
Elezioni Emilia Romagna, Bonaccini corteggia i 5 Stelle senza pudore

25 Settembre 2019
“Se si vuole provare, io sono disponibile. E penso che andrebbe fatto. Se non sarà possibile avversari come prima. Ma io credo che bisognerebbe provarci”. Così il governatore del Pd dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini lancia, per l’ennesima volta, un appello ai 5 Stelle per una alleanza giallorossa (in stile Umbria) anche a Bologna. Si vota il 26 gennaio prossimo in Emilia Romagna e – per molti commentatori – Bonaccini avrebbe scelto di posticipare la data di qualche mese (nel 2014 si votò a novembre) proprio per dare tempo ai 5 Stelle di accettare il suo invito. Dal canto loro i grillini emiliani, ormai proni sull’altare dell’alleanza romana, sarebbero anche pronti a cedere, ma provano per ora a mantenere il punto chiedendo un candidato presidente diverso. Una richiesta pressochè irricevibile per il Pd che su Stefano Bonaccini (ex Bersaniano, ex Renziano, ora fedele a Zingaretti) non vuole cedere.
Facile dunque prevedere una resa incondizionata del Movimento su tutta la linea e un accordo con l’uomo, Bonaccini, che i grillini da Piacenza a Rimini negli ultimi anni hanno insultato (e il termine non è iperbolico) in tutti i modi. Un accordo forzato che ha, come unica motivazione, l’ingresso dei 5 Stelle nella stanza dei bottoni. Insomma la rincorsa alle due grandi P: potere e poltrone.
Del resto le armi in mano al Movimento per fare pressioni sul Pd emiliano romagnolo, ultima vera roccaforte di quella che fu la Sinistra, sono davvero poche. I sondaggi, dopo il ribaltone estivo a Roma, sorridono ora ai Dem e, a quanto pare, Bonaccini godrebbe al momento, anche senza l’alleanza coi 5 Stelle, di diversi punti di vantaggio sulla sua attuale avversaria, la ex sottosegretario alla cultura leghista Lucia Borgonzoni.
Ma i 4 mesi che separano dal voto sono lunghi e se da un lato il governo giallorosso potrebbe perdere ulteriori consensi, dall’altro il centrodestra in Emilia Romagna potrebbe decidere di cambiare il candidato presidente. Il nome che circola con insistenza è quello del deputato di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami, recordman di preferenze alle ultime regionali. Con lui in campo la partita per Bonaccini potrebbe essere più complicata e, per non rischiare proprio nulla, qualcosa in più potrebbe cedere ai 5 Stelle per convincerli a sedersi, loro un tempo incendiari, al medesimo tavolo di governo. Dove tutti, per definizione, sono pompieri. Di qui il corteggiamento smaccato, senza pudore, di Bonaccini che pare aver già dimenticato gli sberleffi e le ironie dei quali è stato fatto oggetto per anni dal popolo grillino. Una alleanza val ben un perdono.