Egitto: Morsi destituito, Costituzione sospesa, Fratelli Musulmani arrestati

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Egitto: Morsi destituito, Costituzione sospesa, Fratelli Musulmani arrestati

03 Luglio 2013

di Ronin

Mohammed Morsi è più alla guida dell’Egitto. I militari lo hanno destituito mentre la folla festeggiava lancia fuochi d’artificio in Piazza Tahrir. Arrestati i vertici dei Fratelli Musulmani. L’esercito ha sospeso la Costituzione, ha occupato con i carri armati i punti nevralgici dello Stato, televisione compresa. Secondo la tv Al Ayat, Morsi ora sarebbe agli arresti domiciliari, ma il suo portavoce smentisce la notizia.

E’ stato un "golpe morbido", una presa del palazzo da parte dei militari salutata come un atto di libertà dalla piazza. Morsi nella serata di ieri ha diffuso un video dove dichiara "Sono il presidente eletto dell’egitto, ho chisto al popolo di difendere la legittimità della mia elezione".

Il presidente della Corte Costituzionale è stato nominato presidente ad interim, guiderà una sorta di "governo tecnico" durante la transizione. A comunicare che Morsi era fuori gioco è stato Abdel Fattah al-Sissi, il capo delle forze armate egiziane, in in diretta tv.

Al momento della sua elezione, un anno fa, si sperava che Morsi potesse dare vita a una società più pluralista e tollerante dopo il regime pluriennale di Mubarak. Invece l’Egitto è stato frustrato dalla crescente crisi economica e la popolazione non ha accettato i tentativi di Morsi di forzare la Costituzione in favore della Fratellanza Musulmana. Gli arresti dei Fratelli al Cairo sono un segnale negativo per il partito islamico, non solo in Egitto ma in tutto il Nordafrica e nella stessa Siria.

L’Amministrazione Obama ne esce malconcia, allora come adesso. Obama non è esposto più di tanto, non ha preso una posizione chiaria rispetto alla crisi egiziana. Nei giorni scorsi era circolata addirittura la notizia che il Presidente sarebbe stato pronto a inviare delle forze militari anti-riot nel Sinai.

Il risultato come mostrano alcune immagini da Piazza Tahrir, è che il sentimento antiamericano in Egitto continua a crescere: "Obama, la tua puttana è il nostro dittatore", ha scritto su un cartellone uno dei manifestanti. In altri striscioni si può leggere: "Obama sostiene il terrorismo"