Economia: Crescono i mutui a tasso fisso

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Economia: Crescono i mutui a tasso fisso

07 Ottobre 2007

Lo dicono i dati dell’Associazione Italiana Credito al Consumo e Immobiliare: i mutui a tasso fisso stanno rapidamente guadagnando terreno nei confronti di quelli a tasso variabile, complice la crisi dei mutui sub-prime.

I mutui a tasso fisso hanno guadagnato nel primo semestre di quest’anno un sorprendente 33% rispetto allo stesso periodo del 2006. Ora infatti il tasso fisso ricopre il 51% del mercato. Ma non è finita: un altro dato eloquente è costituito dal calo delle erogazioni sempre con riferimento al primo semestre del 2006, quando si registrava un aumento del numero dei prestiti bancari nell’ordine del 21,1%. Lo stesso periodo di questo anno ha fatto invece registrare un aumento di soli 6,8 punti percentuale.

 La situazione, secondo numerosi esperti, è figlia della crisi dei mutui sub-prime in America che ha costretto gli istituti di credito ad aumentare l’entità della rata mensile per quanto riguarda i mutui a tasso variabile, caratterizzati da percentuali a prima vista più convenienti ma che però possono risentire di influenze esterne, come in questo caso.

Luciano Ambrosone, responsabile dell’Ufficio per i finanziamenti ai privati di Intesa SanPaolo, ha spiegato al Sole 24 Ore la situazione attuale: “La crisi di fiducia e di liquidità generate dalla crisi americana hanno comportato per le banche un aumento del costo di approvvigionamento”.

Quindi, continua Ambrosone, “oggi ci sono le condizioni per aumentare i tassi suoi nuovi mutui che abbiamo dovuto rivedere al rialzo dall’inizio del mese corrente per riflettere il sottostante costo della raccolta affrontato dalla banca”.

%0D

Secondo l’Adusbef tale mossa “smentisce clamorosamente le rassicuranti dichiarazioni di Bankitalia, Bce e Autorita’ monetarie secondo le quali la crisi dei mutui sub-prime non avrebbe avuto effetti sulle banche italiane”. E i consumatori si dovranno preparare ad un’altra stangata, quantificabile, stando a quanto riferito dall’associazione dei consumatori in circa 180 euro all’anno.