Ecco dove si trova il tesoro nascosto dell’Argentina: in Svizzera

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Ecco dove si trova il tesoro nascosto dell’Argentina: in Svizzera

07 Luglio 2011

Nel Dicembre del 2001 all’Argentina fu presentato il conto per i suoi decenni di peronismo. Il suo governo decise di andare in default del per un ammontare di 80 miliardi di dollari statunitensi. Il default più pesante nella storia del sistema monetario internazionale. A dieci anni di distanza, non è ancora dato sapere agli investitori internazionali, i quali in quel default hanno perso somme di denaro davvero ingenti, se mai si vedranno restituire il denaro prestato, a causa anche di un complice inconsapevole dell’Argentina: la Bank for International Settlements (BIS) di Basilea.

La BIS ha una lunga storia, dai destini alterni. Fu fondata nel 1930 come veicolo di trasferimento per le riparazioni di guerra concordate nel Trattato di Versailles e nelle successive negoziazioni internazionali. Durante la seconda guerra mondiale, il regime nazista lo usò come banco ombra per nascondere la maggior parte dei guadagni, frutto delle proprie malfatte belliche. Durante le negoziazioni di Bretton Woods, John Maynard Keynes intervenne per sottrarla alla sua chiusura, destino comune a molte altre istituzioni che facevano parte dell’architettura finanziaria pre-bellica.

Alla fine la BIS gioco’ un ruolo centrale nel coordinamento della supervisione internazionale sui capitali e fu strumento utile per definire dei benchmark (ndr. letteralmente ‘punti di riferimento’) per le politiche monetarie delle banche centrali. Di fatto banca centrale di tutte le banche centrali del mondo, la BIS negli anni ha concesso ai suoi membri l’uso dei propri conti per condurre alcune transazioni bancarie. La BIS ha di fatto giocato un ruolo vitale nel creare un sistema monetario internazionale più stabile e più prevedibile.

Purtroppo il fatto che tanto la BIS quanto i suoi clienti godano dell’immunità nel quadro della regolazione e della giurisdizione internazionale, consente una feritoia giuridica di cui si sono spesso serviti regimi che poco hanno avuto a cuore la solidità del sistema monetario internazionale. Secondo alcuni documenti resi noti durante lo scandalo Wikileaks, alla metà degli anni ’90, il dittatore nigeriano Sani Abacha usò quella stessa feritoia giuridica per stoccare nei conti della BIS, così proteggendosi da possibili azioni legali, miliardi di dollari da lui rubati alla sua gente.

Fatto che ci riporta all’Argentina. A seguito del default del 2001, la banca centrale di quel paese iniziò alla luce del sole il trasferimento di consistenti quantitativi delle proprie riserve dentro la BIS, un processo che subì un’ulteriore accelerazione a seguito della ristrutturazione del debito argentino avvenuta nel 2005. Questo non impedì al governo di Buenos Aires, proprio alla vigilia del default nel 2001, di annunciare la propria intenzione di trasferire beni ad altre istituzioni tra cui la BIS, ove tali beni sarebbero stati al riparo da qualunque azione creditoria.

Oggi la banca centrale argentina detiene un conto bancario alla BIS da 45 miliardi di dollari USA, un’impressionante 86% dell’ammontare totale delle riserve di capitale argentine. Giusto per dare la misura di quanto sia anomalo tutto questo, la grandezza media dei depositi in riserve delle altre banche centrali correntiste della BIS, si attesta a circa il 4% del totale delle loro riserve monetarie.

Rifiutandosi di pagare i propri debiti, l’Argentina sta sfidando il sistema giudiziario di Italia, America, Germania e Giappone, le cui corti hanno emesso centinaia di sentenze, ordinando all’Argentina di onorare i propri debiti. Non solo, ma nel nascondere i propri beni dentro la BIS, l’Argentina ha anche privato i propri creditori della facoltà di veder soddisfatte le proprie richieste di risarcimento di fronte alle ristrutturazioni unilaterali del 2005 e del 2010.

Siamo in piena violazione dell’antico principio di diritto romano Actio Pauliana, che specificatamente proibisce qualsiasi trasferimento di proprietà in caso di imminente bancarotta, quando tale trasferimento metta a repentaglio la soddisfazione dei propri creditori. Recentemente il Dow Jones Wires ha riportato che un certo numero di investitori in bond argentini, hanno denunciato la BIS di reciclaggio di denaro presso una corte svizzera. E’ a dir poco preoccupante constatare che la BIS – la quale ha sempre promosso la trasparenza nelle politiche monetarie delle banche centrali in materia di gestione delle riserve – si sia prestata a facilitare alcuni tra i suoi membri in pratiche di elusione di questo genere. 

Il comitato della BIS deve dimostrare il proprio impegno in protezione di un solido sistema finanziario globale che ponga rimedio una volta per tutte a quel sembra verosimilmente una violazione della sua stessa regolamentazione. Sradicare abusi quali quelli nigeriani e argentini è di vitale importanza per ristabilire un legittimo mandato alla banca centrale del mondo.

Frit Bolkenstein è un autore olandese con un passato da politico nel partito liberale. E’ stato commissario europeo per il mercato interno e i servizi.

Tratto dal Wall Street Journal

Traduzione di Edoardo Ferrazzani e Alice Casana