E’ troppo chiedere la Verità su Ustica e sulla strage di Bologna?

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E’ troppo chiedere la Verità su Ustica e sulla strage di Bologna?

E’ troppo chiedere la Verità su Ustica e sulla strage di Bologna?

04 Agosto 2020

Tutto giusto e sacrosanto. Giuste le cerimonie ufficiali, i minuti di silenzio davanti ai monumenti, le Messe e le dichiarazioni istituzionali che sfidano la retorica chiedendo giustizia e Verità, ovviamente sempre quella con la V maiuscola, quella che si pronuncia con un sospiro pieno di enfasi. Già la Verità, come fosse una dea inarrivabile, una condanna divina il non poterla raggiungere. Eppure non è affatto così, almeno non del tutto. Dopo 40 anni, la verità sulle stragi di Ustica e della stazione di Bologna resta una eterna promessa mancata, sepolcro imbiancato dal rito e dalle frasi di circostanza delle massime autorità dello Stato Italiano, non per colpa del Destino, ma per una precisa volontà politica.

Gli atti in possesso della commissione parlamentare d’inchiesta su Ustica, i documenti del Lodo Moro in possesso dei Servizi di sicurezza che probabilmente celano la verità storica e processuale sulla tragedia aerea, su Bologna e sullo stesso caso Moro sono ancora coperti dal Segreto di Stato. Un segreto fortemente mantenuto dallo stesso Stato che ogni anno, da 40 anni a questa parte, chiede verità. E’ questo il paradosso tragico che rende la comprensibile e inevitabile retorica delle cerimonie, qualcosa a tratti insopportabile. Soprattutto per le vittime di quelle tragedie. Chiedere verità e allo stesso tempo negarla. Affermare con forza di fare ogni sforzo per dare una spiegazione all’orrore e contemporaneamente comportarsi all’opposto.

Perchè in fondo il fatto più drammatico e inaccettabile è che queste posizioni inconciliabili convivono fianco a fianco proprio nelle cariche istituzionali che dovrebbero rappresentare tutti gli italiani. Il 27 giugno 1980 sul Dc9 Itavia che precipitò in mare morirono 81 persone, il 2 agosto 1980 a Bologna 85 persone persero la vita e un Paese intero sprofondò nel terrore. Da allora ogni ricostruzione, anche la più fantasiosa, ha potuto godere di legittima cittadinanza proprio perchè la verità storica è stata negata. Infangando la memoria, delegittimando le istituzioni e calpestando il grido di dolore dei familiari che ancora risuona intatto. La verità processuale non ha potuto far altro che sfiorare i fatti, fermarsi alla superficie, perchè oltre la mano di vernice bianca lo Stato ha posto un muro inscalfibile. Su questo giornale in queste settimane abbiamo pubblicato una parte dei documenti pubblici che contribuiscono ad allargare il cono di luce sulla tragedia di Ustica, ma non basta. Ora è tempo che il drammatico paradosso italiano si ricomponga e che quella dicotomia schizofrenica di uno Stato che con una mano pretende la Verità e con l’altra la nasconde, trovi una sintesi.