Ecco le prime richieste dei rapitori di Padre Bossi
19 Giugno 2007
di redazione
Chiederebbero alcune decine di milioni di pesos – un euro è pari a quasi 63 pesos filippini – i rapitori di padre Giancarlo Bossi che sarebbero stati ora localizzati nella provincia di Lanao del norte, sul versante nord-occidentale di Mindanao, contigua a quella di Zamboanga Sibugay in cui il missionario del Pime è stato rapito il 10 giugno. Lo rende noto l’agenzia missionaria Misna. Intanto, le forze di sicurezza filippine starebbero valutando l’ipotesi di un blitz.
Sono alcuni organi di stampa locali, a cominciare dal “The Philippine Star” e dall’elettronico “Mindanao Examiner”, a fornire nelle ultime ore queste indicazioni, né confermate né smentite dai responsabili delle operazioni di ricerca.
Ormai da giorni, in molte chiese della zona in cui il missionario è stato rapito si sono svolte veglie e preghiere collettive che continueranno fino al momento della liberazione.
Il lavoro di Padre Bossi era molto apprezzato e il missionario godeva di grande stima (non solo da parte della comunità cristiana). Era noto come il “Gigante buono” ed era tornato solo dallo scorso aprile nella privincia di Zamboanga Sibugay .