Egitto in Piazza Tahrir per sfidare Morsi. E Obama addestra truppe anti-riot

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Egitto in Piazza Tahrir per sfidare Morsi. E Obama addestra truppe anti-riot

30 Giugno 2013

Piazza Tahrir si ribella, centinaia di migliaia di persone manifestano chiedendo le dimissioni del Presidente Morsi a un anno di distanza dalla sua elezione. Le sedi della Fratellanza musulmana vengono assaltate e in Egitto si registrano nuove vittime e violenze. 4 morti al Cairo e in altre città. Ad Assiut gli islamisti reagiscono e sparano sui manifestanti uccidendone uno e ferendone 7. Al Cairo, la sede dei Fratelli Musulmani è stata attaccata a colpi di pietra e bombe carta, mentre i Fratelli dall’interno rispondevano con fucili a pallini. Morsi dice al Guardian che non lascerà il suo posto e aggiunge "Se cambiassimo qualcuno che è al potere in virtù della legittimità costituzionale, bene, anche in quel caso ci sarebbero persone che si opporrebbero al nuovo presidente e una settimana o un mese dopo gli chiederebbero di nuovo di dimettersi. Non c’è spazio per alcun colloquio contro questa legittimità costituzionale". Davanti a tutto questo cosa fa il Presidente americano Obama, quello del discorso del Cairo e dell’appoggio morbido (fin troppo) alla Rivoluzione del Loto. Secondo l’Examiner, il presidente americano sarebbe pronto a inviare truppe Usa anti-riot in Egitto. Dopo aver informato i Talebani del prossimo ritiro americano dall’Afghanistan, Obama sarebbe pronto ad autorizzare l’invio di 400 militari americani da schierare al fianco di Morsi se la situazione precipitasse. L’operazione rientrerebbe nel peacekeeping garantito dalle Nazioni Unite (MFO) nella penisola del Sinai. Fantastico.