E’ la ‘Festa delle Donne’ e Zucconi che fa? Dà dell’oca giuliva a Sarah Palin
08 Marzo 2012
di redazione
Quelli de ‘La Repubblica’ sono progressisti mica da ridere. Non si tirano mai indietro quando si tratta di fare battaglie di genere per quote rosa, diritti delle donne a disporre del proprio corpo, sono sempre dalla parte del ‘gentil sesso’ insomma. D’altronde loro rappresentano ‘la mejo Italia’, loro sono i Migliori che ci tengono a differenziarsi da quell’Italia incivile che ha votato Berlusconi per anni.
Il femminismo non va mai in soffitta soprattutto oggi che è la ‘Festa della Donna’. E’ per questo che la direzione del giornale del gruppo ‘L’Espresso’ ha ritenuto necessario, oltre alla pubblicazione di un Diario da dedicare alla donne, anche mandare in stampa un pezzo, cordiale e rispettoso, sull’ex-governatore dello Stato dell’Alaska, Sarah Palin. Il pezzo, pubblicato a pagina 17 (knock wood) del quotidiano di oggi, recita "… Sarah [Palin], che gioca a fare l’ochetta giuliva quando vuole sedurre il pubblico di bocca buona ma è stata una governatrice eccellente della sua Alaska ed è una donna assai abile e astuta, non è dunque la causa dello scompiglio nel quale annaspa il partito repubblicano".
Ochetta giuliva? Il giorno della ‘Festa delle Donne’? Ma siamo impazziti? Delle due l’una: o è lecito insultare, dando dell’ochetta giuliva a tutte le donne – ochetta giulivia è proprio il classico epiteto molto macho, come dicono in quel covo di politicamente corretti che è la Francia la quale sembra piacere tanto a Vittorio Zucconi – oppure tutte le donne che non la pensano come ‘La Repubblica’ sono meritevoli di epiteti del genere. Ce l’avremmo voluto vedere Zucconi a dare dell’Ochetta giuliva a Hillary Clinton, Lilly Gruber o Serena Dandini? Ci smentisca Zucconi, e dia dell’ochetta giuliva anche a qualche afecionada d’area progressista.
PS: Non possiamo fare a meno di far notare anche quell’altro bel passo del pezzo in cui il sig. Vittorio Zucconi fa sfoggio di tanta americanità liberal, da sentirsi libero di apostrofare l’ex-first lady, Barbara Bush, la moglie del presidente Usa George H. W. Bush, di ‘Barbarona’, manco fosse sua sorella.