Elezioni amministrative, ecco i risultati Regione per Regione

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Elezioni amministrative, ecco i risultati Regione per Regione

Elezioni amministrative, ecco i risultati Regione per Regione

09 Giugno 2009

1) ITALIA SETTENTRIONALE.

LOMBARDIA – I due principali schieramenti di partito vanno al ballottaggio a Milano, dove si contendevano la presidenza della Provincia lombarda Guido Podestà candidato del centrodestra con il 48,82% mentre il candidato di centrosinistra e presidente uscente, Filippo Penati si ferma al 38,8%.

Passaggio del testimone alla Provincia di Lecco, a Lodi, a Sondrio e Bergamo. Nella neonata Provincia di Monza e della Brianza vince il candidato del Pdl Dario Allevi su quello del centrosinistra, Pietro Luigi Ponti. A Bergamo è Pietro Pirovano il nuovo presidente della Provincia con il 58,99% dei voti. Il candidato, appoggiato tra gli altri da Pdl, Lega Nord e Partito Pensionati, ha sconfitto Francesco Cornolti. Il comune passa al centrodestra: Franco Tentorio è stato eletto sindaco con il 51,41% contro il 42,31 dell’avversario Roberto Bruni. Anche a Sondrio l’affermazione del centrodestra è netta: Massimo Sertori è oltre il 60% e festeggia la vittoria al primo turno con l’avversario del centrosinistra, Giacomo Ciapponi, nettamente distanziato. Daniele Nava è stato eletto presidente della Provincia di Lecco con il 54,31% delle preferenze: ha sconfitto il presidente uscente Virginio Brivio.

Anche a Brescia il candidato del centrodestra Daniele Molgora ha ottenuto un netto vantaggio su quello del centrosinistra, Diego Peli. A Cremona il candidato del centrodestra Massimiliano Salini ha superato Giuseppe Torchio. Il centrodestra strappa per la prima volta la Provincia di Lodi al centrosinistra, con una vittoria raggiunta per di più al primo turno. Pietro Foroni, 33 anni, avvocato, esponente della Lega Nord, candidato del centrodestra, è il nuovo presidente. Ha raccolto il 54,18% delle preferenze contro il 38,18 del candidato del centrosinistra e presidente uscente, Lino Osvaldo Felissari. Passa al centrodestra anche il comune di Pavia, dove Alessandro Cattaneo ha la meglio sul candidato di centrosinistra Andrea Albergati.

PIEMONTE – Per la provincia di Torino, dunque, ballottaggio tra Antonio Saitta (Pd) e Claudia Porchietto (Pdl). Ma il cambio di vento si profila nella regione a Novara, dove Diego Sozzani del centrodestra riesce a strappare la presidenza della Provincia con il 53,01% dei voti contro il 32,59, e a Cuneo, dove Gianna Gancia riesce a far assegnare la provincia al centrodestra con il 54,06%.

Cambio di schieramenti sia alle provinciali che alle comunali anche a Biella e alla provincia di Verbano-Cusio-Ossola, finora in mano al centrosinistra: qui Massimo Nobili, candidato del centrodestra, è stato eletto presidente della provincia con il 57,52% contro il 39,58% del candidato del centrosinistra Paolo Ravaioli. Passa al centrodestra anche il comune di Verbania, dove Marco Zacchera è stato eletto sindaco ottenendo il 54,08% delle preferenze contro il 45,91 del candidato di centrosinistra Claudio Zanotti.

VENETO – Qui è la Lega a far sentire il suo peso, anche se sarà un ballottaggio a decidere per la presidenza di Belluno per la Provincia. Il Pdl si conferma primo partito e il dato sulle provinciali ne è ulteriore conferma. La Provincia di Padova viene conquistata da Barbara Degani con 53,86%. Stesso copione anche per la provincia di Verona che viene attribuita a Giovanni Miozzi (Pdl-Lega) con il 59,06%. La Provincia di Rovigo al ballottaggio tra Antonello Contiero (Pdl-Lega) e Tiziana Virgili del centrosinistra così come la Provincia di Belluno: sfida tra Gian Paolo Bottacin, del Pdl, e Sergio Reolon, Pd.

Il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, afferma che la Lega "assolutamente" non metterà una pietra sopra alla questione della presidenza della Regione Veneto, perché anche senza sorpasso, spiega, va considerato "il numero dei voti ma anche il peso dei voti". Intervistato da Il Giornale, Calderoli rassicura gli alleati del Pdl all’indomani del voto: "Non chiederemo – afferma – nulla in più del programma di governo", ma avverte allo stesso tempo che, pur rimanendo di ferro il patto tra Pdl e Lega, "la differenza", aggiunge, è che ora "sarà più forte il nostro ‘ringhiò: quello del cane da guardia cui sta a cuore l’impegno assunto con gli elettori". Secondo il ministro, i risultati del governo hanno premiato più la Lega che il Pdl "perché è fondamentale un rapporto di continuità con la gente, con la militanza" mentre "non basta fare campagna elettorale l’ultimo mese". Inoltre i voti in più riscossi dal Carroccio, osserva Calderoli, provengono "anche dagli storici elettori di sinistra la quale, non è più capace – conclude – di dare risposte ai problemi dei cittadini".

FRIULI VENEZIA GIULIA – Il centrodestra si aggiudica la Provincia di Pordenone: Alessandro Ciriani, sostenuto dal Pdl, Lega Nord, Udc e il gruppo dei pensionati, ha ottenuto il 62,81% mentre il candidato del centrosinistra Giorgio Zanin si è fermato 34,47%.

EMILIA ROMAGNA – Finora in questa regione mai nessuna provincia era stata governata dal centrodestra, ma dopo questa tornata elettorale Pdl e Lega sono riusciti a conquistare la Provincia di Piacenza. Il candidato del centrodestra Massimo Trespidi ha ottenuto un netto vantaggio del 52,77% contro il 41,61% di Gian Luigi Boiardi. Alla provincia di Bologna la candidata del centrosinistra Beatrice Draghetti ha vinto sul candidato appoggiato dal Pdl Enzo Raisi. Meno brillante ma efficace il risultato di Emilio Sabattini per la presidenza della provincia di Modena dove Emilio Sabatini ottiene il 52,39% dei voti. Il centrosinistra si aggiudica anche Reggio Emilia dove Sonia Masini ha avuto la meglio sul candidato di centrodestra Giuseppe Pagliani . Sarà ballottaggio invece a Ferrara dove Marcella Zappaterra, per la provincia, e Tiziano Tagliani, per il comune, non ottengono la maggioranza per pochi voti.

 

2) ITALIA CENTRALE.

TOSCANA – Il cambio del vento politico lo evidenzia il ballottaggio di Firenze. Per la provincia, il candidato presidente del centrosinistra, Andrea Barducci ha avuto la meglio sul candidato del centrodestra, Samuele Baldini, ottenendo il 55,47%. A Pisa è confermato invece alla presidenza della Provincia Andrea Pieroni, per il centro-sinistra, con il 53,07%. Stessa cosa per la provincia di Siena, con Simone Bezzini che prende il 57,83% e lascia indietro di 27 punti la candidata del centrodestra Donatella Santinelli. Partita da rigiocare al seondo turno invece nella presidenza della Provincia ad Arezzo dove Roberto Vasai per pochi voti non sfiora la maggioranza. Contro tutte le aspettative si andrà al ballottaggio anche nella Provincia di Prato, diversamente da quanto è accaduto a Pistoia, dove Federica Fratoni del centrosinistra ha battuto con il 51,3% Ettore Severi del centrodestra.

UMBRIA – La tornata amministrativa ha visto andare a un esponente del Pd la provincia e il comune di Perugia, e la provincia di Terni. Sono invece sei i comuni dell’ Umbria dove gli elettori dovranno tornare alle urne per eleggere i sindaci nel ballottaggio: Terni, Orvieto, Gualdo Tadino, Bastia Umbra, Marsciano e Spoleto.

All’indomani dello scrutinio, il segretario provinciale del Pd di Perugia, Alberto Stramaccioni, propone una lettura a suo modo provocatoria dell’esito del voto di sabato e domenica scorsi: "La realtà è che in Umbria si deve registrare la mancata vittoria della destra. Ci sono state riflessioni affrettate e vacue dopo l’esito del voto europeo, non così soddisfacente per il Pd e più positivo per il Pdl". "Sono arrivati poi i risultati delle provinciali ed il Pd – continua Stramaccioni – è tornato ad essere il primo partito. Alle comunali, poi, si va ai ballottaggi in sei comuni: si tratta di aspettare il 21 giugno e vedremo come andrà a finire. Se l’esito, come penso, sarà positivo anche nella maggioranza di queste realtà comunali, allora il centro destra in Umbria non avrà riportato a casa niente".

MARCHE Ancona sceglierà il proprio sindaco nel ballottaggio del 21 giugno tra Fiorello Gramillano del centrosinistra e Giacomo Bugaro del centrodestra che hanno ottenuto rispettivamente il 40,91% e il 33,75%. Stessa cosa per il comune di Fermo e per la provincia di Ascoli Piceno. Al comune di Pesaro l’ha spuntata invece al primo turno Luca Ceriscioli del Pd.

Sui risultati ottenuti alle europee Francesco Casoli (Pdl) ha tenuto a sottolineare come "il Pdl, insieme ai partiti alleati, registra nelle Marche un risultato senza precedenti. Stiamo assistendo a un passaggio politico di grande importanza, che premia l’intenso lavoro svolto in questi ultimi tre anni in cui il centro destra ha saputo costruire nella nostra regione un’opposizione seria e credibile alla storica supremazia della sinistra". Nelle Marche infatti il Partito delle Libertà è diventato il primo partito con il 35,2% dei voti contro il 29,9% del Pd. "Le Marche -afferma Casoli in una nota- stanno cambiando corso, grazie alla capacità degli elettori di riconoscere chi meglio riesce ad interpretare le loro esigenze e le necessità del territorio. I rappresentanti regionali dell’area di governo in Parlamento hanno portato il loro indiscutibile contributo fatto di impegno e risultati, cosa che alla sinistra non è riuscita e i cittadini lo hanno capito. Il netto calo di consensi da parte del Pd, sia a livello regionale che in molti comuni, come Fabriano, rivela la perdita di fiducia in una politica lontana dalla realtà e arroccata su posizioni anacronistiche". Secondo Casoli, "il merito di questo cambio di rotta va ad alleanze forti, basate su obiettivi da raggiungere attraverso il rispetto dei medesimi valori. Sono certo che, anche per le amministrative, saranno molti i Comuni retti dalla sinistra in cui si arriverà al ballottaggio ed è per questo che invito tutti i rappresentati delle forze di centro destra a dare il massimo per non perdere un’occasione fondamentale di affermazione anche in vista delle regionali del 2010".

LAZIO – Ad andare al ballottaggio per la provincia saranno Frosinone e Rieti. Nella prima città il candidato del centrodestra Antonello Iannarilli (sostenuto da Azione sociale Mussolini, Fiamma Tricolore, Popolo della Libertà, La Destra, Lega Lazio, Mpa, UDEUR) ottiene il 44,47% contro il 39,01% di Gian Franco Schietroma. Testa a testa a Rieti dove Felice Costini, candidato del centrodestra, ottiene il 45% e Fabio Melilli del centrosinistra ottiene il 44,38%. Nessuna sorpresa a Latina, dove Armando Cusani ottiene una schiacciante vittoria del 56,29% contro il 24,95% della candidata di centrosinistra Maria Teresa Amici.

"Il risultato del Pdl è una vittoria di Pirro, figlia di una concezione che gli elettori hanno bocciato, il bipartitismo. Se leggiamo in termini bipolari Roma e Lazio ci accorgiamo che riformisti e progressisti sono maggioranza. Il pdl è al 42,7%? Bene, il Pd e l’Idv insieme arrivano al 36,4. Poi ci sono i radicali al 3%, Sinistra e libertà al 3,85. Quindi si arriva al 43,2. Per non considerare Rifondazione e i Comunisti italiani al 3,7". Lo ha affermato in un’intervista a La Repubblica il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, secondo cui "al di là dell’Emilia, la Toscana, l’Umbria e le Marche, dove storicamente il centrosinistra è maggioranza, l’unica regione in Italia dove il centrosinistra mantiene competitività e anche una proposta politica è proprio il Lazio". "Partendo da questa riflessione credo che il dialogo con l’Udc per costruire una futura e possibile maggioranza si debba fondare proprio su questa originalità del modello Lazio". Secondo Marrazzo, infatti, "gli italiani hanno bocciato il bipartitismo, ma hanno mandato un segnale chiaro per un nuovo bipolarismo. A dirlo gli astenuti e i 4 milioni di cittadini che non sono rappresentati dai partiti che hanno superato la soglia".

Al segretario regionale dell’Udc del Lazio, Luciano Ciocchetti, che dice di non volere essere tirato per la giacchetta, il presidente della Regione ha risposto: "Non è più questione di giacchette. In primo luogo la bocciatura del bipartitismo è anche la bocciatura di un quesito referendario. Gli italiani ci chiedono che un accordo politico, in questo caso con l’Udc, sia fortemente contraddistinto da un discorso sul programma". Senza concessioni sulla presidenza però: "Per quanto mi riguarda poichè mi ricandido per la presidenza sarei molto scomodo per un’ipotesi di questo tipo". Se invece l’Udc correrà con il Pdl, ha concluso Marrazzo, "saremmo numericamente alla pari con una forte competitività tra schieramenti. Anche se l’esperienza di cinque anni fa mi insegna che non bastano solo i numeri nelle coalizioni, ma serve la proposta politica e allora l’accordo con l’Udc deve partire da come affrontare argomenti come la sanità, le infrastrutture, il sostegno alla piccola e media impresa e la solidarietà verso le persone fragili".

 

3) ITALIA MERIDIONALE.

ABRUZZO – Forte il vento di centrodestra anche in questa regione, dove il Pdl si aggiudica le province di Pescara con Guerino Testa (53,24%), di Teramo (Valter Catarra con il 50,01%) e Chieti, con il 55,74% di Enrico Clemente di Giuseppantonio. Anche i comuni di Pescara e di Teramo vanno a riempire la lista dei comuni vinti dal centrodestra.

"Lo straordinario risultato elettorale che si è registrato ieri su tutto il territorio consolida e rafforza quello di appena sei mesi fa alla Regione e apre una nuova stagione di impegno e di speranza per l’Abruzzo". Lo ha detto il Presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano commentando il voto delle elezioni comunali e provinciali. "Si tratta di un passaggio storico – ha proseguito Pagano – che riempie di orgoglio e premia il lavoro di una nuova generazione politica fortemente motivata che sono certo saprà ben operare per la comunità amministrata Ma con la stessa franchezza voglio anche ribadire che questo risultato ci carica anche di tante responsabilità, soprattutto in una fase così delicata come quella che stiamo attraversando, per fronteggiare le tante sfide che teniamo davanti e ci chiama a dare risposte puntuali alla crescente domanda di nuovi bisogni della gente".

MOLISE – Passa al centrodestra anche Campobasso, dove il sindaco uscente Giuseppe Di Fabio, ha dato le dimissioni due volte e poi le ha ritirate per problemi nella maggioranza di centrosinistra: Gino Di Bartolomeo, già presidente della Regione, eletto al primo turno con il 56,72%. Alla pronvincia di Isernia Luigi Mazzuto, candidato del centrodestra, stravince le elezioni portandosi a casa il 64,35% dei voti contro il 17,98% del centrosinistra.

CAMPANIA – Cambio di colore anche in questa regione, dove il Pdl ottiene il tris: le province di Napoli , Salerno e Avellino passano nelle mani del centrodestra con il 58,28%, 55,66% e il 57,97% rispettivamente. Per il comune di Avellino, dopo un durissimo testa a testa, ci sarà invece il ballottaggio tra Pino Galasso (42,07%) del Pd e lo sfidante Massimo Preziosi, sostenuto da Pdl e Udc, con il 42,89%.

In un’intervista a "Il Mattino" il ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, ha commentato i risultati delle elezioni in Campania: "Mi viene da dire che la Campania può celebrare la sua liberazione. In quindici anni il centrodestra non ha mai ottenuto così tanti consensi e sia alle europee che alle amministrative il Pdl si conferma di gran lunga il primo partito". "Il sistema di potere del centrosinistra si sta sgretolando a vista d’occhio. Chi come me ha girato la Campania si è reso conto di quanto i cittadini fossero stanchi di un sistema che teneva sotto scacco le fasce sociali più deboli per poi sfruttarle al momento del voto. Ma le coscienze si sono risvegliate e l’insofferenza diffusa è emersa".

Il timore che il forte successo della Lega al nord possa condizionare l’azione di governo verso il sud, secondo la Carfagna, è infondato. "Il ministro Calderoli ha detto che il voto rafforza la stabilità di governo. Ed è vero. Il risultato della Lega non è una minaccia verso il Pdl che ha ottenuto più del 35% su base nazionale e ha superato il 40 in Campania e al sud. La Lega è un alleato stabile e affidabile e in Consiglio dei ministri il confronto con i ministri campani è sempre stato sereno". Il Pd accusa il governo di aver sottratto fondi al sud per destinarli al nord? "Non è vero – risponde il ministro per le Pari opportunità – Vorrei ricordare che il governo ha liberato otto miliardi per le infrastrutture, quali la Salerno-Reggio Calabria e il ponte sullo Stretto, e altri quattro per la Campania. Per dirla con Nicola Rossi, che non è certamente vicino alle nostre posizioni, le risorse arrivano e sono cospicue. Il problema, comunque, non è quanto si stanzia ma come si spendono i soldi".

PUGLIA – Dopo un testa a testa tra Michele Emiliano e Simeone Di Cagno Abbrescia per il comune di Bari, con 323 sezioni su 245, sembra confermarsi la vittoria del candidato del centrosinistra Emiliano e già sindaco del capoluogo con una percentuale molto vicino alla maggioranza. A Foggia a pochi minuti dalla conclusione degli scrutini, si conferma in vantaggio Enrico Santaniello (liste civiche), ma andrà al ballottaggio con Giovanni Battista Mongelli (centrosinistra). Per le provinciali ballottaggio a Taranto e Lecce e Brindisi. Bari se l’è infine aggiudicata Francesco Schittulli del Pdl con il 50,52% contro il 44,23% di Vincello Divella.

BASILICATA – La tornata per le provinciali di Potenza e Matera assegna la vittoria al centrosinistra: Piero Lacorazza e Francesco Stella hanno sconfitto i candidati del Pdl con un risultato che si aggira attorno al 52%. A Potenza, con tre sezioni ancora da scrutinare, il sindaco uscente Vito Santarsiero (Pd), candidato di centrosinistra, è in vantaggio su Giuseppe Molinari, ex Margherita, sostenuto dal Pdl ma con tutta probabilità si andrà al ballottaggio.

CALABRIA – Sarà un ballottaggio a decidere la presidenza della provincia di Cosenza, nonostante il vantaggio di Mario Oliverio (centrosinistra) sullo sfidante del centrodestra Pino Gentile di circa dieci punti. Si andrà al secondo turno anche nella provincia di Crotone dove Francesco Zurlo Stanislao (Pdl), Ubaldo Schifino (33,16%) e Sergio Irtale (20,52%) si giocheranno la presidenza.

 

4) ITALIA INSULARE.

SICILIA – Sono otto i comuni siciliani che andranno al ballottaggio i prossimi 21 e 22 giugno. Il più grosso è Caltanissetta, l’unico capoluogo di provincia al voto, seguito da Mazzarino (Caltanissetta), Monreale (Palermo), Campobello di Licata (Agrigento), Acicastello (Catania), Motta Sant’Anastasia (Catania), Pachino (Siracusa), Mazara del Vallo (Trapani). Nel comune di Caltanissetta la sfida sarà tra Fiorella Falci del centrosinistra (28,25%) e Michele Campisi del centrodestra (39,03%). Niente male i risultati ottenuti da Giovanna Candura (Udc-Mpa) con il 19,07% e Giovanni Ruvolo (lista civica) con il 13,65%.

La crisi in Sicilia è stata la causa principale "della differenza fra attese e risultato alle Europee". A dirlo è Mario Valducci (Pdl), ospite questa mattina di Omnibus su La7. "L’unica vera critica che rivolgo al mio partito è che non dovevamo far andare così avanti la situazione in Sicilia. Dovevamo intervenire prima, perchè lì ci sono mancati 850.000 voti", conclude. Particolarmente duro è stato anche il premier Silvio Berlusconi che, in un’intervista al "Corriere della Sera", ha affermato che le ragioni della perdita di voti registrata dal Popolo delle libertà alle europee ci sarebbe anche "la situazione in Sicila". Nel concreto il Cav. fa alcune considerazioni: "In Sicilia abbiamo perso più di 800mila voti per colpa dei nostri che si sono messi a litigare, il resto me l’ha fatto perdere mia moglie…".

"Da qui voglio lanciare un appello al presidente Lombardo: la prima cosa che deve fare è quella di mettere in piedi le ragioni di una coalizione". Lo ha detto il vice coordinatore nazionale dell’Udc, senatore Totò Cuffaro, incontrando oggi i giornalisti dopo le elezioni europee. "Lombardo deve ripristinare assolutamente le ragioni dell’alleanza. Lui non ha tenuto insieme la coalizione perchè ha tentato di sfasciarla, ha piegato le istituzioni ai suoi fini elettorali". Cuffaro ha aggiunto: "Questa coalizione è nata perchè lui governi e in questo anno Lombardo non ha governato. Ha fermato tutto, dalla macchina amministrativa ai lavori pubblici: non c’è un solo bando in Gazzetta da un anno a questa parte e non c’è una sola misura comunitaria pubblicata".

SARDEGNA – Alle comunali ha votato il 76,7% degli aventi diritto segnando un calo rispetto al precedente afflusso 79,3%. In Sardegna si votava in 12 comuni, tra cui Pula, Villasimius, Bosa e Sorso. A Cagliari Walter Cabasino è stato confermato sindaco di Pula, Salvatore Sanna a Villasimius, mentre Sorso passa dal centrosinistra al centrodestra.

Riguardo gli altri comuni Clara Michelangeli, della Lista Civica "Giovani ed Uniti", è la prima eletta nella tornata di elezioni comunali in Sardegna. Con 193 voti Michelangeli è il nuovo sindaco Onanì, paese della Provincia di Nuoro in cui era stata presentata una sola lista civica. Roberto Soddu, con la lista civica "Santu Antine" e Pietrina Picca, con "Rinnovamento per il progresso", sono invece i nuovi sindaci di Genoni, in provincia di Oristano, e di Illorai, in provincia di Sassari. Pietro Arca con la lista civica "Sorradile Solidale", è il nuovo sindaco di Sorradile, in provincia di Oristano, ottenendo il 61,31% dei voti.

In Provincia del Medio Campidano, a San Gavino Monreale, è stato eletto Giovanni Cruccu, della lista ”San Gavino Monreale in primo piano” che ha ottenuto il 26,26% delle preferenze. In Gallura, a Golfo Aranci, è stato eletto sindaco Giuseppe Fasolino, con la lista civica ”Progetto Golfo Aranci”, che ha ottenuto il 57,54% dei voti. In provincia di Oristano, a Bosa, il primo cittadino eletto è Piero Franco Casula, con il 31,21% delle preferenze. A Sorso, in Provincia di Sassari, l’ha spuntata Giuseppe Morghen, che ha ottenuto il 64,15% dei voti. In Ogliastra a Villagrande Strisaili, Giuseppe Loi della lista civica ”Biddas”, ha ottenuto il 60,79% delle preferenze (1.416 voti). Infine è stato eletto il sindaco a Calasetta: primo cittadino, con il 40,24% delle preferenze (981 voti), è Antonio Vigo.