Elezioni Birmania: Aung San Suu Kyi verso il trionfo
09 Novembre 2015
di redazione
"Abbiamo perso". Così il leader del partito al potere in Birmania legato ai militari, Htay Oo, ha ammesso la sconfitta nelle elezioni generali di ieri, stravinte dall’opposizione guidata dalla leader democratica Aung San Suu Kyi.
Secondo i primi dati annunciati dalla commissione elettorale centrale, la Lega nazionale per la democrazia (Nld) della Premio Nobel per la pace ha ottenuto tutti i 12 seggi sinora annunciati. Si è trattato delle prime elezioni generali nel Paese da quando nel 2011 i militari hanno lasciato il potere a un governo civile, guidato da Thein Sein, ex premier della giunta. La Nld ha dichiarato che, secondo i conteggi effettuati in autonomia sulla base dei vari seggi, è sulla via di ottenere oltre il 70% dei rappresentanti in palio in Parlamento. Un dato che supera la soglia di due terzi necessaria a formare il primo governo democraticamente eletto dai primi anni ’60. Sebbene il 25% delle Camere sia nominato per Costituzione dai militari. "Devono accettare i risultati, anche se non vogliono farlo", ha dichiarato il portavoce della Nld, Win Htein, aggiungendo che nelle regioni centrali il partito va verso la vittoria del 90% dei seggi.
In precedenza, Suu Kyi si è affacciata oggi al balcone della sede del suo partito a Rangoon, chiedendo ai sostenitori di essere pazienti e di aspettare i risultati ufficiali. Anche in caso di vittoria schiacciante, il partito d’opposizione dovrà far i conti con le regole, le limitazioni e i vincoli che la giunta nel tempo ha creato per mantenere comunque la presa sul potere.
"Dobbiamo capire le ragioni per cui abbiamo perso", ha scritto un altro esponente del partito dei militari, Shwe Mann, speaker del Parlamento che oggi ha ammesso la sconfitta su Facebook. "Comunque, accettiamo i risultati senza riserve. Ancora non li conosciamo con certezza", ha ribadito. Sulla propria sconfitta in un collegio elettorale di una zona roccaforte del Usdp, Mann ha detto: "Non me lo aspettavo, perché siamo riusciti a fare molto per la gente in questa regione. Comunque, si tratta di una decisione del popolo". Ha anche attribuito la popolarità di Suu Kyi non alle sue battaglie pro-democrazia e al suo impegno, ma alla popolarità del padre che fu un eroe dell’indipendenza e ai 15 anni di arresti domiciliari che la donna ha subito, dicendo che questi fatti "hanno gonfiato la sua popolarità".