Elezioni Gb. Clegg: “Banche come politica, da riformare”
20 Aprile 2010
di redazione
"Il sistema economico britannico assomiglia molto a quello politico: è ostaggio di un gruppo di persone". Nick Clegg, leader dei Liberal-Democratici, oggi ha alzato il tiro e durante la presentazione del piano del partito su come gestire il problema delle banche – al suo fianco aveva Vince Cable, Cancelliere-ombra dei Lib-Dem – ha attaccato tutti: laburisti, conservatori, banchieri.
Ed è tornato sul suo cavallo di battaglia: la scelta di un modello diverso. "Gli elettori – ha detto Clegg – hanno di fronte a loro la possibilità di optare per il vecchio sistema bancario oppure scegliere un sistema finanziario decentralizzato". Un sistema che sia più vicino ai bisogni dei cittadini e delle piccole e medie imprese. Il piano, ammettono i Lib-Dem, è "radicale". Spezzettare le banche, dividendo il ramo commerciale da quello degli investimenti; applicare una tassa del 10% sui profitti per ripagare il sostegno dato dal governo; obbligare gli istituti finanziari nazionalizzati a raggiungere dei target di prestito; istituire dei fondi d’investimento locali (Local Enterprise Funds) che sostengano il lancio di nuove imprese, e infine creare delle borse regionali (Regional Stock Exchanges) per permettere a società non sufficientemente grandi da quotarsi a Londra di avere comunque accesso ai capitali.
"Anche nell’era della globalizzazione – ha sottolineato Vince Cable – vi sono aziende che cercano di attrarre investimenti a livello locale. Dobbiamo sostenerle". "Il potere – gli ha fatto eco Clegg – è stato fin troppo concentrato in poche super-banche. Le società di mutuo soccorso e gli istituti regionali, un tempo pietra angolare per l’accesso al credito di famiglie e imprese, sono state inghiottite. E se non sei grande abbastanza da permetterti una quotazione sul listino di Londra avere accesso al sistema delle private equity può essere quasi impossibile". Una realtà, quella delle super-banche "troppo grandi per fallire", per la quale il New Labour è ritenuto particolarmente responsabile. "Brown ha ammesso di aver commesso un errore quando non le ha regolamentate a sufficienza", ha concluso Nick. "Un errore che è costato ai contribuenti un trilione di sterline".