Elezioni amministrative: il centrodestra alla ricerca dell’equilibrio di coalizione

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Elezioni amministrative: il centrodestra alla ricerca dell’equilibrio di coalizione

Elezioni amministrative: il centrodestra alla ricerca dell’equilibrio di coalizione

29 Giugno 2022

Le elezioni amministrative del 12 giugno impongono, anche all’esito dei ballottaggi, delle doverose riflessioni per la coalizione del centrodestra.

Nel centrodestra l’analisi dei flussi elettorali, tralasciando per il momento il problema dell’astensionismo, comune a tutti gli schieramenti, rende evidente, in termini di consenso elettorale vero, quello che da tempo tutti i sondaggi indicavano: e cioè che lo schieramento attrattore sia identificabile in Fratelli d’Italia e nella sua leader Giorgia Meloni premiati per un mix di coerenza di comportamento politico (anche, ma non solo, in tema di politica estera), positiva strutturazione e ri-strutturazione della propria classe dirigente, chiarezza nell’indicazione della linea politica e della difesa degli interessi italiani.

L’egemonia di Fratelli d’Italia rispetto agli alleati della Lega e di Forza Italia non risponde pertanto al cosiddetto “dato oggettivo” dell’essere opposizione unica a questo governo (e come tale percipiente di una rendita elettorale “parassitaria”) bensì all’aver individuato una linea programmatica che ha intercettato i bisogni, anche quelli radicali, di una popolazione stremata dalla pandemia prima e dalla guerra adesso.

Il successo, in chiave di moneta elettorale, della “opposizione patriottica” indicata dalla Presidente Giorgia Meloni.

L’essere “polo attrattore” comporta però, quale derivata politica, per la Presidente Meloni la responsabilità di una accorta strategia che sappia miscelare la legittima competizione elettorale con gli alleati, con la necessità dell’inclusività e della generosità: doti strutturali per una “leadership” di coalizione e non solo di partito.

Tale leadership sembra essere “mancata” nel ballottaggio della città di Verona dove il candidato della Lega ha rifiutato il formale apparentamento con la lista di Forza Italia spianando così la strada al successo del candidato di centrosinistra. E lo stesso schema si è ripetuto in altre città e capoluoghi come Monza, Catanzaro e le altre città espugnate dal centrosinistra.

La capacità di strutturarsi come leader di coalizione da parte della Presidente Giorgia Meloni rappresenterà il dato strutturale delle prossime politiche.

E’ lecito pensare, infatti, che un centrodestra ove gli alleati Lega, Forza Italia e formazioni minori siano sacrificati negli accordi di coalizione possa portare, alla fine, ad una riedizione dell’attuale maggioranza che sostiene il Governo Draghi (con o senza Draghi) con Fratelli d’Italia da sola all’opposizione  al più in coabitazione con il Movimento 5 Stelle di Conte (ove non decimato in termini di consenso elettorale).

Sostiene Bazlen che “Il nemico peggiore è il nemico che ha i nostri argomenti”: ed è precisamente questa l’insidia che la Presidente Meloni deve evitare e cioè la competizione da leader di partito con gli altri leader di partito di centrodestra per porsi quale elemento di sintesi a servizio della coalizione con un forte senso del limite.

Nei suoi confronti vi è ancora il pregiudizio, non del tutto fugato a livello sia nazionale che europeo, di una non completa assimilazione all’europeismo ed all’atlantismo delle regole, del ragionamento strutturato con strumentalizzazioni, a danno della leader, di toni “comizianti” che andrebbero, per la verità, contestualizzati.

In buona sostanza la Presidente Meloni dovrà esercitarsi ad esorcizzare nelle istituzioni, per quanto la riguarda, della, ed uso sempre le parole di Bazlen di “primavoltità”: primavoltità di un partito di destra quale attrattore e federatore dell’intero centrodestra. Primavoltità di una donna leader di partito che possa, se premiata dal consenso elettorale legittimamente aspirare ad essere incaricata di responsabilità di governo.

Coniugare le legittime aspirazioni della “primavoltità” con il senso del limite potrà essere la vera prova della Presidente Meloni.

E’ una leader giovane ed il tempo è suo amico, lavora per lei.

La primavoltità non dovrebbe essere bruciata in un unico contesto ma essere l’inizio di un percorso, probabilmente lungo, di autorevolezza e di legittimazione.