Ecco cosa ha detto il procuratore di Catania su migranti e Ong

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Ecco cosa ha detto il procuratore di Catania su migranti e Ong

03 Maggio 2017

Ieri al Senato è stato ascoltato su migranti e Ong il procuratore di Catania, che ha confermato quanto detto in precedenza. Primo: le fonti sui “contatti radio” fra trafficanti e membri delle Ong sono Frontex e la Marina Militare, non gli 007, e all’interno delle Ong ci sono persone con “profili di dubbia rilevanza, che non collimano con quelli dei filantropi”, tanto da giustificare una indagine in questa direzione. Poi la richiesta di “essere messo nelle condizioni di poter indagare su queste organizzazioni di trafficanti”, per esempio intercettando le chiamate di soccorso fatte dagli scafisti e dalle unità navali impegnate nella zona, comprese le Ong, o con la presenza della polizia sulle navi delle Ong, e ancora con indagini sulla sostenibilità finanziaria di queste organizzazioni.  

A quanto pare, quindi, il procuratore ha lanciato l’allarme per poter avere i mezzi per indagare sulle rivelazioni di Frontex, che è un’agenzia istituzionale, e precisamente è “l’agenzia europea della Guardia di frontiera e costiera” che dal 2004 “aiuta i paesi dell’UE e i paesi associati alla zona Schengen a gestire le loro frontiere esterne. Contribuisce anche ad armonizzare i controlli alle frontiere in tutta l’UE. L’agenzia agevola la collaborazione tra le autorità di frontiera dei singoli paesi dell’Unione Europea fornendo assistenza tecnica e know how”. Nelle rivelazioni di Frontex c’è un passaggio inquietante nel quale in pratica si spiega che oggi buona parte dei soccorsi in mare viene svolta dalle Ong, giudicato un “dato sorprendente”, e che “mentre prima i soccorsi avvenivano a metà strada tra la Sicilia e le coste libiche, oggi invece avvengono nelle immediate vicinanze delle acque territoriali della Libia, a volte anche all’interno delle stesse”. In questo scenario aumenta il numero delle vittime (quasi raddoppiato tra 2015 e 2016) e si moltiplicano le testimonianze sui contatti tra scafisti e membri delle Ong.

Le Ong in mare sono diverse. Ieri La Verità ha denunciato che “tre Ong hanno rifiutato di presentarsi di fronte alla commissione in Senato” guidata dal senatore Nicola Latorre (Pd), il quale ha commentato che questo è “un motivo di preoccupazione”. Sono la Jugend Rettet, la Sea Water e la Sea Eye. Una notizia riportata anche il 1 maggio da Il Messaggero, che aggiungeva che queste tre Ong “si sono sottratte a qualunque tipo di dialogo con le autorità internazionali”, e inoltre “gli stessi militari hanno notato che forse troppo spesso le navi di alcune ong si trovano sempre al posto giusto nel momento giusto”. Altre Ong sono state audite in Senato, alcune collaborative e altre più elusive nelle risposte (per esempio la SOS Méditerranée). Quel che si sa di alcune delle più sfuggenti, o chiacchierate, ce lo offre ancora una volta Luca Donadel, in un suo dossier molto interessante, curato insieme a Francesca TotoloInsomma: visto che si parla di un fenomeno di proporzioni gigantesche, che ci interpella in prima persona, per il quale per il 2017 il nostro governo prevede una spesa fino a 4.7 miliardi di euro (diconsi miliardi, è scritto nel Def) ma perché non si fa partire un’indagine per capire se effettivamente i sospetti sono giustificati? Li vogliamo aiutare o no, i migranti?

Ripetiamo, a scanso di equivoci: non si tratta di scegliere se soccorrerli o lasciarli affogare – i profughi in mare vanno raccolti, punto e basta – ma di capire se questo traffico è anche alimentato da chi ci guadagna su. D’altra parte, le Ong che lavorano bene dovrebbero essere d’accordo, converrebbe innanzitutto a loro. O no? A tutto questo va aggiunta la sorprendente visita a mo’ di capo di stato (visto che è stato ricevuto a Palazzo Chigi) a Gentiloni, del discusso e discutibilissimo miliardario George Soros, quello che ha guidato la speculazione contro la lira nel 1992, mettendoci nei guai, e che si dice sia il finanziatore di alcune delle Ong di cui si discute in questi giorni, quelle che anche quando battono bandiera maltese i profughi li portano in Italia. E guarda un po’, ma che fatalità, una gentile visita al Presidente del Consiglio italiano proprio mentre si discute di quelle Ong… quando si dicono le coincidenze.