E l’Ucraina, a sorpresa, si riavvicina alla NATO
01 Luglio 2011
L’Ucraina sta sviluppando la cooperazione con la NATO, assestando un duro colpo alle speranze di Mosca che il suo vicino si sarebbe allineato molto più strettamente alla Russia sotto il nuovo presidente Yanukovych.
Questo è quanto afferma il quotidiano “Kommersant Ukraine” che ha ottenuto un documento segreto sui programmi Ucraina/NATO per il 2011.
Yanukovych starebbe cercando rapporti col blocco militare occidentale ancora più stretti del suo predecessore, dichiaratamente amicissimo dell’occidente, Yushchenko.
Il deciso cambiamento nella politica estera arriverebbe a causa della forte delusione di Kiev per i termini e le condizioni del riavvicinamento al Cremlino.
Il documento confidenziale, approvato a inizio 2011, parla di 64 eventi bilaterali, comprese discussioni su argomenti delicati quali la sicurezza energetica ucraina, il cosiddetto “scudo antimissile” e il futuro della flotta russa del mar nero in Crimea.
Due incontri del mese di giugno sono dedicati a principi e strategie della politica estera dell’Ucraina.
Alla richiesta di chiarimenti da parte dei giornalisti, il presidente ha risposto, alquanto laconicamente, che il paese è stato e rimane un paese non allineato, come previsto dalla legge.
Personalmente, ritengo che il documento sia stato fatto filtrare apposta da Kiev, per mettere pressione sul governo russo.
I rapporti tra i due paesi sono diventati più freddi a causa di un doppio equivoco.
Mosca riteneva che i nuovi governanti, che dichiaravano amore incondizionato, si sarebbero “spontaneamente “ staccati dall’occidente e legati mani e piedi alla Russia senza chiedere chissà che cosa in cambio.
La dirigenza politica ucraina, d’altro canto, pensava che l’amicizia e alleanza che offriva valessero oro, visto che in Europa solo la moribonda Bielorussia si è legata al Cremlino.
Dopo avere ottenuto il 30% di sconto sulle forniture di gas, in cambio del prolungamento dell’affitto della base navale di Sebastopoli per la flotta russa del mar nero fino al 2042, ben poco ha ricavato il nuovo governo dal cambio di politica estera.
L’integrazione nell’unione doganale tra Russia,Bielorussia e Kazakhstan è stata quindi decisamente respinta a favore della ricerca di un accordo di libero scambio con l’Unione Europea. E non ottenendo altri sconti sul prezzo del gas, considerato troppo elevato, si sta spingendo verso l’esplorazione e lo sfruttamento dei giacimenti del cosiddetto “shale gas” che le nuove e meno costose tecnologie rendono appetibile economicamente.
Come se non bastasse, si è dato il via libera alla costruzione del primo rigassificatore, che importerà dal Caucaso e forse dall’Asia centrale quello che servirà alle esigenze interne e forse pure all’esportazione.
Non stupisce, vista la svolta in atto, che all’inizio di questo mese la Russia abbia dovuto protestare per l’arrivo di un incrociatore americano, equipaggiato con difesa antimissile, nel Mar Nero.
Il suo arrivo è legato all’invito della marina ucraina a partecipare ad esercitazioni navali ed è stato bollato da Mosca come “minaccia alla sicurezza nazionale”.
Il ministro degli esteri ucraino ha risposto sprezzante che l’esercitazione non presenta nessun pericolo potenziale o reale per i paesi che si affacciano sul Mar Nero.
Insomma, Kiev si pone in maniera non ideologica sul mercato, l’unico criterio continuerà ad essere la sua convenienza.