Ecco tutti i miseri risultati di Sarkozy. E ora la rielezione rischia di sfumare

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Ecco tutti i miseri risultati di Sarkozy. E ora la rielezione rischia di sfumare

18 Gennaio 2012

Nicolas Sarkozy ha cominciato a fare i suoi comizi. Vuole essere rieletto Presidente dei francesi. Anche se tuttora non ha confermato la sua candidatura (né dunque è dato sapere sa su cosa chiederà il voto degli elettori ) i suoi connazionali si chiedono se ce la farà.

Secondo i sondaggi non sembra; ad oggi continua ad essere dato tra il 23 e il 26 % delle intenzioni di voto (contro il 27-32% del socialista Hollande; il 16-20% della nazionalista Le Pen; l’11-14% del centrista Bayrou; con Bayrou e Le Pen in crescita e lui e Hollande stabili o in flessione). La lista delle “colpe personali” a lui attribuite ( al di là delle ideologie politiche ) è lunga, ma può essere sintetizzata in alcuni punti. 

Non ha mantenuto gli impegni presi nel 2007, quando fu eletto. Ovviamente i motivi possono essere molteplici e forse anche comprensibili; ma il bilancio resta negativo.

E’ al potere ormai da quasi un ventennio ( salvo qualche parentesi ), in campi diversi oltre alla Presidenza della Repubblica: dall’economia alla polizia; nessuno ricorda risultati di politica o d’amministrazione, a lui riconducibili.

Gli viene attribuita un’immagine inadeguata alla “grandeur” francese che tutti continuano a sognare; forse gli fa difetto anche il fatto di non avere “le physique du role”; ma certo non ci mette niente di suo per migliorarsi nella postura e nei comportamenti.

Non va neppure sottovalutato il fatto che Sarkozy è francese di prima generazione (famiglia ungherese) sposato da poco con una vistosa italo-brasiliana (?); che l’Eliseo ospiti “stranieri”, rispetto alla Nazione profonda e orgogliosa, non è affatto elemento di valutazione secondario; la prova è stata fatta; tuttavia la delusione serpeggia, nonostante la Francia repubblicana (liberté, egalité, fraternité) e internazionalista.

Ma su tutti questi aspetti formali e discutibili, un altro ha sicuramente preso il sopravvento, nella delusione popolare sul Presidente Sarkozy; la sua arroganza nei confronti del mondo intero, senza alcun risultato premiante per la Francia; fallimento nella sua politica europea ; fallimento soprattutto nel suo confronto continuo e stressante con la Germania in generale e con la Merkel in particolare; fallimento della figura sua e quindi del suo Paese nella politica internazionale (salvata in parte dalla bravura del suo recente Ministro degli Esteri Juppé).

E’ soprattutto sulla questione dell’euro e della Germania che i francesi sembrano dubitare della solidità del proprio Presidente. Tutti s’aspettavano un’offensiva francese per una gestione politica dell’euro da parte dell’Unione Europea: Sarkozy ha detto e promesso; ha minacciato e fatto commedie; ma in concreto niente gli è riuscito. Sono sempre più quelli che rimpiangono il franco.

Per i rapporti con la Germania i più si pongono almeno due domande: perché esporsi formalmente nella guida franco-tedesca dell’Europa (da cui il “merkozismo”), sapendo di dover condurre battaglie perse in partenza? Perché far riferimento sempre e su tutto alla Germania, che è rispettata per la sua serietà e ricchezza, ma non ha valori di vita e di società condivisi dai francesi?

Tutto ciò ignorando gli altri Paesi dell’Unione, a cominciare da Italia e Spagna, che costituiscono punto di riferimento obbligato per una politica mediterranea; politica mediterranea, che peraltro lo stesso Sarkozy aveva messo tra le sue priorità in politica estera francese e nella politica dell’UE. Il vero rischio per Sarkò non è solo quello di non essere rieletto: ma di non arrivare neppure al ballottaggio, sulla pressione del nazionalismo lepenista o del centrismo perbenista di Bayrou.