El Pais preferisce spiare il Cav. per non guardare in casa propria
05 Giugno 2009
C’era da aspettarselo che le fotografie di Villa Certosa sarebbero apparse proprio su El Pais, il quotidiano spagnolo di sinistra che si è unito al Times nella battaglia per screditare il premier Berlusconi. In effetti non c’è niente di meglio che la patria della “salsa rosa” – per molti una semplice salsetta da cocktail in cui inzuppare i gamberetti, ma in Spagna è diventata l’arte-business di farsi gli affari degli altri – per pubblicare quelle “indecenti” fotografie in cui si vedono “sconvolgenti” immagini di ragazze in topless prendendo il sole o un uomo nudo sulla sdraio a bordo piscina.
Ma bisogna capirli questi spagnoli, in fondo in Spagna è da una decina di anni che la televisione è stata invasa da programmi di gossip mattina, pomeriggio e sera. Molti ricordano ancora il programma di Canal 9 “Tombola” che inaugurò la stagione dell’elevatissimo dibattito culturale sul numero di volte che – e anche in quali posizioni – una qualsiasi ragazza ha mantenuto relazioni sessuali con il famoso di turno, a cambio di centinaia di migliaia di euro. E persino Beckham è caduto nella trappola quando, interrogata da cinque agguerriti sedicenti giornalisti, la sua ex baby-sitter ha spiegato nei minimi dettagli i loro rapporti intimi. Questo sì che è giornalismo! Poi non ne parliamo delle denunce per violazione della privacy anche contro i programmi eredi di Tombola, come “Salsa Rosa” o “Aquì hay tomate” o “La Dolce Vita”: se calcoliamo infatti i milioni di persone che seguono questi programmi (con uno share che talvolta ha raggiunto anche il 40%), il giro di denaro del business del gossip in Spagna si aggira intorno a qualche milione di euro a puntata, mentre le condanne per diffamazione impongono il pagamento di poche migliaia di euro.
Nessuna sorpresa quindi se neanche il Times ha voluto pubblicare gli scatti rubati a Villa Certosa. Che cosa ci sia di tanto scioccante, poi, dovrebbero spiegarcelo questi di El Pais, dato che non si vede niente che non sia normale vedere in qualunque spiaggia del mondo. E’ paradossale che proprio il Paese che ha reso il gossip una cultura popolare ci stia dando lezioni di moralità. Ma l’editoriale pubblicato dal quotidiano spagnolo frena in anticipo il colpo: niente moralismo, si tratta di “dimostrare che il premier Berlusconi sta cercando di trasformare lo spazio della politica democratica in un prolungamento delle sue relazioni di amicizia e dei suoi intrattenimenti”. Che cosa c’entra lo spazio della politica democratica con la vacanza di alcune ragazze nella residenza estiva di Berlusconi, non si sa.
Più avanti l’editoriale ci spiega che hanno pubblicato le foto perché in Italia la libertà d’espressione è minacciata. In altre parole, ci stanno facendo un favore a diffondere quelle foto perché nel nostro Paese vige la censura. Ma da che pulpito viene la predica, verrebbe da dire. Proprio il Paese dove esiste una clausola tacita tra giornalisti e la Casa Reale che impedisce di raccontare certe vicende burrascose (da tutti conosciute) della vita segreta della monarchia spagnola, ci parla di censura! Potrebbero essere solo pettegolezzi, è vero. Ma non è un caso, per esempio, che la notizia della relazione tra il principe ereditiere Felipe e la fotomodella Eva Sannun sia trapelata altrove o che nessuno dei numerosissimi paparazzi spagnoli avesse mai sgamato neanche uno dei tre figli del re Juan Carlos e la regina Sofia prima dell’avvallo ufficiale della Casa Reale.
Pubblicando quelle foto, El Pais ha sicuramente ottenuto quello che voleva: molti contatti dei lettori e tanta distrazione dalla crisi economica e dalle acrobazie del governo Zapatero. Ma se cercava di farci credere che il giornalismo spagnolo – a parte il cattivo gusto – ha qualcosa da insegnarci, sarebbe meglio che guardasse prima nel proprio giardino.