Ecclestone propone di bagnare le piste di F1, rispondiamo con alcune idee…
02 Marzo 2011
Come avrebbero detto le nostre sagge madri: al peggio non c’è mai fine. Impossibile non averlo pensato dopo la proposta lanciata ieri da Bernie Ecclestone di bagnare le piste “per rendere i gran premi più spettacolari”. Il patron della F1 forse non ha pensato alla sicurezza dei piloti e a tutta una serie di effetti collaterali, ma ci ha dato lo spunto per alcune proposte per rendere più interessanti anche altri sport.
“Come sono adesso le gare i sorpassi sono quasi impossibili perché sull’asfalto asciutto c’è solo una traiettoria gommata che consente di raggiungere la massima velocità – le parole di Ecclestone – Quando la pista è bagnata, il quadro cambia radicalmente. Abbiamo avuto le corse più emozionanti sempre sul bagnato”. Tralasciando l’ovvio appunto che si potrebbe muovere circa il decadimento della sicurezza in pista in condizioni di bagnato vale almeno la pena di pensare ai costi aggiuntivi per il già precario budget di squadre e circus.
Prima di tutto occorrerebbero dei macchinari per bagnare le piste e certamente non avrebbero un costo irrisorio. Per i team gli aggravi sarebbero anche maggiori: oltre ad aver bisogno di più treni di gomme per rimanere competitivi anche sul bagnato le squadre dovrebbero coprire i costi dei maggiori danni che (inevitabilmente) scaturiscono dal maggior numero di incidenti che accadono sul bagnato. Ma più incidenti vogliono dire pure più infortuni per i piloti, costretti magari a saltare alcune gare, e quindi necessità di ingaggiare sostituti all’altezza. Insomma, un circolo vizioso poco conveniente. Ma se un proposta non funziona in uno sport non vuol dire che non possa fare al caso di un altro…
Lo spunto di Ecclestone ci ha dato da pensare, abbiamo così elaborato varie proposte per migliorare alcune discipline in crisi di visibilità:
La maratona: alla specialità olimpica per eccellenza basterebbe veramente poco; un po’ di olio dietro una curva per rendere precario l’equilibrio dei corridori e qualche boccetta di lassativo al posto degli integratori nei punti di ristoro farebbero la felicità di tutti i tifosi. Nel golf invece i problemi sono i tempi morti ed i trasferimenti, i nostri suggerimenti in questo caso sono due. Si potrebbero lanciare i golfisti da una buca all’altra con una catapulta oppure, mantenendo la classica “macchinetta”, disseminare i green di sabbie mobili in cui far impantanare i buffi mezzi.
Passiamo allo sci di fondo: in questa disciplina il discorso è più complesso. Escludendo slavine a sorpresa e frane provocate rimane ben poco da fare se non fornire agli sciatori sci e attacchi uguali per tutti ma fallati. Solo i più fortunati arriverebbero alla fine, in un susseguirsi di colpi di scena. Infine il ciclismo; una bellissima idea ci è stata rubata da Ettore Torri, capo procura antidoping del Coni, che propose di legalizzare il doping. Un suggerimento “geniale” purtroppo bocciato, ma qualcosa si può fare, ad esempio far percorrere discese con pendenze superiori al 20% o togliere le gomme alle ruote e far viaggiare le bici sui cerchioni.
Come dimostrato, è facile avanzare proposte di dubbia utilità, ben più difficile è gestire in modo sensato un business da miliardi di dollari. Ci aspetteremmo da chi ha l’esperienza di una vita più la seconda delle due cose, alla prima pensano già egregiamente Sepp Blatter e i “bar dello sport” di tutto il mondo.