Ecco perché i repubblicani non vogliono lo START
04 Dicembre 2010
La vittoria dei repubblicani nelle elezioni di midterm negli USA ha portato tanti nuovi problemi al presidente Obama, e uno di questi è la difficoltà di approvare il trattato START firmato con la Russia sulla riduzione dell’arsenale nucleare strategico.
Per chi ne abbia letto sui giornali la cosa appare semplice. Il trattato porterebbe alla riduzione delle testate strategiche da circa 2200 (previste dal SORT del 2002) a 1500, con un taglio del 30%. Un passo storico verso il disarmo, secondo Obama, degno del premio Nobel della pace quale già è. I repubblicani quindi, se si opporranno, saranno dei reazionari guerrafondai, oppure gente che vuole negare a Obama questo storico successo. Ma, dal punto di vista dei repubblicani, le cose sono molto meno semplici.
E’ giusto premettere che sono stati i repubblicani a firmare e ratificare i tre precedenti trattati in materia: START 1, START 2 e SORT. Il democratico Clinton fu l’unico che fallì totalmente, non ottenendo nessuna firma russa al suo START 3. L’opposizione non è quindi preconcetta ma basata sull’analisi dei contenuti.
Ci sono tre cose nell’accordo, e una che nell’accordo non c’è nemmeno, a predisporli negativamente. Il primo punto è che la riduzione delle testate è quasi solamente virtuale ed ottenuta con un conteggio “creativo”. Nel SORT, tutte le testate esistenti venivano effettivamente contate,mentre ora, se ad esempio un bombardiere strategico americano B-52 trasporta 20 ordigni nucleari, questi vanno contati come uno e non venti (vale il numero dei bombardieri e non delle testate…). Il taglio effettivo sarebbe quindi stimato al 5% per gli americani e al 7% per i russi.
Come se non bastasse, le migliaia di testate messe da parte nei magazzini e che possono essere riattivate e messe a disposizione in poche settimane non sono tra quelle da eliminare. Insomma tanto rumore per nulla.
Il secondo punto dolente è che i termini tecnici dell’accordo sono fatti per accontentare il più possibile le esigenze russe, ad esempio mettendo un limite al numero dei bombardieri strategici, punto di forza americano. Gli USA dovranno ridurne decisamente il numero e i russi manterranno tutti i loro, visto che ne avevano molti di meno e più obsoleti.
Terzo punto, rispetto allo START 1, scaduto a fine 2009 e che il nuovo patto ufficialmente sostituisce, sono previsti meno controlli. Questo nonostante il dipartimento di Stato americano, nel 2009, abbia tranquillamente dichiarato che, con i controlli più stringenti previsti in precedenza, i russi non avevano ottemperato completamente agli obblighi dello START 1.
L’impressione che ne hanno tratto è quindi quella di un patto che non riduce quasi nulla, salvo la forza americana in un settore, e che non ci si preoccupa nemmeno che venga rispettato dalla Russia. Quindi solo un modo per Obama di presentarsi come “salvatore del mondo” e farsi una grande pubblicità personale.
And last but not least, lo START non tocca l’arsenale nucleare tattico, che potrebbe ,per assurdo, anche essere raddoppiato o triplicato senza problemi. Preoccupa soprattutto la situazione dell’Europa dove, a 2000/3000 testate nucleari tattiche russe, si oppongono solo 200/300 testate americane. Quindi, se il presidente non verrà accontentato dal voto del senato USA, ora sapete che qualche piccola ragione c’è…