E Soru baratta la Sardegna per un posto d’onore nel Pd
11 Gennaio 2008
Sardegna pattumiera privata di Bassolino. È questo, secondo alcuni, il nuovo destino di uno dei paradisi ambientali del Mediterraneo dopo il sì
senza se e senza ma del governatore sardo Renato Soru allo smaltimento della
spazzatura napoletana.
Una decisione così affrettata e solitaria – nemmeno
l’ombra di un tentativo di concertazione con gli enti locali, già saliti da
ieri sulle barricate – da far pensare che ci sia qualcosa sotto.
Qualcosa di maleodorante, malignano in molti, che potrebbe avere a che fare con l’intenzione
del patron di Tiscali di barattare la sua disponibilità ad accogliere seduta
stante la “monnezza” della Campania con la conquista di un seggio sicuro nel
pantheon del Partito democratico.
Il condizionale è d’obbligo, certo, ma le ultime mosse del
presidente parlano da sole. Stamattina, in un vertice convocato a palazzo Chigi per discutere
di trasporto pubblico locale, ha scelto la linea del silenzio dichiarando di
non aver sollevato la questione rifiuti davanti al governo.
Un’alzata di spalle
che lascia in ambasce mezza isola, diventata ormai l’epicentro di un terremoto
che dalla discarica di Pianura si è spostato verso il Porto canale di Cagliari,
teatro da ieri pomeriggio di scontri e mobilitazioni di massa contro
l’importazione del pattume straniero. Un centinaio di militanti di Irs,
Indipendentzia Repubrica de Sardigna, ha presidiato per ore i moli del porto
industriale del capoluogo, rallentando l’attracco del “Via Adriatico”, il primo
traghetto carico di quella che è stata subito ribattezzata “spazzatura
coloniale”.
Scena che si è ripetuta poco dopo, con inevitabile seguito di risse
e tafferugli, non appena ha fatto la sua comparsa in rada la seconda nave zeppa
di rifiuti, la Italo-ro
Three partita mercoledì sera da Napoli. Tanto che solo a
tarda notte i ventidue camion che trasportavano i rifiuti campani sono riusciti
a sbarcare e ad avviarsi verso il termovalorizzatore della Tecnocasic di
Macchiareddu, a una decina di chilometri da Cagliari.
Oltre cinquecento
tonnellate di sacchetti neri. Uno
strappo non da poco alle regole vigenti. Da sette anni infatti una legge regionale
vieta il trasporto e lo stoccaggio nell’isola dei rifiuti provenienti da altre
regioni, divieto ribadito dal sindaco di Cagliari Emilio Floris, che ha
rispolverato un’ordinanza comunale emessa nel 2006 e mai revocata, seguito a
ruota dal collega di Olbia Gianni Giovannelli, che non ha esitato a emettere un
nuovo provvedimento anti-rifiuti.
Intanto stasera il presidente della Regione sarda Soru ha
convocato una conferenza stampa per arginare in extremis le critiche per la decisione unilaterale di accogliere i rifiuti napoletani,
mentre nella notte appena trascorsa il giardino della sua villa cagliaritana è
stato invaso da una trentina di sacchi di immondizia scaricata per protesta dai
cassonetti vicini.