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“Ecco come cambierà l’editoria dopo il Coronavirus”. Intervista a Florindo Rubbettino
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23 Aprile 2020
L’emergenza Coronavirus ha messo a dura prova molti settori economici e produttivi del nostro Paese. Tra questi, c’è senza dubbio il comparto dell’editoria. Durante i giorni della quarantena, tutto si è fermato ed ora, tra librerie che timidamente riaprono e la vita che tenta di tornare alla normalità, gli utenti si rivolgono al mercato dell’online con una conseguente crescita dell’accesso ai contenuti multimediali.
Di questo e altro ne abbiamo discusso con Florindo Rubbettino, responsabile dell’omonima casa editrice.
Il diffondersi del Coronavirus ha gettato in una crisi epocale anche il vostro settore. Voi siete una casa editrice del Sud Italia che – mi corregga se sbaglio – ha sempre operato in lockdown, cioè lontano dai grandi editori. Il fatto di lavorare a distanza vi ha aiutato?
La nostra casa editrice ha sempre partecipato al dibattito pubblico da un territorio sicuramente non centrale, come ricordava lei. Questo però non ha costituito un punto di debolezza, anzi. Lockdown significa anche tutto a portata di tutti.
Quali sono le conseguenze della crisi sul comparto editoriale? E’ evidente una crescita degli ordini online…
Abbiamo registrato una crescita degli ordini online sul nostro sito, una crescita delle spedizioni di libri fisici e una crescita degli e-book. Noi siamo stati dei pionieri per quanto riguarda gli e-book e il diffondersi del digitale ha riaperto questi canali. Sebbene si registri una crescita del digitale, questo non potrà mai recuperare quello che ha lasciato il cartaceo. Fortunatamente, il mercato italiano è ancora cartaceo, il librario è ancora colui che può far fare un’esperienza di vita al lettore.
In questi giorni, hanno riaperto alcune librerie.
Al di là delle polemiche, credo che sia un segnale importante perché questa misura, seppur simbolica, ha sbloccato una filiera completamente ferma. Tutto questo non va sottovalutato perché si tratta di una misura che ha un effetto reale sulla vita delle persone .
Quali saranno le conseguenze complessive per il vostro settore?
La crisi è sicuramente un acceleratore di futuro, noi in molti ambiti abbiamo favorito delle innovazioni. L’editoria ne uscirà cambiata, i contenuti si contamineranno tra loro, come accade già ora con i contenuti digitali. In termini di tenuta economica, la filiera è stata messa a dura prova e si dovranno costruire nuovi contenuti per fornire delle alternative: penso ad esempio ai festival letterari che non si potranno più fare. Bisogna poi ridare centralità alle biblioteche come luoghi di scoperta e di questo se ne dovranno occupare le politiche pubbliche.