Ecco la versione di Realfonzo su come stanno le cose con De Magistris
20 Luglio 2012
Prima Rapahael Rossi, poi Pino Narducci, e adesso Riccardo Realfonzo. Questi personaggi hanno in comune una cosa, su tutte: tutti e tre sono stati “messi da parte”, senza troppi fronzoli e complimenti, da Luigi De Magistris.
Riccardo Realfonzo si era guadagnato una poltrona al tavolo di Palazzo San Giacomo, dopo la vittoria del buon Giggino alle elezioni del maggio 2011. Per lui, considerato lo stato di salute non troppo florido delle casse napoletane, era arrivata una delle deleghe più importanti e delicate: quella al bilancio. Tutto bene, apparentemente, fino a questi ultimi giorni, quando l’assessore e docente universitario è stato congedato in tutta fretta dal sindaco napoletano.
“Fino a ieri mattina, scrive Realfonzo in una lunga lettera al vetriolo resa pubblica nella giornata di ieri, “il sindaco mi aveva ripetutamente confermato la fiducia, invitandomi ad andare avanti nel mio lavoro. Solo ieri sera mi ha informato che stava riflettendo sulla possibilità di una mia sostituzione, per confermarmi la notizia questa mattina attraverso il vicesindaco”. Poi, una stoccata netta, e senza bisogno di troppe interpretazioni, al primo cittadino partenopeo: “Il punto è che il sindaco sviluppa un astio verso chiunque esprime un punto di vista diverso su qualche argomento.”
In effetti, stessa sorte, solo pochi mesi fa, avevano subito Raphael Rossi, giovane Presidente dell’Asia, destituito senza troppe spiegazioni da un incarico che pure stava svolgendo bene, e l’ex Pm Narducci, dimissionario solo un mese fa (18 Giugno) dall’esecutivo arancione, e tornato a frequentare uffici giudiziari e procure. In entrambi i casi, De Magistris aveva cercato di sminuire l’accaduto, respingendo al mittente accuse di debolezza. In entrambi i casi, i “silurati” avevano espresso delusione e incredulità.
Questa volta è toccato a Realfonzo, che, a differenza dei suoi due predecessori, non si è limitato semplicemente ad esprimere rabbia e dispiacere nei confronti del primo cittadino partenopeo. Lui è andato oltre, puntando il dito sul bilancio del comune napoletano, e sulle rimostranze avanzate da De Magistris circa la gestione del portafoglio di Palazzo San Giacomo. “Ancora prima dell’insediamento della Giunta” – si legge nella lettera – considerata la gravissima condizione delle finanze comunali, gli avevo prospettato la mia linea di gestione del bilancio, fatta di trasparenza, legalità, veridicità delle poste contabili e di quel rigore nell’utilizzo dei fondi pubblici necessario a risanare i conti del Comune e a garantire l’erogazione dei servizi fondamentali in città. Il sindaco scartò subito la strada del dissesto, senza però nemmeno sostenermi in tutti questi mesi nel perseguire la strada del risanamento. Perciò diverse tra quelle mie proposte non sono state da lui accolte e sono rimaste al palo”.
Poi, un’accusa precisa, che mette De Magistris al centro di un vortice di polemiche, circa la gestione delle finanze del municipio partenopeo: “Sono riuscito caparbiamente a muovere importanti passi nella direzione del risanamento, contenendo di oltre 150 milioni la spesa, battendomi con forza contro gli sprechi. Ma si è trattato spesso di risultati strappati alle stesse resistenze di un sindaco che non voleva prestare attenzione alle esigenze della finanza comunale.”
Insomma, De Magistris confermerebbe un modus operandi già sottolineato in passato, e adesso confermato da Realfonzo. Un atteggiamento di chiusura nei confronti di tutto ciò che è diverso dal suo modo di ragionare.
Del resto, basta citare l’esempio del Forum Delle Culture. Un’esperienza fallimentare e dispendiosa, messa al bando da tutti, e abbandonata anche dal governo nazionale, ma non dal Sindaco. L’ex Magistrato, pur consapevole dell’enorme opportunità ormai sprecata continua,oggi, a difendere un progetto disastrato e senza troppe prospettive, facendo orecchie da mercante ad ogni critica e suggerimento. Per non parlare dell’America’s Cup che al posto del lavoro ha portato solo belle immagini da cartolina, tipo quella del “lungo mare liberato” che ha messo sul piede di guerra commercianti e cittadini.
Ed è proprio sui grandi eventi come l’America’s Cup che, a quanto pare, si è consumata la contesa tra l’assessore e il Sindaco. L’impostazione messa in cantiere da Realfonzo incentrata sulla lotta agli sprechi e sul contenimento della spesa, contro la politica dei “grandi progetti”, dispendiosi e incapaci di portare sviluppo e occupazione. Eccola una prima e fondamentale chiave di lettura.
Nella lettera, Realfonzo ci va giù pesante con De Magistris, ma nel lungo sfogo, si coglie a pieno l’amarezza e la preoccupazione per l’ennesimo rimpasto in giunta, e soprattutto per il futuro della città: “Un salto nel buio”, a suo dire. L’ormai ex assessore si toglie più di un sassolino dalla scarpa, ma la sua – dice -non è un’invettiva fine a se stessa. Tornerà a fare il professore, varcando di nuovo la soglia delle aule universitarie. “Torno tra i banchi universitari, soddisfatto per il mio lavoro, ma preoccupato per la città”, scrive in fondo alla missiva. Adesso, la delega al bilancio passa a Salvatore Palma, già Presidente del Collegio dei Revisori e dei Conti del Comune napoletano. Entra nell’esecutivo anche il sindacalista della Cgil Enrico Panini, con delega al lavoro.
“Non accetto lezioni da Realfonzo”, il commento di De Magistris. Ancora più duro il vice sindaco Tommaso Sodano: ” Adesso Realfonzo fa solo la vittima, e il crac finanziario con lui si è aggravato.”Intanto però, la rivoluzione arancione, promessa, annunciata e mai realizzata dal sindaco con la toga, continua a perdere pezzi. Le casse sono vuote, e i progetti ancora tutti campati in aria. Due assessori sostituiti in pochi mesi non sono certo uno scherzo, ma ascoltando De Magistris “Cambiare è fisiologico.” Solo per Napoli, purtroppo, sembra non cambiare mai nulla.