Elezioni Islanda: exploit Pirati ma vincono Conservatori

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Elezioni Islanda: exploit Pirati ma vincono Conservatori

Elezioni Islanda: exploit Pirati ma vincono Conservatori

30 Ottobre 2016

Il conservatore Partito dell’Indipendenza ha vinto le elezioni in Islanda senza conquistare però la maggioranza assoluta in un voto che ha visto arrivare terzi i Pirati. Con l’80% circa dei voti scrutinati, il Partito dell’Indipendenza, il principale della coalizione di governo dimissionaria, prende il 29,1%, un risultato ben migliore rispetto alle aspettative. Al secondo posto c’è il Movimento di Sinistra Verde con il 15,8%. Riforma, il movimento nato da una scissione filo-Ue tra i conservatori, è solo quinta con il 10,4 %, ma diventa ora indispensabile affinché il ministro delle Finanze conservatore Bjarni Benediktsson possa diventare premier.

Se il risultato verrà confermato, potrebbe aprirsi un periodo di incertezza nel paese, senza una maggioranza chiara. La novità, in ogni caso, è per i Pirati, il partito antisistema nato dall’attivismo politico degli hacker e fondato dalla poetessa e collaboratrice di Wikileaks Birgitta Jonsdottir, che ottiene il 14,4%, più del doppio del 2013 ma lontano dalle cifre indicate dagli ultimi sondaggi che lo davano per vincente. Fondato quattro anni fa, il partito Pirata nella legislatura appena chiusa aveva solo tre seggi sui 63 di cui è composto il parlamento monocamerale dell’isola, l’Althing, ma ieri ha fatto decisamente meglio.

I Pirati promettono di introdurre la democrazia diretta, la trasparenza e l’accesso pubblico a tutte le decisioni del governo, porre sotto tutela dello stato tutte le risorse naturali dell’isola vulcanica. Ha guadagnato molto terreno fra gli islandesi – in particolari fra i giovani, ma non solo -, stufi dei partiti e della politica tradizionale dopo anni di scandali politici e di turbolenza finanziaria, del pur piccolo e ricco Paese nordico. Le previsioni hanno stupito la stessa Jonsdottir. “Se la gente è pronta, siamo pronti anche noi”, ha detto ieri la leader pirata, nel depositare la sua scheda nell’urna nel suo seggio in una scuola di Reykjavik. Secondo la leader, “se la gente è stufa di vivere in questo caos in cui non sai mai cosa porterà il domani” dovrebbero fidarsi dei pirati, perché “cambiare è bellissimo e non c’è nulla di cui preoccuparsi”.

E con i Pirati a sparigliare le carte, avrebbero potuto veramente rompersi i vecchi equilibri, favoriti da un sistema proporzionale corretto, che non ha mai prodotto maggioranze assolute o governi monocolore. I sondaggisti vedevano come soluzione più plausibile o una riedizione della coalizione fra i conservatori del partito dell’Indipendenza e il partito Progressista di centro-sinistra dell’ultima legislatura, inaugurata nel 2013, oppure una coalizione tutta di sinistra con i Pirati insieme al Movimento Verdi di Sinistra e altre formazioni minori. Ma gli occhi erano anche puntati sul partito Vidreisn (Revival), conservatore ed europeista che vorrebbe l’ingresso dell’Islanda nell’Unione europea.