È tutto un festival

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È tutto un festival

28 Novembre 2005

Veltroni, Marrazzo e Gasbarra, il trio istituzionale che guida comune, provincia e regione, hanno stanziato un milione di euro ciascuno per lanciare un festival del cinema a Roma. Altri due li metterà la camera di Commercio e gli altri verranno da sponsor e biglietti. Il festival della Capitale si terrà appena un mese dopo quello di Venezia nel complesso dell’Auditorium di Roma.
Se ne sentiva il bisogno? No.
Il terzetto di cui sopra ha fatto del piangere miseria il suo stile di governo: c’è traffico perché non ci sono i soldi per i vigili; c’è la spazzatura per strada perché non ci sono i soldi per gli spazzini; gli ospedali non funzionano perché non ci sono i soldi per gli infermieri; le strade sono piene di buche perché non si sono i soldi per tapparli. Sullo sfondo, ma neppure tanto, la responsabilità di tutto ciò è rinviata al governo centrale che affama comuni, regioni e province.
Intanto però Renzo Piano ha già preparato il logo del festival, Goffredo Bettini, il veltroniano presidente di Musica per Roma (musica, non cinema!) ha formato la sua squadra e annuncia trasferte in tutto il mondo per lanciare il nuovo appuntamento festivaliero.
Inoltre, in Italia un festival del cinema c’è già. E’ a Venezia dal 1932, essendo giunto, magari zoppicando e con qualche interruzione, alla 63° edizione. Da tempo perde colpi e i rivali di Cannes e Berlino lo hanno ampiamente surclassato. Però è un marchio affermato, bene o male seguito e conosciuto in tutto il mondo. Serve sbattergli contro, un mese dopo, la concorrenza di Roma?
I film importanti in uscita non sono infiniti e sarà sanguinosa la lotta per accaparrarsi le migliori anteprime. Per questo apparivano ridicoli i salamelecchi buonisti che Veltroni e Cacciari si scambiarono quando la pattuglia romana sbarcò – massimo dello sfregio – proprio al festival di Venezia per lanciare la sfida.
Ci parlano ogni giorno dell’importanza di ‘fare sistema’ e alla prima occasione si rimangiano tutto: così abbiamo Roma contro Milano per le Olimpiadi del 2016 e ora anche Roma contro Venezia per cinema e starlette.
E’ un frutto tipico del veltronismo che dilaga ormai anche in provincia e regione: molto chiasso, molte feste, molti lustrini e la vita vi sembrerà migliore.
Forse il ministro dei Beni culturali, finché è in tempo, potrebbe farsi sentire.