Ecco cosa c’è dietro la retromarcia della Merkel sullo ‘scudo anti-spread’

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Ecco cosa c’è dietro la retromarcia della Merkel sullo ‘scudo anti-spread’

Ecco cosa c’è dietro la retromarcia della Merkel sullo ‘scudo anti-spread’

16 Luglio 2012

di E.F.

Angela Merkel, la cancelliera tedesca che da almeno un anno a questa parte ha l’ultima parola su eurozona e salvataggi dei paesi europei in crisi fiscale, ha ancora una volta sparigliato le carte: per la Kanzlerin dal ESFS – ESM, il fondo di stabilizzazione europeo passato alla cronache giornalistiche come ‘fondo europeo salva-stati’, non arriveranno soldi ai paesi in difficoltà se non saranno messi in piedi dei meccanismi di controllo sulle finanze pubbliche dei paesi dell’eurozona (un modo neanche tanto velato per tornare alla carica con il fiscal compact).

La cancelliera ha riaperto la partita con un’intervista estiva alla ZDF, una specie di RAI tedesca, con tanto di canone e pubblicità, solo che migliore per contenuti e professionalità percepita. La cornice della chiacchierata domenicale a due è stata tutto un programma: tavolo asettico, quasi da vivisezione. Sullo sfondo, fuori dalla finestra, un parchetto in un plumbea giornata estiva berlinese. Davanti alla cancelliera Angela Merkel, un volto noto della ZDF, Bettina Schausten.

“Qualunque tentativo di dire ‘Vogliamo la solidarietà, ma non vogliamo essere controllati’, non avrà alcuna chance con me o con la Germania”. Questa la frase incriminata della cancelliera Merkel e che ha fatto il giro dell’Europa. Una doccia fredda, soprattutto il premier italiano Mario Monti che da almeno due mesi sta cercando d’ottenere dalla Germania un via libera affinché l’ESM s’impegni a traferire risorse finanziarie alla BCE per l’acquisto, sui mercati secondari, dei titoli di debito di quei paesi, Italia e Spagna in testa, che rischiano di vedere i propri rendimenti raggiungere livelli insostenibili.

Una soluzione questa che l’Eurogruppo, il consiglio dei ministri delle finanze della zona euro, aveva de facto già messo a verbale all’incontro dello scorso 9 Luglio, senza che vi fossero rimostranze da parte del ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble. Questo la dice lunga sulla distorsione mediatica con cui vengono vendute le presunte ‘decisioni’ risolutive che le varie istituzioni intergovernative europee – Consiglio europeo, Eurogruppo, Ecofin in testa – assumono da mesi a questa parte.

Ora, perché una svolta del genere da parte del capo del governo tedesco? Un gioco delle parti con il ‘proprio’ ministro delle finanze? Della serie: “Caro Wolfgang di loro di ‘sì’, poi ritorno sull’austerity tra qualche giorno”. Beh, anche fosse, non vi sarebbe nulla di male. Ma basta a spiegare quel che sta accadendo in Germania? In realtà v’è di più. Intanto la cancelliera Merkel  il prossimo Giovedì dovrà tentante d’incassare un nuovo voto da parte della sua Kanzlermehrheit, la maggioranza del cancelliere al Bundestag, sul piano d’aiuti da 128 mld che l’UE si appresta a offrire alla Spagna (il piano sarà firmato al prossimo Eurogruppo il giorno dopo a Bruxelles).

Inoltre, all’interno della compagine CDU/CSU – FDP, la maggioranza cristiano popolare – liberale che sostiene il governo di Berlino al Bundestag, c’è più di qualche malumore sulla gestione della crisi dell’euro, fiscal compact e ESM in primis, da parte del governo della Merkel. Deputati come Peter Gauweiler, eletto nella bavarese CSU, attraverso il gruppo di pressione “Europa brauch mehr Demokratie”, l’Europa ha bisogno di più democrazia, hanno presentato ricorso di legittimità costituzionale davanti alla Suprema Corte federale tanto sul testo che vincola il governo federale alle regole di bilancio del cosiddetto ‘fiscal compact’ quanto sul ESM, il cui pacchetto il Bundestag ha approvato solo pochi giorni fa, lo scorso 29 Giugno.

La Corte emanerà la sentenza a Settembre, questo nonostante la pressione mediatica esercitata solo la scorsa settimana da Wolfgang Schäuble, che aveva dichiarato che la ‘spada di Damocle’ sulla legittimità costituzionale in materia di ‘fiscal compact’ e ESM rischiava di mettere a rischio i tentativi di soluzione della crisi dell’eurozona. Evidentemente i giudici della Suprema Corte non hanno lasciato che l’esecutivo dettasse loro i tempi e daranno la propria sentenza appunto tra poco meno di due mesi.

E’ evidente comunque che con questa nuova sterzata Angela Merkel abbia voluto mandare un avviso ai governi di Roma, Parigi e Madrid i quali , con dopo l’arrivo di François Hollande all’Eliseo, stanno facendo fronte comune per non incidere in sostanza sui livelli insostenibili di spesa pubblica e di pressione fiscale che attanagliano le rispettive economie. Una mossa diplomatica marziale che forse malcela un certo timore, condensate in altre parole che la Cancelliera ha pronunziato in quell’intervista: "Le forze della Germania non sono infinite".

V’è infatti il rischio che già dal prossimo autunno l’economia tedesca inizia ad accusare la recessione europea e la frenata dell’economia mondiale. Senza contare che dall’autunno prossimo, Angela Merkel entra di fatto in campagna elettorale. Le elezioni sono previste infatti per il Settembre 2013.