Ecco come il Nobel per l’Economia spiega la penuria di taxi e la crisi Alitalia
03 Novembre 2007
Sin dai tempi di Jacques Chirac, ogni sindaco di Parigi ha tentato senza successo di aumentare il numero delle licenze per i tassisti che affollano le vie della città. Allo stesso modo, ogni governo che l’Italia ha avuto fin dall’epoca di mani pulite ha richiesto -ma non ha mai ottenuto- una sospensione dei finanziamenti pubblici per la realtà sempre in perdita di Alitalia.
Il trio dei vincitori del premio Nobel per l’economia di quest’anno (Leonid Hurwicz, Università del Minnesota; Eric Masken, Princeton; Roger Myerson, Università di Chicago) ha spiegato il motivo di tali insuccessi, così come numerosi altri luoghi comuni che regolano il nostro agire economico quotidiano: perché mentire è utile; perché gli impiegati di una stessa azienda si nascondono reciprocamente informazioni, causando danno all’azienda stessa; e perché gli interessi privati così spesso hanno la meglio sul bene comune in qualsiasi sistema politico che non sia una dittatura (dove il bene comune, per definizione, coincide con l’interesse privato di una sola persona).
L’ironia alla base delle discipline economiche è che, mentre gli studiosi sono passati dall’analisi di problematiche iniziali molto astratte (come si strutturano i mercati) a generalità più specifiche (come i bidders creano i prezzi) alle banalità dell’agire individuale (perché mentire può generare profitti), le loro teorie sono divenute sempre più matematiche e difficili da comprendere sotto l’aspetto formale. Chiunque può leggere e apprezzare Adam Smith o David Ricardo. La maggior parte di noi è in grado di capire Alfred Marshall senza troppa difficoltà. Se tuttavia desiderate apprezzare pienamente il lavoro pubblicato dai vincitori del Nobel di quest’anno, il prezzo richiesto è una buona padronanza della matematica non lineare e un relativo agio con le tecniche geometriche n-space. L’eccellenza specifica di Hurwicz, Masken e Myerson non sta tanto nelle loro intuizioni, che molti di noi potrebbero afferrare e comprendere istintivamente; ma nel fatto che esse siano rigorosamente dimostrabili seguendo le leggi della matematica e della logica.
Ognuno di noi sa bene che l’uomo razionale delle teorie degli economisti classici -colui che conosce il proprio interesse, agisce sempre nel suo perseguimento ed in questo modo “massimizza” la propria felicità- non si è mai visto in giro, e non è certamente qualcuno che vorremmo conoscere. Il lavoro dei nostri tre studiosi, la mechanism design theory, spalanca le porte all’irrazionalità, al complotto, alla cospirazione, e dunque ha a che fare con i mercati dei quali gli uomini d’affari e i bancari si occupano quotidianamente: quei mercati dove i risultati sono talvolta imperfetti, dove i prezzi possono essere inefficienti, e dove gli individui sono in grado di agire -ed agiscono- contro i propri migliori interessi.
Esaminiamo uno dei problemi con i quali questa teoria si è confrontata.
Nel mondo esistono due persone: una che desidera vendere un’auto, la seconda che vuole comprarla. Entrambe hanno un’idea approssimativa del valore dell’auto, ma nessuno dei due conosce l’opinione dell’altro a riguardo. Inoltre, nessuno dei due è determinato a vendere o a comprare ad ogni costo. Sanno che potranno fare un’altra proposta più avanti; oppure possono astenersi dal fare un’offerta, e sanno anche che vi sono alternative praticabili alla semplice vendita e acquisto. Il meccanismo è quello dell’asta, dove la vendita è conclusa solo se il prezzo dell’acquirente è più alto del ricavato che il venditore desidera ottenere. Questo, tuttavia, non garantisce la vendita. Nello specifico, il prezzo dell’acquirente deve essere tanto alto da garantire al venditore che il ricavato sia quello che egli pensa di poter ottenere, e non solo quello di cui ha bisogno. Per complicare ulteriormente le cose, né il venditore né l’acquirente si sentono in dovere di fare affari, ora ed una volta per tutte. Arriviamo gradualmente ad una situazione che assomiglia realmente alla vita quotidiana degli acquirenti oggi.
Un aspetto chiave della mechanism design theory è non solo l’idea, ma la certezza dimostrata, che un meccanismo ad asta doppia rappresenti il modo migliore per stabilire il prezzo dei beni in un mercato che altrimenti si evolverebbe portando a conseguenze molto spiacevoli. L’asta doppia prevede che il venditore e l’acquirente facciano un’offerta in contemporanea: il pagamento del prezzo di compromesso ripartirà equamente la differenza. Una variante più complessa dell’asta doppia è presente nella prima ricerca del Professor Hurwicz sui mercati imperfetti, un gioco in cui ai venditori ed agli acquirenti è richiesto di passarsi le informazioni reciprocamente in maniera diretta, mentre un ulteriore set di informazioni viene inviato ad un magazzino centrale, e l’asta è chiusa con una combinazione tra i due.
Un aspetto essenziale della questione riguarda l’informazione privata: quanto questa è in grado di modificare i risultati, e come viene occultata piuttosto che condivisa. Chiunque abbia mai lavorato in un’azienda capisce molto presto che, rispetto ai propri colleghi, i propri omologhi in un’altra azienda sono migliori alleati. L’occultamento di informazioni spiega in parte questo fenomeno. Un secondo elemento è che l’assenza di direttive aziendali che obblighino i dipendenti a muoversi, sia in termini di tempo che finanziari, porta spesso a risultati insoddisfacenti.
Che cos’ha a che fare tutto questo con i tassisti di Parigi, o con la bête noire della pubblica impresa italiana, la disperata, sfortunata Alitalia? I mercati imperfetti sono spesso caratterizzati da venditori ed acquirenti non motivati, e da trattative discontinue o interrotte. L’incapacità politica dei sindaci di Parigi di imporre l’equivalente ad un termine per le offerte ai tassisti francesi è l’esempio perfetto. Confrontando le tattiche dei tassisti, efficaci nel tempo -ritardi, scioperi e ancora ritardi-, con l’erosione del consenso dei sindaci, che aumenta ad un tasso incrementale facilmente prevedibile, il risultante squilibrio di forze tattiche caratterizza un mercato imperfetto ed altamente asimmetrico. Questi fattori fanno sì che le politiche razionali vengano inevitabilmente sconfitte, e lo Stato francese si trova indifeso di fronte ai tassisti meglio organizzati.
Per quanto riguarda Alitalia, c’è mai stato un governo che sia durato tanto a lungo da poter venire a patti con la partecipazione statale? Romano Prodi, per l’economista che è, dovrebbe rendersi conto di quale grande vantaggio ci sarebbe se solo i dipendenti Alitalia potessero essere convinti a fornire un prezzo per la loro liquidazione contro il quale misurare la disponibilità del governo a finanziarla. La società italiana potrebbe trarre un respiro di sollievo nel pagare un prezzo di compromesso, e chiudere la faccenda una volta per tutte. Si tratterebbe senza dubbio della più impressionante asta doppia mai vista, non lontana dalle trattative ora in corso tra la UAW e General Motors per stabilire i costi fissi dell’assistenza sanitaria.
E ci sarebbe ancora speranza per i bistrattati viaggiatori nei cieli italiani.
Traduzione di Alia K. Nardini