Economia, ricostruzione e progetti Ue: si riaccende il futuro de L’Aquila
01 Luglio 2011
di V. S.
Si accendono le luci intorno a L’Aquila, dove, finalmente, in un solo giorno arriva più di una buona notizia. Sono passati poco più di due anni dal terribile sisma che ha sconvolto il capoluogo abruzzese e che improvvisamente ha lasciato un territorio ricco di storia e di cultura privo di identità e di futuro. Ma che oggi sembra davvero pronto a voltare pagina.
Si comincia con il dato più importante: l’economia. Che a quanto pare inizia a lanciare, seppure timidamente, alcuni segnali di ripresa. Un dato che si allinea a quello regionale e che, con le dovute cautele, segna un’inversione di marcia. E ancora, è fresca la nomina di Giuseppe Romano: sarà soggetto attuatore per l’emergenza macerie. L’ex direttore dei Vigili del Fuoco della Sicilia può quindi iniziare il suo lavoro e gestire la rimozione dei rifiuti e delle macerie.
Infine, progetti. Per il futuro e per la ricostruzione dell’Aquila. Come quello presentato dall’assessore regionale al Lavoro, Paolo Gatti. E’ stato infatti appena pubblicato l’avviso del Progetto Speciale Multiasse ‘Restaurare in Abruzzo’, inserito nel piano operativo del 2009/10/11 del Fondo Sociale Europeo 2007/13. Finanziato con due milioni di euro, l’obiettivo è quello di supportare l’ingresso nel mercato del lavoro di tecnici esperti e maestranze specializzate nel campo della manutenzione, conservazione e ristrutturazione del patrimonio artistico e monumentale regionale. Per promuovere l’occupazione ma anche per sostenere l’avvio di nuove imprese. Tanta carne al fuoco, dunque, per un unico impegno: restituire anima e vita alla città dell’Aquila.
Approfondendo il primo punto, quello economico, la conferma della ripresa è arrivata dai principali indicatori economici, dalla capacità di recupero delle grandi aziende e dalla voglia di fiducia degli imprenditori. Dati che emergono da uno studio del Cresa Abruzzo, il Centro regionale di studi e ricerche economico sociali, che ha messo a confronto le economie del cratere sismico, prima e dopo il terremoto del 6 aprile del 2009. C’è da ricordare che già prima del sisma, la città dell’Aquila aveva iniziato ad avvertire le avvisaglie di un lento arretramento, su cui il terremoto ha dato il colpo di grazia. Non a caso, sono stati due i fattori sui quali si è focalizzata l’analisi del Cresa: l’Università e il Centro Storico. Il perché è presto detto. L’Università rappresentava una vera e propria industria, la prima, dell’Aquila, producendo un flusso finanziario paria 220/235 milioni di euro l’anno. A ciò si aggiungeva la presenza di studenti (un valore quantificabile in almeno cento milioni di euro). Mentre sull’altro fronte, il commercio del centro storico, il giro d’affari non produceva meno di altri 250 milioni di euro. Se si aggiunge il valore del lavoro dei professionisti, si arriva ad un totale prodotto di almeno un milione di euro.
Appunto, Università e centro storico, le realtà cancellate dal terremoto. Basta questa considerazione per comprendere quanto è stata profonda la ferita inferta dal terremoto nel tessuto economico e sociale. Oggi comunque le cose sembrano andare meglio. Le imprese sono cresciute rispetto al 2008. Il commercio continua a fare fatica, ma in compenso il settore dei servizi è in crescita.
C’è da sperare , dunque. A ciò ci aggiunge la promessa di Giuseppe Romano, che è quella di liberare al più presto L’Aquila dalle macerie. "La priorità – ha spiegato – sarà quella di lavorare a un piano: conoscere risorse, impegni, disponibilità, contatti con le amministrazioni comunali, capire le esigenze e i problemi rapidamente e agire altrettanto velocemente". Normalmente un soggetto attuatore ha pieni poteri, ma in questo caso Romano è inserito nel contesto di un comitato di "indirizzo, coordinamento e verifica", presieduto dal primo cittadino, Massimo Cialente, e composto da sindaci, assessori come Alfredo Moroni e rappresentanti istituzionali. "Non ci saranno contrasti – afferma lo zar – ma molto dipende da come ci si approccia al lavoro da parte di tutti. Se c’è volontà di operare e ottenere risultati, se gli obiettivi sono comuni, non ci saranno problemi. Anzi, il comitato sarà uno strumento di conoscenza in più".
Infine i progetti, che grazie anche al supporto dell’Unione Europea, possono e devono sostenere la ricostruzione del patrimonio storico, artistico e culturale. "Dei 23 progetti inseriti nel nuovo Piano Operativo del Fondo Sociale Europeo – commenta l’assessore Gatti – sono molto legato a ‘Restaurare in Abruzzo’, perche’ l’idea e’ scaturita dall’esigenza di dare un contributo alla ricostruzione dell’Aquila che, nonostante le poche risorse reperibili dal Fse, fosse reale e non limitato nel tempo.
Il settore del restauro artistico può divenire un mercato interessante sia sotto l’aspetto economico che occupazionale, e potra’ aiutarci a rendere di nuovo godibile le bellezze dell’Aquila. Dopo il terremoto, infatti, ben 5.000 beni del patrimonio artistico e monumentale del capoluogo risultano danneggiati”. La parola d’ordine, dunque, è ancora una volta: sinergia. Unire le forze per far ripartire anche l’Aquila.