Ecco il piano del governo per rimettere i giovani al lavoro e affrontare il futuro
25 Novembre 2010
Mentre i giovani assaltando il Senato assaltavano il loro futuro, ieri a Palazzo Chigi il governo, nella persona del ministro Meloni, presentava il progetto “Diritto al futuro – Bamboccioni a chi?”, un insieme di iniziative da 300 milioni di euro complessivi (216 messi a disposizione direttamente dal ministero della Gioventù, il resto dal cofinanziamento pubblico e privato) rivolte agli under 35 per risolvere problemi come lavoro, casa, formazione e autoimpiego. Nello specifico, il “pacchetto”, che il ministro ha presentato, al fianco del premier Silvio Berlusconi e che “sarà operativo a partire da gennaio”, individua cinque aree di azione.
La prima iniziativa riguarda il lavoro stabile per i giovani disoccupati o precari con meno di 35 anni e con figli a carico, e porta in dote un bonus di 5 mila euro alle aziende che assumono a tempo indeterminato – utilizzabile anche per la trasformazione di un preesistente rapporto di lavoro a termine in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Lo stanziamento complessivo messo a disposizione dal governo è di 51 milioni di euro.
Il secondo provvedimento, per il quale sono destinati 50 milioni di euro, riguarda la casa. Un fondo di garanzia di 50 milioni di euro per nuclei familiari che non posseggono altre case, il cui reddito complessivo non superi i 35mila euro, finalizzato ad offrire garanzie bancarie e permettere l’acquisto della prima casa alle coppie sotto i 35 anni. Un’iniziativa importantissima – si stima che le coppie beneficiarie saranno più di 10.000 – che va incontro a quei lavoratori assunti con contratti atipici o a tempo indeterminato per i quali, di norma, è impossibile accedere ai crediti bancari.
Il terzo provvedimento abbraccia talento e impresa e prevede la mobilitazione di 100 milioni di euro (40 da parte del ministero della Gioventù, 60 da parte di privati) per coloro che decidono di rischiare e investire in proprio sulle capacità e il talento dei giovani under 35 e persegue l’ambizioso obiettivo di promuovere l’avvio di nuove imprese con particolare riguardo ai settori dell’eco-innovazione e dell’innovazione tecnologica, del recupero delle arti e dei mestieri tradizionali, della responsabilità sociale d’impresa, della promozione dell’identità italiana ed europea. L’intento è quello di sostenere lo sviluppo del talento nel campo della cultura, della musica, del cinema, del teatro, dell’arte, della moda e del design dei giovani, attraverso la concessione di premi o borse di studio; favorire la trasformazione di brevetti e innovazioni frutto della ricerca universitaria in concrete attività produttive o prodotti commercializzabili.
La quarta iniziativa si riferisce alla formazione: un prestito garantito per più 30.000 giovani meritevoli, di età compresa tra i 18 e i 40 anni, attraverso un fondo di garanzia di 19 milioni di euro attivabile presso gli istituti di credito che decidono di aderire all’iniziativa. Le erogazioni, a cadenza annuale, potranno variare tra i 3mila e i 5mila euro, per un massimo di 25 mila euro complessivi. Il ministro della Gioventù ha sottolineato che la restituzione del finanziamento inizia 30 mesi dopo l’erogazione dell’ultima rata. Un provvedimento che ha come scopo mettere in moto l’ascensore sociale e consentire ai giovani senza una famiglia facoltosa alle spalle di scommettere su se stessi come avviene nelle grandi democrazie occidentali.
Il quinto e ultimo provvedimento mira a far incontrare domanda e offerte di lavoro con 20 campus per il job placement dei migliori laureati. L’iniziativa ha preso corpo grazie a due progetti di successo, rispettivamente del 2009 e del 2010: il primo, il Global Village Campus durante il quale 600 laureati, selezionati dalle università di tutto il territorio nazionale, hanno partecipato a un’esperienza unica di formazione, orientamento e incontro con le più importanti aziende italiane ed estere. Per diversi giorni sono stati valutati in occasioni formali e informali dai responsabili delle risorse umane delle principali aziende che operano in Italia, e dato rilevante, ben il 77% ha ricevuto una proposta di lavoro entro l’anno. Il secondo progetto il Campus Mentis, nato dal successo di quello pilota, ha coinvolto quest’anno 1.800 ragazzi su 3 campus (Roma, Catania e Padova). Proprio grazie all’esperienza ormai maturata sul campo e allo stanziamento di 11,5 milioni di euro (di cui 9 a stanziati dal Ministero della Gioventù e 2,5 stanziati dall’Università “La Sapienza” di Roma) il progetto continua su scala nazionale. Oltre 20mila studenti saranno coinvolti dell’esperienza del Campus Mentis nel triennio 2011-2013, e oltre 40mila tra i migliori neolaureati d’Italia saranno coinvolti nell’attività di job placement.
Tutto il mondo del PdL ha espresso soddisfazione per il “pacchetto di azioni” presentato ieri. Da Silvio Berlusconi: “Giorgia è un ministro bravissimo, una fucina di idee”, a Maurizio Gasparri: “Siamo grati al ministro Meloni per avere creduto e difeso con tenacia tutte le sue iniziative nei confronti dei giovani”. Da Gaetano Quagliariello: “I provvedimenti proposti dal ministro per gli studenti, per i precari, per le giovani famiglie, per la promozione del talento, hanno il respiro dell’ambizione di chi sa ancora sognare, e il pregio della concretezza proprio di chi ha l’onere di governare, e non detiene il lusso di potersi limitare a lanciare proposte”, a Fabrizio Cicchitto: “Quella del ministro della Gioventù è un’azione di governo ben lontana dall’immobilismo dipinto da alcuni mezzi di comunicazione”.
“Diritto al futuro” – un provvedimento ispirato ai criteri di giustizia a responsabilità, di uguaglianza e merito –, insomma, si pone come una risposta concreta al problema delle prospettive lavorative delle nuove generazioni nel nostro Paese, e non come una forma di generalizzato assistenzialismo. Il ministro Meloni ha tenuto a ribadire che la politica non considera i giovani semplicemente dei “bamboccioni” ma che, al contrario, il suo obiettivo è far capire alle realtà produttive che vale la pena investire su queste generazioni. Quella proposta dal governo è, per il ministro della Gioventù, “tutt’altro che una semplice dichiarazione d’intenti come quelle promosse da altri che si leggono sui giornali”. Il riferimento era tutto diretto a un’iniziativa analoga, “Giovani al lavoro! Rimettiamo in moto l’Italia”, sostenuta da Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo proprio nel pomeriggio della giornata di ieri, durante un convegno dell’associazione.
Alla provocazione lanciatagli dal Cav. qualche ora prima, durante la conferenza stampa – “Gli altri parlano, noi facciamo” –, l’ex presidente di Confindustria ha controbattuto dicendo: “Basta con i superuomini. Il periodo del ‘one man show’ è finito. Spero che il governo continui a bruciarsi… anzi, a bruciarci sui tempi”. Poi ha aggiunto: “Dobbiamo volgere lo sguardo alla ricostruzione, al futuro, e anche per questo i giovani sono chiamati ad essere parte attiva”. Certo, ma staremo a vedere se la ricetta presentata ieri a firma di Stefano Miceli, Marco Simoni e Irene Tinagli – che consegna ai giovani tre proposte: recupero dell’evasione per ridurre il carico fiscale, a cominciare proprio dalle giovani generazioni; maggiore facilità nell’accesso al credito e completa esenzione degli oneri fiscali per le nuove imprese degli under 34; più borse di studio da finanziare attraverso l’aumento di un anno dell’età di lavoro nelle pensioni di vecchiaia e anzianità – sarà abbastanza efficace da scalzare quella più che promettente del governo.