostre unioni civili sono identiche ai matrimoni, allora devono avere anche gli stessi diritti e doveri. Compreso quello di adozione. Questa è stata la strada tedesca alla maternità surrogata ed era prevedibile lo diventasse anche per l’Italia. Noi l’abbiamo detto e ridetto e ora i fatti ci danno ragione, con buona pace di quanti pensavano di aver raggiunto un buon compromesso con la legge Cirinnà”.

Si riferisce a Ncd e allo stralcio della stepchild adoption?

“Certamente. Noi avevamo avvertito che con il comma 20 (che rimanda il nodo adozioni alle decisioni dei tribunali, n.d.r) si sarebbe aperta la via giudiziaria alla stepchild e quanto accaduto lo conferma. Per arrivare a tutto questo ci sono stati numerosi strappi che il senatore Giovanardi ha ripetutamente denunciato in Aula. Ora tutto torna. Si capisce perché non si è voluto un cattolico alla testa della competente sezione della Corte di Cassazione, e per quale motivo la richiesta, da parte del Procuratore Generale della Suprema Corte, di avere su questo tema un pronunciamento delle sezioni unite sia stata fatta cadere nel vuoto”.

Quando lei parla di possibili sentenze europee, a cosa si riferisce?

“Al fatto che la giurisprudenza europea ha un’impostazione “sostanzialista”. Faccio un esempio: se un animale abbaia, per la giurisprudenza europea è un cane anche se tu lo chiami gatto. Dunque, per questo principio, se un istituto è identico al matrimonio, allora è matrimonio anche se lo chiami unione civile. E’ per questo che nel ddl Cirinnà ci sono stati tanti richiami al codice civile. E’ per questo che si è voluta concedere la pensione di reversibilità a chi fa un’unione civile e non ai conviventi eterosessuali. La ragione è per facilitare il pronunciamento di una Corte Europea nel senso in cui si è già operato per la Germania e l’Austria”. 

E ora, cosa farete?

“Continueremo a lottare. Credo sia arrivato il momento di fare un vero e proprio libro bianco sulle forzature e le illegalità compiute su questo tema dall’inizio della legislatura a oggi. Chiamando a raccolta sia i parlamentari, sia tutta quella parte della società civile che può portare testimonianze”.

Si riferisce al popolo del Family Day?

“Esatto”.

Ma non c’è stato uno scollamento?

“Quel popolo non si è mai disperso, mi pare ci sia stato qualche problema solo nel gruppo dirigente”.

Quanto è difficile la sfida di uno referendum sul ddl Cirinnà?

“E’ uno strumento che va attivato. E condivido la tesi di Gandolfini: il primo passo è vincere con il No il referendum di ottobre sulle riforme costituzionali, perché anche lì sono state fatte delle forzature che non possono rimanere senza una risposta”.

Non è strumentale associare le due cose?

“Assolutamente no, perché in entrambi i casi va riaffermato lo stato di diritto contro le forzature istituzionali”.

(Tratto da Il Tempo)