Ecco come funziona la voluntary disclosure permanente
11 Settembre 2019
L’OCSE, nel suo rapporto sull’Italia 2019 (Economic Survey 2019), ha, tra le altre, suggerito di potenziare le procedure di voluntary disclosure. Prendendo spunto da alcune delle migliori previsioni già adottate nei programmi di disclosure internazionali, si potrebbero dunque impostare programmi di disclosure di vari tipi, il cui gettito, considerati i risultati delle ultime edizioni della voluntary, potrebbe non essere irrilevante. E questo anche considerato che i risultati di indagini su evasioni internazionali come, ad esempio, quella sui panama papers (ad oggi recuperati circa 1,2 miliardi di dollari su inchieste avviate in 82 Paesi) dimostrano che le risorse così “aggredibili”, nonostante le varie versioni di voluntary disclosure degli ultimi anni, sono tutt’altro che esaurite. L’Ocse stessa, del resto, raccomanda da anni di dotare l’ordinamento di un meccanismo di regolarizzazione permanente al fine di rafforzare il dispositivo di contrasto alle evasioni fiscali internazionali, laddove sono circa 50 i Paesi monitorati in cui è attivo un programma temporaneo o strutturale di regolarizzazione spontanea dei capitali illegalmente detenuti all’estero. E nella maggior parte dei casi si tratta di strumenti permanenti a disposizione dei contribuenti. Andando a vedere alcuni esempi concreti, il programma di voluntary Disclosure negli Stati Uniti è stato istituito nel 2009 e reiterato nel 2011. L’offshore Voluntary Disclosure Program permette la definizione delle sanzioni e l’estinzione dei reati commessi. Non prevede invece delle esimenti in ambito penale, ma l’Amministrazione Finanziaria intercede presso il Dipartimento della Giustizia affinché il contribuente-evasore non venga perseguito penalmente.
L’Offshore Voluntary Disclosure Program non prevede termini di scadenza: si tratta quindi di una misura strutturale, le cui caratteristiche, tuttavia, possono essere modificate in qualsiasi momento da parte dell’IRS (l’Agenzia delle Entrate americana). In particolare, possono essere modificate le sanzioni, limitato il campo d’applicazione o può essere definitivamente concluso il programma. Anche in Germania il programma di Voluntary Disclosure rappresenta uno strumento permanente a disposizione dei contribuenti. E’ stato disciplinato nel 2011 da una legge del Bundestag ed ha una durata teoricamente illimitata. La regolarizzazione avviene pagando le imposte ordinariamente dovute maggiorate degli interessi annuali. La Voluntary Disclosure tedesca copre anche il campo penale, prevedendo l’impunità totale dei contribuenti che si autodenunciano, con il pagamento però di una somma aggiuntiva, proporzionale alle imposte non dichiarate, per estinguere le sanzioni penali. In Francia, invece, il programma di Voluntary Disclosure è stato istituito con Circolare Ministeriale del 21 giugno 2013. Tale programma ha una durata illimitata nel tempo, fatta salva la facoltà del Ministero di revocarlo.
Ne sono esclusi società e contribuenti nei cui confronti sia iniziata una procedura di accertamento o giudiziaria. Il contribuente è tenuto a pagare integralmente le maggiori imposte dovute con delle maggiorazioni tra il 15% ed il 30% sulle maggiori imposte. In Gran Bretagna esiste un sistema di adesione volontaria permanente sia per il sommerso detenuto all’estero che per qualsiasi altra irregolarità, anche domestica. Sono applicate sanzioni ridotte (oltre agli interessi) in percentuale sull’intero importo dovuto, ma per quanto riguarda le attività detenute all’estero è prevista una copertura penale completa. Questo sistema è permanentemente a disposizione del contribuente e può essere attivato anche se il contribuente in questione è stato interessato da verifiche e/o controlli da parte delle Autorità fiscali. Alcuni programmi di disclosure sono stati infine diretti a specifici soggetti o categorie di reddito: la “E-market places campaign”, attivabile tra marzo e settembre 2012, era per esempio indirizzata a chi aveva operato nel commercio elettronico e non ne aveva dichiarato i guadagni. In Spagna si prevede che non incorrono in sanzioni i contribuenti che in maniera volontaria regolarizzano la propria posizione nei confronti delle Autorità fiscali, prima che queste ultime abbiano iniziato verifiche e/o controlli. Il contribuente che si autodenuncia è tenuto a versare integralmente le imposte evase con gli interessi, nonché un “recargo”, ossia una somma addizionale tra il 5% ed il 20% (ridotta in alcuni specifici casi e che varia a seconda del lasso di tempo intercorso tra la violazione e la regolarizzazione), il quale non ha natura di sanzione ma di prestazione di natura accessoria. La procedura di divulgaciòn voluntaria comporta una copertura penale completa per i contribuenti interessati. Anche questa procedura ha carattere generale e permanente. E quindi, potrebbe dunque essere utile introdurre anche in Italia una procedura di collaborazione permanente, magari prendendo spunto proprio dalle migliori previsioni già adottate nei programmi di disclosure sopra evidenziate.