E’ una strana sinistra sessuofobica quella che plaude a Bagnasco

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E’ una strana sinistra sessuofobica quella che plaude a Bagnasco

27 Settembre 2011

La stampa “di sinistra” e anti-berlusconiana ha prodotto una lettura molto conveniente del discorso del Cardinale Bagnasco per piegarlo ai più immediati  scopi di polemica politica. Ma ha fatto anche di più e di peggio: ha omaggiato e plaudito proprio i passaggi che la cultura liberale, libertaria, progressista e laica avrebbe dovuto avere il coraggio di criticare se non fosse tutta intera accecata dall’odio e dalla voglia di rivalsa.

Così facendo ha tradito le sue radici, la sua identità e ha condotto un’opera di diseducazione profonda e in definitiva di tradimento verso il popolo di sinistra che vi si riconosce. Ora è vero che questo popolo applaudirebbe anche un boia se la sua scure si potesse abbattere solo sul collo del presidente del Consiglio eppoi tornare nel dimenticatoio della storia. Ma se si lasciano attecchire certi incubi e si sfamano simili brame poi diventa molto difficile liberarsene.

“C’è da purificare l’aria” titolano quasi tutti i giornali di oggi citando un passaggio di Bagnasco. E i più lo traducono direttamente con l’invito a Berlusconi a mollare, a farsi da parte, essendo lui e lui solo ciò che ammorba il clima civile e politico. Eppure il presidente della Cei, per arrivare a quella frase oggi presa a bandiera della liberazione dal regime del Caimano, percorre un tragitto molto chiaro.

Il punto di partenza non è Berlusconi ma “la questione morale” che secondo Bagnasco esiste eccome ma “non è una debolezza esclusiva di una parte soltanto” e riguarda sia “l’ambito privato che quello pubblico”, sia i cittadini che le istituzioni. L’impegno della politica, tutta quanta, deve essere rivolto a  “combattere la corruzione, piovra inesausta dai tentacoli mobilissimi”. In questo modo si purifica l’aria. E non ci interessa qui evocare nomi e circostanze che dovrebbero indurre i neo-tifosi di Bagnasco a guardare dentro casa propria per contribuire a quella purificazione. Ma piuttosto rilevare che lo sguardo di Bagnasco raccoglie un orizzonte più vasto rispetto al pettegolezzo telefonico di questi ultimi mesi e non si cura di avallare vie d’uscita che sta ai politici ricercare.

Ma come dicevo c’è di peggio nel modo in cui la sinistra e i suoi giornali si sono spellati le mani per il discorso del presidente della Cei. Bagnasco parla di “comportamenti licenziosi e relazioni improprie” e dice che sono “in se stessi negativi e producono un danno sociale a prescindere dalla loro notorietà”, poi parla ancora di comportamenti “non solo contrari al pubblico decoro ma intrinsecamente tristi e vacui”. (evidenziazioni dell’autore)

Che cosa applaude la sinistra in queste parole, in cosa si è trasformata in nome dell’antiberlusconismo? Bagnasco introduce elementi scontati di morale cattolica, ma davvero i laici, le femministe, il popolo viola, i gay, i vatica-taliban, le famiglie di fatto e quelle allargate, il mondo glbt, possono applaudire all’idea oggettivamente sessuofobica di “comportamenti licenziosi in se stessi negativi”? E quali sono? Ce lo dicano per favore. E quali sono i comportamenti intrinsecamente tristi e vacui? Davvero credono che Bagnasco pensasse solo alle notti di Arcore e non anche – a suo buon diritto – anche alle loro proprie stanze da letto. Davvero il popolo della libertà sessuale, dell’anti-ingerenza clericale è disposta a spalancare le porte dei propri peccati solo perché sia lecito irrompere in quelli di Berlusconi?

Non sta certo a noi dirlo, a noi che abbiamo sempre ritenuto legittima e anche preziosa la voce della Chiesa nella scena pubblica quando si parli di cose umane, come la vita, la morte, il sesso, la maternità, la riproduzione, il matrimonio. Ma con quale coraggio si applaude oggi a Bagnasco che pretende giustamente di dire la sua sui costumi morali e sessuali degli italiani (Berlusconi in primis ovvio) quando fino a ieri gli si ingiungeva di tacere sui matrimoni gay o sull’inseminazione artificiale?

Davvero, in nome di Berlusconi, la sinistra intende fare della sessuofobia, del senso del pudore, dell’ortodossia sessuale, della fedeltà o della continenza una sua bandiera politica? Dobbiamo forse aspettarci che il prossimo leader del Pd e dintorni sia innanzitutto estraneo da comportamenti licenziosi e da relazioni improprie e giuri sulla Bibbia di non incorrere in pratiche tristi e vacue? Se è così ci pare di poter dire che molti dei potenziali concorrenti non arriverebbero neppure alle primarie.